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A Gianni Liviano il premio “Franco Margiotta” per l'impegno politico

“A volte ho la sensazione di essere terzo rispetto a delle dinamiche, quasi una sorta di extraterrestre in mondi che non ti appartengono ma che lasciare non è opportuno perché  se li lasci apri la porta a spazi per costruire bene comune a persone che potrebbero costruirlo ma che potrebbero anche non esserne interessati. Allora, anche rispetto a momenti di sofferenza, che, ultimamente,  ho dovuto vivere sulla mia pelle, e di difficoltà a prevalere deve essere il senso di responsabilità. E il senso di responsabilità ti porta a raggiungere la consapevolezza di essere strumento e cacciatore di bene comune anche quando ti sembra di utilizzare strumenti ingiusti. Ma la passione, lo sforzo di essere innamorati, il desiderio di essere costruttori, la scelta privilegiata degli ultimi e dei più poveri devono essere la spinta per continuare a insistere, a non mollare”.

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Gianni Liviano non molla, mette alle spalle la dolorosa vicenda che lo ha visto privato della delega assessorile e messo alla gogna da una campagna mediatica senza uguali, e rilancia la sua attività di consigliere regionale. E l’annuncio lo dà dall’Aula magna dell’Università di Bari dove ha ritirato il premio “Franco Margiotta” assegnatogli per l’impegno politico dalla famiglia dell’illustre chirurgo martinese e dalla fondazione “Nuove proposte” dell’avvocato Elio Greco. Con Liviano, ad essere premiati, sono stati anche Giuseppe Loverro, direttore 2° U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico di Bari, per la chirurgia, e il giornalista Carlo Stragapede per l’impegno culturale.

“Senza indossare bandiere ma ragionando sul terreno del confronto e della condivisione - ha detto il consigliere regionale, Gianni Liviano - si possono costruire basi solide sulle quali impostare politiche di sviluppo e costruire il bene comune. Ma è necessario - ha poi concluso - sdoganarsi dal leaderismo e dalle corti plaudenti”.

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A riprova del rinnovato impegno c’è l’iniziativa alla quale Liviano prenderà parte, quella organizzata da “La città che vogliamo”, oggi, 18 novembre,  alle 18.30, nella nuova sede di via Fiume, 12 a Taranto. Liviano insieme a Paolo Verri, direttore di Matera 2019, e a Vera Corbelli,  commissario per le bonifiche, si confronterà sul Manifesto per Taranto, documento che è la sintesi delle tesi,  delle proposte e dei dibattiti emersi nel corso della “Tre giorni di fine estate” organizzata gli scorsi 16, 17 e 18 settembre dall’associazione.

Un manifesto che prende spunto dalle “parole di Taranto”, scaturite dalle parole chiave a partire da quel “bellezza e felicità” declinato nel corso delle tre serate da ospiti illustri quali Luciano Violante, Valentino Castellani, ex sindaco di Torino, Massimo Bray, ex ministro della Cultura e direttore dell’enciclopedia Treccani, lo stesso Paolo Verri, il direttore del Museo archeologico di Taranto, Eva Degl'Innocenti, il magnifico rettore dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio, e tanti altri.