AQP, futuro assetto societario
Emiliano: 'E' e resterà pubblico'
Il dibattino in Consiglio Regionale sul futuro assetto proprietario di AQP, la replica di Michele Emiliano e la controreplixa del M5S
Il futuro dell’assetto societario dell’Acquedotto pugliese è stato al centro del dibattito dell'ultima seduta del Consiglio regionale. Le posizioni espresse dalle varie forze politiche che ripropongono le ipotesi emerse dai lavori del tavolo tecnico regionale, sono state in parte formalizzate in ordini del giorno da sottoporre al voto dell’Aula. Il consigliere regionale Cosimo Borraccino (SI), che per primo ha chiesto la discussione dell’argomento, ha ribadito “quanto possa essere rischioso l’affidamento in house ai Comuni” indicando come unica strada percorribile “per non tradire il risultato del referendum del 2011 che ha riaffermato il principio dell’acqua pubblica, la costituzione di un’azienda speciale che possa essere destinataria dell’affidamento diretto della gestione del servizio idrico integrato, con la partecipazione dei Comuni”.
Sulla stessa linea il Movimento 5 stelle, che ribadisce la propria contrarietà a ipotesi che aprano la strada all’ingresso dei privati, sollecitando la Regione a predisporre gli atti per la trasformazione di AQP in azienda speciale alla quale i Comuni possano aderire in maniera consorziale. I 5 stelle sollevano inoltre dubbi su quanto previsto nel Piano strategico di AQP, e cioè che “diventi una multiutility, che si avventuri sui mercati dell’energia, dei mega impianti di gestione dei rifiuti e della costruzione di impianti idrici, anche all’estero”.
Diversa la posizione di DIT, che invita la Regione a cedere gratuitamente, così come le ha ottenute gratuitamente dallo Stato, le quote dell’Acquedotto pugliese all’Autorità Idrica Pugliese, ovvero ai Comuni, affinché questi possano affidarli a società in house.
Per Enzo Colonna (Noi a Sinistra) la soluzione è quella di un affidamento in house all’AQP ad assetto societario invariato, prevedendo la possibilità di un coinvolgimento dei Comuni nelle attività di indirizzo e di verifica gestionale di AQP, che però, per un’esigenza di salvaguardia, deve mantenere un assetto societario unico, saldo al cento per cento nelle mani dei pugliesi.
Partendo dal dato incontrovertibile che la risorsa, cioè l’acqua, è pubblica, e che inoltre si è tutti d’accordo sul fatto che la modalità di gestione debba essere pubblica, secondo Fabiano Amati (Pd) esistono due possibilità: la prima è chiedere all’ANAC che cosa ne pensa della scadenza di cui alla convenzione e, nel caso in cui la proroga non fosse possibile, non resterebbe che coinvolgere i Comuni.
Per i principi di buon andamento della pubblica amministrazione, all’interno del quale c’è anche il dovere di non arrecare danno al patrimonio dell’ente territoriale, in questo caso la Regione Puglia, la stessa Regione Puglia potrebbe cedere gratuitamente ad AIP, quale ente rappresentante dei Comuni pugliesi, una quota azionaria. Ciò dovrebbe significare che la possibilità di cessione gratuita in favore dei Comuni non potrebbe superare il 10-12 per cento del pacchetto azionario, perché a tanto ammonta, senza rivalutazione del valore nominale delle azioni, il valore della cessione gratuita da parte dello stato alla Regione Puglia.
Ernesto Abaterusso (MdP) ha ribadito la contrarietà del gruppo a qualsiasi ipotesi di privatizzazione di AQP, invitando pertanto la Regione Puglia a porre in essere ogni attività necessaria per il passaggio della partecipazione di controllo di Acquedotto Pugliese Spa in favore dell’Autorità idrica pugliese, ricordando che spetta all’Autorità idrica pugliese, ente di governo dell’ATO, partecipata dagli Enti locali di riferimento dell’ambito, individuare le modalità di gestione del servizio e le modalità di affidamento del servizio.
Per Nino Marmo (FI) invece occorre innanzitutto tener presente che l’acqua è pubblica perché gestita dall’Ente Irrigazione e le reti sono già di proprietà dello Stato, delle Regioni e dei Comuni. Perciò l’ingresso, con una quota ovviamente non maggioritaria, di un socio privato può rappresentare un’occasione di rilancio del servizio: “Non mi terrorizza - sostiene Marmo - la partecipazione di chi, con la sua capacità industriale, può migliorare la gestione di una macchina che si occupa di erogare un bene che era, è e resterà pubblico. Immagino un Aqp che veda coinvolti gli attori veri della vita dell’ente: dalla Regione agli utenti e dipendenti (magari prevedendo anche una partecipazione agli utili) ed in misura ridotta anche dai Comuni”.
Rispondendo a tutti, il presidente della Giunta regionale Michele Emiliano ha dichiarato: “Mai è stata neanche lontanamente immaginata una privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Ribadisco la proprietà pubblica dell’acqua e del Servizio idrico integrato che la distribuisce”.
“Certo - ha aggiunto Emiliano - esistono delle norme sulla questione dell’affidamento in house del Servizio idrico integrato. Sono delle regole che consentono questa possibilità solo a determinate condizioni. Anche in questo caso, il tavolo tecnico-politico regionale si è mosso in connessione con l’Autorità idrica pugliese. L’AIP ha prodotto una sua decisione, un suo parere sul punto, che è stato sottoposto all’ANAC. Staremo a vedere quale sarà la decisione di quest’ultima".
"Certamente non siamo spaventati dall’idea di dover inserire i Comuni nella compagine sociale dell’Acquedotto - ha proseguito il Governatore - se questo fosse necessario. E non credo neanche che i Comuni muoiano dalla voglia di entrare in Acquedotto Pugliese, perché si tratterebbe di ulteriori complicazioni che probabilmente essi stessi eviterebbero volentieri. Ma se fosse necessario questo particolare meccanismo legislativo, noi affronteremo questa fase. Se viceversa l’ANAC dovesse ritenere che l’affidamento in house è la proroga del contratto di servizio, è possibile senza ulteriori problemi, come l’AIP stessa ha ritenuto, noi seguiremo questa strada”.
AQP è l’Acquedotto pubblico più importante, più moderno, tecnologicamente più avanzato sicuramente d’Italia, ma probabilmente anche d’Europa. “Tutto questo avviene - ha sottolineato il presidente Emiliano - con un’azienda che viene gestita secondo le regole previste, per le società per azioni di proprietà interamente pubblica, che non sono regole paragonabili a quella di una Spa qualunque. Tutto avviene tramite procedure ad evidenza pubblica e con grande attenzione all’imparzialità, alla trasparenza, al rispetto delle norme”.
Pronta controreplica del M5S: “Finalmente abbiamo sentito in aula il presidente Emiliano esprimersi sul futuro di Acquedotto Pugliese. Il Governatore dice che non è mai stata immaginata la privatizzazione di AQP? Finora abbiamo sentito solo parole, ma nessun atto concreto. Di fatto la sua inerzia fa sì che si avvicini sempre di più l’indizione di una gara a cui potranno partecipare anche i privati. Per salvare AQP abbiamo deciso di non partecipare alla votazione dell’Ordine del Giorno della maggioranza e riteniamo gravissimo che non ci sia stata data la possibilità d’illustrare il nostro Ordine del Giorno sul futuro di AQP".
"La maggioranza non può toglierci la parola - incalzano i pentastellati - e pretendere che siamo noi a mantenere il numero legale, quando i suoi scappano. Riteniamo gravissimo il comportamento di Emiliano, e del presidente dei Consiglio, che hanno deciso di rimandare la seduta, invece di sospenderla e riaggiornarla dopo un’ora con il secondo punto all’ordine del giorno: la monotematica sui trasporti. Per fare un dispetto a noi Cinquestelle hanno fatto un danno ai tanti pugliesi, che ogni giorno sono costretti a convivere con i disagi del trasporto pubblico e che per questo hanno firmato una petizione con la quale chiedono più sicurezza e il potenziamento del trasporto”.
(gelormini@affaritaliani.it)