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ANM Bari, MI e Ordine Avvocati sugli organici uffici giudiziari baresi
Associazione Nazionale Magistrati Bari, Magistratura indipendente e Ordine Avvocati Bari su organici uffici giudiziari Distretto di Bari.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, la Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati di Bari e il Gruppo di Magistratura indipendente, nel solco di un dialogo istituzionale, rimarcano ancora una volta la grave situazione di criticità strutturale e le condizioni di forte precarietà in cui si amministra la giustizia nel distretto barese, ormai percepibile, non solo sull’evidente piano della frammentazione in otto sedi giudiziarie, bensì anche su quello delle risorse umane che professionalmente erogano il servizio.
"È noto che in Puglia, in linea di continuità con il resto d’Italia - denuncia una nota diffusa al riguardo - i processi hanno una lunga, spesso irragionevole durata, circostanza che incide negativamente sulle legittime istanze di giustizia della collettività e sullo sviluppo economico del territorio. Nonostante ciò, i magistrati del distretto barese sono tra i più produttivi della penisola (e d’Europa)".
"Incisivi sono i dati ricavabili dall’ultima (in ordine temporale) rilevazione statistica ufficiale del Ministero della Giustizia - Direzione generale di statistica e analisi (cd. studio Bartolomeo- Bianco, “La performance nel sistema giudiziario italiano”), con aggiornamento al dicembre 2016, ma a cui ben può farsi riferimento, atteso che, come osservato dal Presidente della Corte d’Appello di Bari, nella “Relazione sull’amministrazione della Giustizia 1° luglio 2017 - 30 giugno 2018”, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del 2019, quantomeno nel settore civile, complessivamente, nell’intero distretto, il numero dei procedimenti pervenuti nel periodo 1.7.2017/30.6.2018 (n. 126.901) è diminuito di appena lo 0,2% rispetto alla precedente rilevazione (n. 127.166)".
"Bari ha un bacino di popolazione - e dunque di potenziale utenza - più alto di Palermo, Catania, Genova", continua la nota, "ma un numero di giudici nettamente inferiore: 88 a fronte di 125 Palermo, 110 Catania, 92 Genova. Foggia, che ha un bacino di popolazione maggiore di quello di Santa Maria Capua Vetere, ha un organico di giudici di Tribunale pari a 65, a fronte di 88 del secondo".
"Se dal dato della popolazione si passa al numero dei procedimenti iscritti (cd. sopravvenienze) nel 2016, anche qui i giudizi iscritti a Bari sono prossimi a quelli di Palermo, Catania, ma anche di Torino, sebbene il numero dei magistrati in pianta organica a Torino sia pari a 165".
"Il divario negli anni - si precisa - è stato colmato quasi esclusivamente attraverso un’elevata produttività pro capite dei magistrati del distretto barese, che risultano primi nella classifica del censimento citato, con una performance pari a circa l’1,36% (media Bari- Foggia), a fronte di un indice dello 0,98% per Torino e per Genova, dell’1,10 per Santa Maria Capua Vetere, dell’1,00 per Reggio Calabria, dello 0,99 per Catania e dello 0,94 per Palermo".
"Analoghi riscontri si ricevono dal lavoro svolto dall’Ufficio Studi CGIA di Mestre sui dati della Corte d’Appello di Venezia, come da rilevamento statistico del Ministero della Giustizia e del CSM, i quali hanno indicato, per gli uffici di secondo grado e con aggiornamento del dato statistico al 2017, il numero di affari pendenti pro capite per singolo magistrato nei diversi distretti del territorio nazionale: ebbene, la sproporzione numerica è significativa nel raffronto di Bari (con un indice di 498 procedimenti per singolo magistrato di Corte d’Appello) con Palermo (pari a 334) e Torino (pari a 320)".
"E se Venezia risulta essere “prima” al Nord per aumento dei sopravvenuti (+ 28,3%), la rilevazione da ultimo menzionata conferma che la Corte d’Appello di Bari (civile e penale), passando da un numero di giudizi sopravvenuti pari a 8.284 nell’anno 2015 a 12.500 nel 2017, è “prima in Italia”, con una percentuale del + 50,5%$.
"Non va trascurato che la mobilità fisiologica verso migliori condizioni di lavoro - prosegue l'analisi di magistrati e avvocati - rischia, nel lungo periodo, di compromettere la tenuta complessiva del sistema incentrato sul notevole lavoro finora profuso dal magistrato del distretto barese, in termini quantitativi e, soprattutto, qualitativi, nonché dal personale amministrativo, anch’esso fortemente sottodimensionato".
"E’ di questi giorni l’allarmante notizia che diciassette delle venti domande di trasferimento per il tribunale di Bari sono state revocate, nonostante il CSM abbia definito i posti “a copertura necessaria”, con la possibilità, quindi, di attribuire punteggi aggiuntivi per quanti li avessero ricoperti. È un dato che esprime chiaramente l’inadeguatezza delle piante organiche attuali e la forte sproporzione tra il carico di lavoro individuale (comprensivo di pendenze e sopravvenienze) e il numero complessivo dei giudici operanti sul territorio".
"Tanto si traduce - si mette in evidenza - nella durata inevitabilmente eccessiva dei processi, specie di quelli civili e, a sua volta, in costi notevoli per l’intera collettività, per la violazione dell’art. 6 § 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che consacra il diritto del cittadino ad una risposta giudiziaria in tempi ragionevoli.
"Dal 1°/7/2017 al 30/6/2018 sono stati 2.525 i giudizi definiti dalla Corte d’Appello di Bari in tema di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo (cd. Legge Pinto l. n. 89/2001), a fronte dei 488 della Corte d’Appello di Lecce. Questo significa che lo Stato paga, e non poco, per la propria inefficienza organizzativa".
"Un sistema giudiziario efficiente incrementa la competitività di un territorio, potenziando la trasparenza dei comportamenti economici e attraendo investimenti delle imprese. Un sistema lento è, invece, fonte di contenzioso generato dalla prospettiva di procrastinare nel tempo la soluzione del conflitto economico e da valutazioni anche di convenienza dei debitori, circostanza che allontana dal circuito giudiziario ordinario le domande sane di giustizia di imprese e cittadini per i quali è indispensabile avere una risposta certa e rapida".
"Per questo è dovere ed interesse primario di chiunque sia istituzionalmente coinvolto nell’organizzazione, nell’erogazione e nella fruizione del servizio giustizia, ma anche della società civile, e delle categorie sociali ed economiche che la compongono, attuare un’azione sinergica, decisa, monitorata con costanza, affinché si possa conformare lo stato di fatto ai reali bisogni, in termini di risorse materiali ed umane, colmando il divario tra situazioni obiettivamente inique".
"La novità, nonché l’occasione più importante, è oggi costituita dal deliberato aumento della pianta organica nazionale dei magistrati da parte della legge di bilancio del 2019 pari a 600 unità, di cui 520 destinati agli uffici di merito, di cui si è discusso nel recente incontro organizzato dalla Giunta ANM di Bari con il Vicepresidente del CSM, David Ermini".
"Nella consapevolezza che la scelta finale competa al Ministero, ma che l’efficienza del servizio giustizia sia tra i nodi principali per il rilancio dell’economia del Sud Italia - conclude la nota - nell’interesse comune di tutta la società civile, le rappresentanze delle istituzioni e delle categorie sociali oggi presenti ribadiscono il proprio impegno affinché, nella futura allocazione delle risorse, si tenga conto, oltre che dei dati demografici (numero di magistrati per numero di abitanti) e dell’incidenza della presenza imprenditoriale e commerciale nella zona di territorio considerata, anche dei dati statistici, in termini di pendenze e soprattutto di sopravvenienze di affari pro capite per singolo magistrato, senza trascurare, nelle sue caratteristiche qualitative, la tipologia di contenzioso, anche penale, che vede il distretto barese investito, come pochi altri nella nostra penisola, da una criminalità organizzata sempre più pervasiva, specie nel territorio foggiano".
"Si adoperano, altresì, affinché si adottino le opportune ed improcrastinabili soluzioni organizzative e finanziarie per restituire alla magistratura del distretto la dignità che merita, per aver sempre dato continuità all’azione giudiziaria con immensi sacrifici e perché si assicuri ai cittadini la tutela giudiziaria in ambienti sicuri e idonei, proseguendo con maggiore efficacia e tempestività il già intrapreso percorso per la realizzazione del cd. Polo della Giustizia barese nell’area delle ex Casermette".
(gelormini@affaritaliani.it)