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Banda ultralarga, riassegnati i fondi
Capone: "Vittoria per l'italia intera"
C'era stato l'intervento anche del presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese, Salvatore Latronico, a supporto della questione dei fondi per la banda ultralarga, che la Puglia rischiava di perdere; pericolo contro il quale si è battuta la Puglia col suo alfiere di punta: l’assessore regionale allo Sviluppo economico Loredana Capone.
“È fondamentale - aveva affermato Latronico - che gli oltre 600 milioni destinati alla realizzazione della banda ultralarga in Puglia siano effettivamente allocati nella nostra regione. Non sono solo le aziende informatiche ad avere bisogno di questa infrastruttura, ma è l’intero sistema Puglia che, dovendo adeguare i propri processi all’era digitale, deve poter contare su vie di comunicazione adeguate e indispensabili a ogni livello. Il rischio è che tra pochi anni le imprese del Mezzogiorno siano meno competitive in uno scenario di mercato sempre più globale. La banda ultralarga è condizione imprescindibile per essere al passo con i tempi e non far perdere alla Puglia i risultati, anche in campo tecnologico, raggiunti negli ultimi anni”.
Il ritorno da Roma dell'assessore è proficuo: "Veni, vidi, vici": l'accordo quadro, sottoscritto nella capitale, riassegna le risorse destinate allo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale. Recuperati per il Mezzogiorno più di 1,183 miliardi di euro, che riportano il Fondo Sviluppo e Coesione per l’80% alle Regioni del Sud, come da norma.
“Vincendo questa battaglia, abbiamo vinto l’intera guerra, cioè la più grande competizione del futuro”, ha detto Loredana Capone, “Abbiamo sostenuto non solo il Mezzogiorno, ma l’Italia intera perché le risorse sono destinate alla coesione e un paese coeso non ha più zavorre, quindi a giovarsene è sia il Sud che il Centro e il Nord".
"La mia soddisfazione - spiega -.tuttavia è legata anche ad un altro aspetto: forse per la prima volta in Italia è passato un approccio politico che guarda non il breve termine, ma il medio e il lungo periodo. Abbiamo lottato non per noi, ma per i nostri figli e i nostri nipoti che avranno la più grande autostrada digitale italiana per la competitività”.
“La banda ultralarga - ha continuato l’assessore - è l’infrastruttura che fa passare le nuove tecnologie, riducendo il gap Nord Sud. Abbiamo ottenuto che il Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc, l’ex Fas) fosse giustamente ripartito come da norma: 80% al Sud, il 20 % al resto d’Italia. Questo consentirà alla Puglia di passare da 30 Megabit al secondo a 100. Se vogliamo accogliere le imprese innovative, se vogliamo fare attrazione degli investimenti, questo era un passaggio obbligato. Non potevamo arrenderci”.
L’accordo sottoscritto a Roma (si chiama per intero “Accordo quadro per lo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale verso gli obiettivi Eu2020”), introduce due elementi fondamentali: il comma 4 dell’ articolo 3 e una nuova tabella, la numero 4, con la ripartizione di oltre 1,183 miliardi tra le regioni del Mezzogiorno.
Con il comma 4 il Governo assicura che, contestualmente all’intervento con fondi Fsc a favore delle regioni del centro-Nord, l’ammontare di euro 1.183.311.984 “è immediatamente disponibile in quota aggiuntiva secondo la ripartizione indicata nell’allegata tabella 4 per misure destinate alle sole regioni del Mezzogiorno, nel rispetto delle percentuali complessive 80/20 previste dal Fondo sviluppo e coesione”. E poi aggiunge che l’impegno verrà formalizzato con delibera Cipe “entro e non oltre il 30aprile 2016”, aggiungendo che “il mancato rispetto degli impegni e dei termini del comma 4 comporta la sospensione dell’efficacia” dell’accordo stesso.
La tabella 4, invece, ripartisce le risorse tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Alla Puglia sono destinati 231.594.781, che rappresentano la prima tranche di quel fabbisogno di 639 milioni di euro interamente riconosciuto.
Per le altre Regioni la quota è così ripartita: Abruzzo 75,3 milioni di euro; Basilicata 32,5 milioni, Calabria 111,8 milioni, Campania 331,8 milioni, Molise 17,6 milioni, Sicilia 288,3 milioni, Sardegna 94,1 milioni.
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