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Politica
Vannacci a La Piazza dà i voti al governo: “Per ora 7.5, ampi margini di miglioramento”

Generale Vannacci

La Piazza 2024, l'intervento di Roberto Vannacci

“Io generale un po’ strano? Definizione che mi sta a pennello”, esordisce con una battuta Roberto Vannacci a “La Piazza”, la kermesse di affaritaliani.it organizzata a Ceglie Messapica (Brindisi). Intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino l’europarlamentare della Lega dà un giudizio positivo al governo che “riflette i risultati conseguiti in questi due anni. Sono convinto che il governo durerà fino a fine legislatura. Che ci siano discussioni è normale: in tutte le buone famiglie ci sono momenti in cui si dibatte e si cerca di tirare la coperta ognuno dalla propria parte ma poi si devono tirare le somme", spiega.

"Un voto al governo da 0 a 10? Darei un 7 e mezzo, un voto positivo che rivela ampi margini di miglioramento, ma sicuramente sancisce il fatto che siamo sulla strada giusta", dice Vannacci.

Sul ponte sullo Stretto il generale afferma che è "una buona idea e un'opera importantissima. Saremo il primo tra i Paesi europei su un'opera come questa. E' un qualcosa di esemplare e dara' lavoro a tantissime persone".

Quanto alla legge sulla cittadinanza Vannacci afferma che "non so se sullo Ius Scholae" c'è stato "un ceffone a Tajani ma so che non era nel programma di governo. Forse questo poteva essere una sorta di ammiccamento alla sinistra. Ma penso termini con le ferie agostane visto che adesso si ricominciano i lavori. Questa questione mi sembra ormai tramontata per lasciare il passo a questioni molto più importanti per il futuro dell'Europa e dell'Italia".

Sul Centrodestra in generale "il bello è che non ha bisogno del campo largo ma si basa sulla disciplina delle intelligenze. Non ho grande considerazione delle opposizioni perché non vedo questa capacità di argomentare concretamente. Ritengo che si basi sempre sui soliti slogan: più tasse, più immigrati e meno libertà. Questo lo slogan della sinistra che non trova nemmeno sintesi per questo campo largo tanto millantato, ma non concretizzato".

Parlando di Europa, e in particolare del conflitto tra Russia e Ucraina, secondo il generale "la guerra conviene farla solo quando dà effettivamente un valore aggiunto alla politica e all'obiettivo da dover raggiungere". E continua: "L'Europa è in guerra con la Russia da due anni e mezzo. Non mi sembra che i risultati ottenuti finora siano promettenti o diano speranze positive. Questa guerra, oltre alla morte e alla povertà, produce conseguenze devastanti che saranno gli europei a pagare". 

"La pace è da ricercare con ogni mezzo", prosegue Vannacci. "Ci hanno ubriacato la mente con questa storia della pace giusta, ma questa non è mai esistita nella storia dell'umanità. Esiste solo la pace dei vincitori. E questa, in Europa, nel conflitto russo-ucraino, rischia di passare per la distruzione termonucleare dell'Occidente", dice l'europarlamentare. 

"Von der Leyen ha dichiarato che dovremo fare la guerra a oltranza, fino ad arrivare alla vittoria", aggiunge Vannacci. "Peccato", continua, "che lei non abbia definito cosa sia la vittoria. Il fatto di non dare elementi concreti, rende totalmente intangibile la definizione di un fine da raggiungere. Io non sono un pacifista, ho dedicato 37 anni della mia vita a girare per il mondo con un fucile a tracolla. E infatti credo davvero che la guerra sia la continuazione della politica con altri mezzi. Ma in una situazione di questo tipo non dà nessun valore aggiunto", conclude Vannacci.

Infine, spazio anche al nuovo ruolo e al programma del generale a Bruxelles. "Le cose vanno bene, il due settembre avrà inizio il mio mandato quinquennale. Il gruppo dei Patrioti per l'Europa è ben consolidato e ha le idee chiare", spiega.

"In quanto patrioti, ognuno di noi si basa sulle caratteristiche specifiche delle proprie nazioni. Siamo un gruppo di sovranisti. Vogliamo portare avanti l'Europa delle differenze e delle identità culturali, siamo l'alter ego di coloro che ci vorrebbero conglomerati in una specie di canestro dove tutti sono inclusi, ma nessuno è rappresentato", prosegue.

"Siamo pronti a questo inizio di partita e i temi sul tavolo sono estremamente importanti", dice. "Tra tutti, la riscrittura del Green Deal, un freno al progresso economico del nostro Continente. Inoltre, noi patrioti ci opponiamo alle posizioni dell'Ue riguardo l'agricoltura. Noi vogliamo che l'agricoltura sia una risorsa, sia una fonte di posti di lavoro. Vogliamo un'Europa dei popoli, legata alle proprie identità e tradizioni. Ad esempio, la farina d'insetti e la carne sintetica? Le lasciamo a qualcun altro. Sarà un quinquennio interessante, che ci vedrà coinvolti in tante battaglie", conclude infine Vannacci.






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