Politica

"State con Putin": è bufera tra Anpi e Gramellini, con minacce di querela

In un articolo sul Corriere della Sera si ironizza sulla “Associazione Nazionale Putiniani d’Italia”: la lite finirà in tribunale?

Anpi-CorSera: l'articolo della discordia

Divampa la polemica tra l’Anpi, Massimo Gramellini e “Il Corriere della Sera”, Proprio nel giorno in cui l’Associazione Partigiani rielegge Gianfranco Pagliarulo come presidente nazionale, molti dei suoi iscritti invocano una querela contro il giornale di via Solferino e una delle sue più celebri firme. Il casus belli è dato dal corsivo dal titolo “Il fattore P”, nel quale Gramellini usa toni molto critici nei confronti dell’Anpi, suggerendo addirittura che la sigla sia ridefinita in “Associazione Nazionale Putiniani d’Italia” (da qui l’accenno del titolo alla “P”).

Gramellini ovviamente se la prende con la posizione dell’Anpi sulla guerra in Ucraina, iniziando il suo articolo con parole di fuoco: “Nel sacro nome della Resistenza, all’Anpi si è finito per perdonare di tutto. Non solo che i pochi partigiani ancora vivi non vi avessero più da tempo alcun ruolo, ma che l’associazione fosse sempre in prima linea quando si trattava di manifestare contro gli americani. I quali saranno pure il male assoluto, ma combatterono accanto alle brigate partigiane e le rifornirono di armi nella lotta all’invasore nazista. All’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è stata perdonata anche la neutralità pelosa nella guerra in corso e persino certi arrampicamenti sui muri per distinguere la Resistenza buona da quella cattiva del popolo ucraino. Ma il manifesto del prossimo 25 aprile è imperdonabile”.

Nella raffigurazione grafica, in effetti, le bandiere tricolori sono esposte in orizzontale e non in verticale, ovvero come quelle ungheresi. “Omaggio inconscio a un altro politico di estrema destra, Orban, amico caro dell’aggressore russo”, rincara la dose Gramellini, il quale aggiunge: “Nessun cenno all’invasore Putin, che se non è un fascista, di certo gli assomiglia. Poi una citazione monca dell’articolo 11 della Costituzione, «l’Italia ripudia la guerra», dimenticandosi di aggiungere «come strumento di offesa» e arrivando così all’assurdo di ripudiare anche quella di Liberazione”. 

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