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Attilio Scienza in Puglia
'Collezionare biodiversità'

“Ricerca e cultura, le chiavi di accesso per la viticoltura del futuro che farà perno sulle collezioni di biodiversità", lo afferma Attilio Scienza

“Ricerca e cultura, le chiavi di accesso per la viticoltura del futuro e in questo le collezioni di biodiversità svolgono un ruolo molto importante, poiché sono la vera ricchezza dei centri di Ricerca”, lo ha detto Attilio Scienza in visita alla collezione di biodiversità di Tenute Emèra, la cantina di Claudio Quarta a Marina di Lizzano, in provincia di Taranto, accompagnando i laureandi in viticoltura ed enologia dell’Università di Milano.

10 il prof Attilio Scienza
 

Una giornata studio “sul campo” fra i vitigni che compongono la collezione di biodiversità considerata la più grande al mondo per la varietà del Mediterraneo - 500 varietà provenienti dalla Georgia - che sono state impiantate e che vengono studiate dal 2009, con un progetto avviato proprio con il team di Scienza dell’Università di Milano insieme al prof Osvaldo Failla.

“Le collezioni di biodiversità sono molto importanti - ha spiegato Scienza - e se fino a qualche decennio fa era una sorta di banca per il mondo accademico, adesso svolgono funzioni importantissime, prima fra tutte la raccolta del genoplasma per l’analisi genetica, per studiare la viticultura e ricostruire il pedigree delle varietà. La vera ricchezza dei Centri di Ricerca sono proprio le grandi collezioni, oggi un bene prezioso, poiché i materiali sono sempre più difficili da reperire, in quanto nessuno li scambia più”.

9 i microfermentatori
 

Le varietà della collezione Quarta, dove sono state portati in salvo i vitigni provenienti dalla Georgia -  la più grande riserva genetica al mondo, dove attualmente sono presenti 900 varietà sopravvissute all’erosione di un patrimonio che contava in origine ben 8000 vitigni - sono utili a studiare il comportamento delle varietà nei confronti del cambio climatico: “noi abbiamo bisogno nei prossimi anni – ha sottolineato ancora Scienza -  di valutare la risposta varietale ai cambiamenti climatici: alcuni vitigni sono ad esempio indifferenti mentre altri sono ipersensibili, questo è fondamentale per poter guidare la scelta varietale in base alle  condizioni climatiche”.

Durante la giornata-studio è stato sottolineato quanto sia importante studiare le diverse varietà delle collezioni nell’ottica del miglioramento genetico. “Il futuro - ha detto Scienza - non è nella conservazione delle varietà, così come sono, ma nella creazione di nuove varietà, attraverso questi vecchi vitigni, così come ha sempre fatto l’uomo. D’altronde ii vitigni che coltiviamo adesso nascono da incroci verificatisi qualche centinaio di anni fa, oggi noi attraverso le nuove conoscenze dobbiamo accelerare i processi di miglioramento genetico”.

Anche Claudio Quarta, intervenendo nel suo saluto agli studenti, ha posto l’accento su “la grande bellezza” della biodiversità delle specie vegetali del mondo: “In Italia i vigneti della Valtellina sono Patrimonio UNESCO, ecco dovremmo fare sempre di più per la salvaguardia della biodiversità,  anche alla luce della scomparsa del terreno  per mano dell’uomo, con la drammatica contaminazione e gli incontrollati processi di cementificazione”.

Infine, è stato ribadito il valore culturale che svolgono questi bacini di biodiversità, come luoghi di conoscenza, di divulgazione della storia della civiltà del vino per sensibilizzare alla difesa di questa grande ricchezza dell’agricoltura che è la biodiversità. “Perché – ha chiosato Scienza -  come diceva Sant’Agostino, non si può amare ciò che non si conosce”.

“Biodiversità a Tenute Eméra” -  Il campo sperimentale, con circa 500 varietà di vitigni minori di origine caucasica e mediterranea, è un progetto avviato in collaborazione proprio con la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano con l’obiettivo di preservare una fonte unica di biodiversità e continuare a studiare le caratteristiche e il potenziale qualitativo dei vitigni.

Quarta Claudio vigneti
 

In tre anni, dal 2008 al 2010, sono state impiantate sei repliche di oltre 500 vitigni rari provenienti dal bacino del Mediterraneo. Dal 2014 ogni anno viene condotto uno screening mediante micro-fermentazione di alcune varietà selezionate in base sia al profilo aromatico ed equilibrio tra concentrazione zuccherina e acidità che alla loro eventuale resistenza alle infezioni.

I vini così ottenuti vengono degustati dallo staff di Claudio Quarta Vignaiolo con l'equipe dei Prof. Attilio Scienza e Osvaldo Failla, della Facoltà di Agraria di Milano. Le migliori varietà, i cosiddetti "Hit ", vengono identificati e propagati in circa 60 repliche. Gli Hit che confermano le loro caratteristiche positive in degustazione divengono “LEAD” e replicati ancor più estensivamente per consentire una più approfondita valutazione.

(gelormini@affaritaliani.it)