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Bari-Carrassi, colpito clan Diomede
Estorsioni in natura a misura di crisi
C'è la crisi e i soldi scarseggiano. Francesco Diomede, boss del quartiere Carrassi a Bari, non si perde d'animo e dà indicazioni ai suoi di accettare "contribuzioni in natura" dai commercianti della zona - mercato di Santa Sclastica compreso - con frutta esotica, pesce fresco, carne, salumi, funghi e tartufi. Persino oggetti d'arredo, tappeti, occhiali e accessori d'abbigliamento.
Questo è il quadro emerso dagli accertamenti nell’inchiesta della squadra mobile di Bari, coordinata dal sostituto procuratore antimafia Roberto Rossi, sul racket estorsioni diffuse al quartiere Carrassi, dove pagavano tutti e nessuno osava ribellarsi alle regole imposte del clan Diomede.
Il blitz della Polizia è scattato all'alba, quando sui tetti di Carrassi ha cominciato a "rombare" e volteggiare un elicottero (per evitare la fuga proprio attraverso i tetti), e in manette sono finiti il capoclan Francesco Diomede, 46 anni, Cosimo Zaccaro, di 24, Giovanni Sedicina di 34 e Domenico Siciliani. Una quinta persona, Marco Novelli 26 anni, è stata catturata più tardi.
L'accusa: estorsione aggravata dal metodo mafioso. A Diomede è stata contestata anche la violazione della sorveglianza speciale. Secondo le indagini, avviate già nello scorso ottobre - dopo le segnalazioni dell’Associazione antiracket e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Simeone - i commercianti pagavano 100 euro a settimana, mentre i venditori ambulanti versavano al clan 10 euro.
Da chiarire come il boss Francesco Diomede fosse stato inserito, subito dopo essere stato scarcerato lo scorso mese di maggio, come custode dei bagni pubblici che si trovano nei pressi della Chiesa Russa, la zona dove quotidianamente venivano compiute le estorsioni.
Nella nota di apprezzamento giunta alla Polizia dal Vicemistro dell'Interno, Filippo Bubbico, si evidenzia: "L'importante ruolo svolto dalle associazioni antiracket, che hanno collaborato con la giustizia, e dai commercianti che hanno deciso di denunciare, rendendo possibile il risultato odierno". "La dimostrazione - aggiunge Bubbico - di quanto sia prezioso e importante il lavoro di squadra per difendere le nostre comunità dalle infiltrazioni delle organizzazioni criminali".
Aspetto ripreso anche dal sindaco Antonio Decaro: “Le Forze dell'Ordine e la Magistratura sono presenti e lavorano per rendere sicuro il nostro territorio. Gli arresti di oggi ne sono la prova. Nello specifico episodio, che ha interessato la zona di Carassi, dove più volte anche personalmente mi sono recato presso le attività commerciali per discutere con i commercianti del fenomeno delle estorsioni, voglio ringraziare tutti i cittadini che singolarmente o tramite le associazioni anti racket hanno collaborato con la giustizia denunciando gli episodi. Questa è la prova tangibile che se stiamo tutti dalla stessa parte siamo di più noi e siamo più forti”.
(gelormini@affaritaliani.it)