Politica

Zelensky vendicativo e malignetto: per insultare Berlusconi colpisce Meloni

Di Giuseppe Vatinno

Zelensky attacca Berlusconi: non si fermano le provocazioni del comico ucraino

Ucraina, Zelensky attacca Berlusconi e Meloni è “ricattata” da Usa e Ue

Ormai il mondo ha cominciato a conoscere bene chi sia l’ex (?) comico ucraino Zelensky. Un tipo che stava per andare a processo nel suo Paese per corruzione aggravata e che si è salvato unicamente perché è iniziata la guerra, a cui lui deve tutto ed è per questo che non ha alcuna intenzione di interromperla. Zelensky è un incantatore, un mago malvagio che conosce bene la comunicazione di massa e che manipola da un anno l’opinione pubblica internazionale. Ricordiamo brevemente che la guerra ucraina non è una guerra normale, è una guerra civile e che il torto e la ragione si mischiano ma che ci sono alcuni dati incontrovertibili.

La Crimea è russa perché fu donata da Krusciov all’Ucraina ai tempi dell’URSS e che in Ucraina c’è stato un colpo di Stato ai danni del presidente filo-russo Viktor Janukovyč regolarmente eletto. Abbiamo anche imparato a conoscere la pericolosa propensione di Zelensky a far scoppiare una Terza Guerra Mondiale possibilmente Nucleare. Detto questo, la diatriba tra lui e Silvio Berlusconi è stucchevole. Non solo per i contenuti ma per le modalità. Ricordiamo i fatti. Dieci giorni fa il Cavaliere esternò contro l’opportunità dell’incontro tra Giorgia Meloni e l’ “uomo dalla maglietta verde”.

Lo fece giustamente ed a ragion veduta per i motivi prima esposti ed anche perché Putin è un suo amico, come fino a poco tempo fa lo era della Meloni e di tutto il centro – destra, specialmente di Matteo Salvini che addirittura girava per la Piazza Rossa con una maglietta con il suo volto. L’uscita di Arcore indusse la Meloni a preparare una immediata visita, quasi un omaggio, a Zelensky che si è concretizzato appunto ieri. Visita nata sfortunata perché nessuno – come al solito - l’aveva avvertita che il vecchio Joe Biden le avrebbe soffiato la ribalta internazionale programmando una visita analoga nello stesso momento e naturalmente le diplomazie americane e ucraine si sono ben guardate da avvertire gli italiani.

Allora la Meloni ha cercato disperatamente di incontrare Biden ma non c’è stato niente da fare, rimediando così un doppio smacco. Il “pellegrinaggio a Kiev” è stato necessario per placare le ire del comico che voleva essere omaggiato dalla Meloni per l’ “offesa” ricevuta da Berlusconi. Però Giorgia non aveva fatto i conti con il carattere vendicativo e malignetto del presidente ucraino che appena ha potuto ha restituito il colpo ricevuto mettendola in grande difficoltà. Infatti, durante la conferenza stampa, ha detto che Berlusconi aveva parlato così perché non aveva avuto i “carri armati in giardino” e la “casa bombardata”. La Meloni ha cercato alla meglio di parare il colpo rispondendo che importano i fatti e che il centro –destra, anche Forza Italia, ha sempre votato compatto pro – Ucraina.

A quel punto però ad Arcore non l’hanno giustamente presa bene. E Berlusconi ha replicato di conoscere gli orrori della guerra che ha vissuto da sfollato. Fin troppo buona la reazione dell’ex Cavaliere che si è messo addirittura ad argomentare. Che di Zelensky non ci si possa fidare ne sa qualcosa pure Mario Draghi che l’anno scorso fu snobbato dal comico. Ma perché Giorgia è prona a Zelensky? Semplice, lo è perché sa benissimo che senza il beneplacito di Washington e Bruxelles non potrebbe governare perché le verrebbe rinfacciato subito il suo passato “fascista”.

Il nostro Presidente del Consiglio quindi non è libero ma deve rendere conto a qualcuno del suo operato. Ma la Meloni, come tutto il centro-destra, è naturalmente filo-Putin. Basti pensare ai selfie con sbaciucchiamenti che la politica romana si faceva con Orban fino a qualche mese fa. Poi, una volta vinte le elezioni, ha dovuto mollare tutto perché Orban è l’ “uomo di Putin” in Occidente. Il fatto che la Meloni su Kiev vada d’amore e d’accordo con tutta la sinistra qualche domanda la dovrebbe porre non solo ai suoi elettori ma a tutti gli italiani.