PugliaItalia

ACLI, Studio su Agricoltura
sommersa in Puglia

Nella campagne della Puglia la gente lavora, viene sfruttata, umiliata e muore, per meno di 20 euro al giorno. Senza garanzie, senza poter guardare il faccia il proprio aguzzino. Senza poter protestare, nell’assoluto silenzio. Accade da anni: immigrati ma anche braccianti italiani sfruttati, che costituiscono un vero e proprio “mercato” sommerso di esseri umani gestito dai caporali.

Le ACLI (Associazione Cristiane Lavoratori Italiani) ne discutono presso la Sede Provinciale Bari-Bat, presentando i risultati di una indagine commissionata dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) condotta a seguito dell’avvio nel mese di gennaio 2015 di uno Sportello di Prossimità nell’ambito del “Servizio Specialistico Integrato per l’emersione e il contrasto delle discriminazioni e del lavoro irregolare delle categorie svantaggiate nelle regioni”.

Il servizio proposto della ACLI in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità e con l’UNAR è nato con diversi obiettivi: approfondire, attraverso azioni di ricerca, il fenomeno del lavoro sommerso, con particolare riferimento a territori e settori in cui le stime nazionali evidenziano una concentrazione elevata di lavoratori irregolari; contribuire alla sensibilizzazione sul tema del contrasto al lavoro nero ed alla discriminazione di ampi e privilegiati “pubblici” istituzionali, del mondo imprenditoriale, delle parti sociali, dell’associazionismo e del Terzo Settore, attraverso eventi e workshop; fornire un servizio di ascolto, consulenza legale e psicologica ai lavoratori irregolari (sportello di prossimità ACLI).

All’incontro, moderato da Nicola DI PINTO - Presidente Provinciale ACLI Bari-BAT, interverrà anche Paola VILLA, membro Presidenza nazionale ACLI con delega a innovazione, progettazione sociale e volontariato (martedì 29 sett. - ore 16,00).