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Politica
"Trump lascia tra successi ed errori. Ora rivoluzione conservatrice in Europa"
(fonte Lapresse)

Che cosa pensa della rivolta pro-Trump a Washington?
"In democrazia le manifestazioni di protesta sono legittime e guai a chi vuole reprimere il dissenso associando decine di milioni di elettori che hanno votato Trump a una esigua minoranza di facinorosi. Allo stesso modo in democrazia non si fa irruzione nei Parlamenti e su questo ovviamente c’è la nostra netta condanna. Non abbiamo sentito la stessa condanna da sinistra nei mesi scorsi nei confronti dei manifestanti Antifa e Black Lives Matter che si sono resi responsabili di saccheggi, devastazioni, aggressioni e attacchi alla polizia. Purtroppo questi mesi, prima e dopo le elezioni di novembre, ci consegnano l’immagine di una nazione divisa e lacerata, addirittura incapace di difendere le proprie istituzioni rappresentative. Un livello di impreparazione nella gestione dell’ordine pubblico che a pensar male lascerebbe ipotizzare che tutto sommato facesse comodo a qualcuno che la manifestazione degenerasse. Non amo le dietrologie e mi auguro che ci siano delle spiegazioni serie, ma francamente mi pare impossibile che in una moderna democrazia occidentale, forse addirittura la più sicura, possa avvenire qualcosa del genere. Il fatto che sia avvenuto è molto grave e, se fossi un cittadino americano, davanti al Campidoglio indifeso e a quattro manifestanti morti, mi aspetterei almeno una commissione d’inchiesta su questi fatti".

Il presidente uscente ha sbagliato a non condannare subito le violenze?
"Credo abbia sottovalutato la potenza del messaggio sul “voto rubato” e abbia perso il controllo degli apparati dello Stato. Lo dimostra il fatto che si sia trovato nella condizione di denunciare brogli pur essendo il Presidente in carica o che non sia stato in grado di garantire la sicurezza davanti a una manifestazione dei propri sostenitori. Poi ha cercato di rimediare invitando i manifestanti a ritirarsi ma era tardi. Trovo comunque assurdo e inquietante per una democrazia che, dopo mesi di boicottaggi dei principali social network, si sia arrivati addirittura a bloccare i profili di Trump persino quando faceva appello a cessare ogni violenza. Pazzesco".

Giorgia Meloni è stata la più tiepida in questi mesi nel riconoscere la vittoria di Biden...
"Noi abbiamo sempre detto che avremmo riconosciuto Biden al termine dei procedimenti elettorali costituzionalmente previsti. È una questione di rispetto per le dinamiche democratiche di nazioni sovrane, non di tifo o simpatia per l’uno o per l’altro. Ora questi adempimenti si sono conclusi, anche se penso che sarebbe stato un bel segnale di pacificazione e di trasparenza da parte dei Democratici concedere una commissione elettorale speciale che ricontasse tutti i voti, come aveva saggiamente proposto il senatore repubblicano Ted Cruz. Ora Trump potrà perseguire ulteriori strade giudiziarie ma la transizione politica si deve compiere e ci auguriamo che ciò avvenga in modo ordinato, come lo stesso Trump ha garantito. Giorgia Meloni ha augurato buon lavoro a Biden, auspicando che si impegni per pacificare il suo popolo e per rafforzare i legami tra Italia e Usa. Mi pare la posizione più seria in queste ore difficili, in cui vedo troppi tifosi".

Quanto accaduto ieri danneggia i sovranisti mondiali?
"Noi siamo impegnati con la presidenza di Giorgia Meloni a rafforzare i Conservatori europei. Naturalmente seguiremo con attenzione quello che accadrà nello schieramento Repubblicano che potrebbe andare verso una dolorosa scissione. Trump ha saputo mobilitare le coscienze e rappresentare un’alternativa più forte al mainstream, ma ha sbagliato molte cose. 73 milioni di voti sono tantissimi e il Partito Repubblicano dovrà fare i conti con questa eredità. La “rivoluzione conservatrice” nel Vecchio Continente deve ancora iniziare e noi siamo pronti a guidarla insieme ai nostri alleati europei. Nel segno della democrazia".

Oggi voterebbe ancora Trump se fosse un cittadino statunitense?
"Non lo sono, ma da osservatore dico che Trump ha fatto cose buone in economia, sui temi etici e sulla sicurezza e l’immigrazione. Ed è stato molto meglio di Obama-Clinton in politica estera. Poi certamente ha compiuto errori, avrebbe dovuto gestire meglio la pandemia, può essere parso folkloristico in alcune sue esternazioni, ma la sua presidenza non è affatto da buttare. Ora però guardiamo avanti, ci sono sfide da affrontare insieme tra Italia e Usa, tra Europa e USA e dobbiamo cominciare a lavorare su quelle con la nuova presidenza. Perché ad esempio, mentre noi discutiamo giustamente dei fatti di Washington, a Hong Kong chi si oppone al regime comunista viene arrestato".

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