di Denny Pellegrino
Impazza la Veggie mania, sempre più italiani dicono addio alla carne e anche a Bari è boom di ristoranti vegetariani e vegani. Nel capoluogo pugliese, in cui pesce crudo e ragù di cavallo sono classici della cucina tradizionale, generazioni di salutisti-animalisti si appropriano di una grossa fetta del mercato alimentare.
Unico diktat, essere sani e belli rispettando gli esseri viventi. Il cibo diventa così local, bio e vegano al cento per cento, mentre le strutture ricettive sono ‘eco’, nel rispetto dell’ambiente e persone. I menù diventano cruelty free e a kilometro zero, promuovendo prodotti locali, rigorosamente biologici e spesso riducendo drasticamente la filiera, dal produttore al consumatore.
A conferma di quanto detto, l’ultimo Rapporto Eurispes 2015, secondo cui gli italiani che hanno scelto di escludere le proteine animali dalla propria alimentazione nel 2014 sono il 7,1% della popolazione (circa l'1% in più rispetto all'anno precedente): 4,2 milioni di persone nel 2014, mentre nel 2013 erano stimati a 3 milioni e 720mila, con una crescita complessiva del +15%.
Dati avvalorati anche da una recente indagine commissionata a GfK Eurisko: dal 2006 a oggi sono 2mln gli italiani che hanno preso le distanze dalla carne, mentre aumentano quelli che si ispirano a modelli vegani. Per chi, invece, volesse solo sperimentare per un periodo, senza convertirsi del tutto,nasce Bedetox, la prima dieta bio-vegana consegnata a domicilio che dura dieci giorni: porta a casa o in ufficio ogni giorno tre pasti, due snack e i drink, tutto pronto.
Il servizio è attivo a Bari oltre che a Lecce e Milano; in cambio del sacrificio di caffè e alcol, delizie tipo riso saltato con verdure e mandorle, funghi e asparagi al forno con olive, gelatina di papaya. Ma quello vegano è soprattutto uno stile di vita, così come spiega il collettivo antispecista ‘Puglia Vegana’, che organizza iniziative di informazione e sensibilizzazione su tutte le tematiche di sfruttamento degli animali; si sceglie di non fare del male a qualunque essere “abbia occhi” escludendolo da alimentazione, abbigliamento, arredo e tutti i prodotti derivanti dalla morte diretta o indiretta di animali o dalla loro prigionia.
L’alimentazione non è che uno degli aspetti di questa scelta. Moda o no, oggi sempre più studiosi ritengono che rinunciare ad un’alimentazione a base di prodotti di origine animale sarebbe di grande aiuto nella lotta alla fame nel mondo.
L’economista e sociologo Jeremy Rikfin sostiene che circa 800 milioni di persone potrebbero essere sfamate ogni anno solo con il grano destinato negli Stati Uniti agli animali da macello e, un discorso analogo può essere fatto per l’acqua. La coltivazione di cereali da utilizzare direttamente per l’alimentazione umana risulterebbe economicamente più conveniente ed efficace dell’allevamento di animali da macello. A questo tipo di argomentazioni di vasta portata e di natura etica si accompagnano le considerazioni relative ai benefici di un’alimentazione vegetariana per la salute dell’organismo. Sulla scia di una filosofia tutta eco-sostenibile