Politica
Scuola, arriva la stretta del governo: stop a schwa o asterischi nelle comunicazioni ufficiali
Asterisco e schwa banditi dalle comunicazioni ufficiali dove invece vanno rispettate le regole della lingua italiana: i dettagli della circolare del ministero dell'Istruzione

Scuola, il governo vieta di usare schwa o asterischi nelle comunicazioni ufficiali
Asterisco e schwa banditi dalle comunicazioni ufficiali dove invece vanno rispettate le regole della lingua italiana. E' quanto comunica il ministero dell'istruzione e del merito in una circolare inviata a tutte le scuole ricordando che l'uso "l'uso di segni grafici non conformi, come l'asterisco (*) e lo schwa (ə), è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l'uniformità della comunicazione istituzionale".
In una nota il ministero sottolinea che "l'Accademia della Crusca ha, infatti, più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l'accessibilità dei testi. L'uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace". Il Ministero invita, pertanto, "tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l'uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti".
Che cos'è lo schwa
Lo schwa è un simbolo fonetico, rappresentato dalla "e" rovesciata "ə", presente nell'alfabeto fonetico internazionale. È utilizzato in diverse lingue e anche in alcuni dialetti italiani, come il napoletano o il piemontese. Recentemente, il suo impiego si è esteso anche a contesti più vari, dai social network ai bandi di concorso. Questo utilizzo nasce con l’intento di includere persone che non si identificano nella tradizionale divisione binaria di genere (uomo-donna). Inoltre, l'introduzione dello schwa e di altre modifiche linguistiche mira a mettere in discussione l'uso prevalente del maschile nella grammatica italiana. Ad esempio, mestieri come "sindaco", "architetto", "ministro" sono stati storicamente declinati al maschile, e per riferirsi a un gruppo che include sia uomini che donne si è sempre usato il maschile come forma neutra. Queste convenzioni riflettono una società che, per lungo tempo, è stata patriarcale e discriminante, ma che sta iniziando a evolversi verso un linguaggio più inclusivo.