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A Taranto,
un virus buonista

Mario Pennuzzi

A Taranto il contagio non è arrivato dalle sponde meridionali del Mediterraneo con i barconi, né dalle rive del Mar Giallo, è arrivato dalle sponde del PO!

I virus sono degli organismi opportunisti, se ne stanno acquattati in un cantuccio per migliaia di anni, stanno lì immobili, insignificanti, hanno una circolazione lenta, altri organismi li portano con se senza neppure saperlo, attendono. Poi d'improvviso si apre una crepa, una leggera breccia dalla quale sciamano via e si diffondono nel mondo. Dove erano? Quanti erano? Come è possibile che oggi ci sia una invasione?

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Ma siamo certi, poiché il diavolo si nasconde nei dettagli, senza quella piccola crepa, all'inizio persino impercepibile, l'invasione non ci sarebbe stata. Quella piccola crepa è come un refuso in un testo a stampa, che cambia ed inverte il senso che abbiamo dato all'interpretazione della storia.

Il particolare è piccolo, ma il cambiamento di senso è grande. GOD SAVE THE QUEEN, cantano gli inglesi augurando una buona sorte alla loro sovrana, ma quanto cambia il senso di quella frase se per un errore ortografico compare una h (shave) che invita il sommo fattore a far una poco credibile barba alla sovrana.

Canne battaglia elefanti

Che dire poi dei tanti soldati antichi che andarono in battaglia fiduciosi e non tornarono per via di una virgola, che l'indovina non apponeva (andrai vincerai non morirai in battaglia) che se invece apposta a separazione dei due concetti avrebbe rovesciato chiarendolo il senso della frase.

Che dire ancora del revisore di bozze di Saramago che avendo inserito (questa volta consapevolmente) un non nel racconto, rovescia completamente il senso della battaglia descritta. Pensate un intero romanzo costruito su un  non, la sorte di una guerra e la vita di un popolo cambiate da un insignificante non.

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Anche nell'odierno dramma il nocciolo sta nei dettagli.

Il virus invasore si poggia su forze non sue, sciama da animali, con cui ha convissuto da sempre, senza fare molti danni, all'uomo che ne è devastato, si poggia su altri vettori, altre malattie, altre infezioni che ne favoriscono la diffusione.

Immancabilmente una parte di queste infezioni colpiscono la mente, l'anima del malato, ed allora compare il monatto, l'untore, la malattia che ci coglie diviene la punizione del nostro peccato, la conseguenza dei nostri errori. Si isolano i presunti untori, si colpiscano i diversi e in un crescendo rossiniano il furore si scatena. Impazzano comportamenti irrazionali, si fa incetta, inutile incetta, di viveri e medicinali.

Giochi Mediterraneo Taranto2

Colpa dei social e del loro uso indiscriminato?... si forse un po', ma anche le storie del passato ci rivelano che l'irrazionale e la paura si contagiano anche senza i social.

In questo contesto il coronavirus è sbarcato nella nostra città, a Taranto, il primo caso in Puglia. Ma è un virus di parte, un virus buonista. A smentire  le ripetute previsioni dei sostenitori dei porti chiusi, il virus non è arrivato dalle sponde meridionali  del Mediterraneo con i barconi dei tanti che affidano la loro vita a quelle fragili imbarcazioni, nè dalle rive del Mar Giallo, è arrivato dalle sponde del PO, sacro argine alle invasioni etniche.

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I virus non conoscono l'educazione entrano da dove gli pare, o forse da dove gli capita. Sta a noi respingerne gli attacchi, con razionalità, applicando le norme che isolano il contagio o ne limitano la diffusione: pazienza, serenità e razionalità queste le armi fondamentali.

Ben altri sono i pericoli di questo secolo, alle prese con una natura alterata dal comportamento umano e da un modello economico che produce squilibri crescenti.

Cerchiamo di limitare i danni ed intanto "GOD SHAVE THE QUEEN".