Niente quotazione per la Banca Popolare di Vicenza. "Borsa Italiana - si legge in una nota - non dispone l'inizio delle negoziazioni e pertanto il provvedimento di ammissione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza è da considerarsi decaduto".
La società che gestisce infatti il listino milanese ha deciso che "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato" a causa dei risultati dell'offerta di sottoscrizione delle azioni dell'istituto finalizzata alla quotazione.
L'avvio delle negoziazioni era infatti subordinato "alla verifica della sufficiente diffusione degli strumenti finanziari": al termine dell'offerta Borsa ha rilevato che il 91,72% del capitale sarebbe in mano a "un unico soggetto" (il fondo Atlante), 10 investitori istituzionali avrebbero il 5,07% del capitale (di cui il 4,97% in mano a un unico investitore "indicato come non computabile ai fini del flottante"), il pubblico indistinto avrebbe avuto lo 0,36% e gli azionisti preesistenti il 2,86%.
Dal quartier generale della Popolare berica non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale dopo il mancato via libera. Secondo alcune fonti vicine all'istituto, 'però, "l'importante era che la banca fosse messa in salvo ed ora è in salvo". Secondo quanto riferiscono le stesse fonti, era fondamentale che il processo di messa in sicurezza della Bpvi avvenisse "senza ripercussioni negative per obbligazionisti e correntisti e così è stato".