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Bari, la cultura di prossimità e l'estate dei grandi schermi
L’estate barese, dolce e quasi strapaesana, riparte dai suoi luoghi e riscopre una cultura sopita: quella “di prossimità”,
L’estate barese, dolce e quasi strapaesana, riparte dai suoi luoghi e riscopre una cultura sopita: quella “di prossimità”, l’essere turisti a casa propria, ci spiega Ines Pierucci, Assessore alla Cultura del Comune di Bari.
“La pandemia - racconta Pierucci - ha segnato un prima e un dopo a livello storico e, tra le tante cose, ci ha insegnato l’importanza della scienza e il ruolo della pubblica amministrazione che, come buona politica, possa far tornare le persone a ritrovarsi. La risposta alla minaccia degli individualismi, tornati con forza dopo il distanziamento fisico e sociale, è proprio la cultura, la conoscenza come sinonimo contrario alla paura e come avvicinamento alla scoperta”.
Il Comune di Bari ha lanciato numerose iniziative ed eventi: “Abbiamo pubblicato il bando ‘Arene Culturali’, un bando - prosegue l’Assessore - che ha ricevuto tantissime candidature di operatori culturali e che ha come obiettivo, oltre l’inclusione sociale, la possibilità, con appuntamenti all’aperto, di vivere luoghi che non conosciamo. Insomma, affiancare al turismo di prossimità una cultura di prossimità, nata nei quartieri, nei parchi, nei giardini, di tutti e per tutti. Ritrovarsi e ritrovare il piacere di rimanere in Puglia, poi, vuol dire anche scoprire, per esempio, gli Exultet del Museo Diocesano, pergamene rarissime di oltre mille anni. Ripartire da questa crisi vuol dire cambiare in modo radicale, con la consapevolezza che questo sarà l’anno zero: ci stiamo provando, anche facendo rete con i capoluoghi di tutta Italia”.
La pandemia e le esigenze imposte dal presente, tuttavia, non cancellano i piani e le speranze per il futuro: “Le prossime sfide - conclude l’assessore Pierucci - sono legate alla candidatura di Bari come capitale della cultura 2022, un appuntamento molto vicino. Sono tante le prospettive su cui insistere, c’è il tema del culto nicolaiano, che significa accoglienza e solidarietà espressa durante la pandemia, la stessa di vent’anni fa con l’Albania, ma richiama anche l’intreccio tra sacro e profano, il filo tra Oriente e Occidente, la centralità del Mediterraneo. Bari è cambiata profondamente ed è pronta per questo traguardo. A breve si incroceranno iniziative consolidate come il Bari Piano Festival e il Bif&st”.
Segnali incoraggianti arrivano proprio dal mondo dei maxischermi. In attesa del Bif&st, a Bari è stato inaugurata la Apulia Film House, che si candida ad essere un museo che racconta la storia del cinema e insieme un hub per l’industria dell’audiovisivo.
In più, da qualche settimana, hanno riaperto i battenti alcune sale cinematografiche. Con qualche incertezza. “Vorremmo capire se esiste una strategia, un piano”, confessa Francesco Santalucia, responsabile del Multicinema Galleria, che da metà luglio garantisce (almeno) una proiezione a sera nella iconica Arena 4 Palme.
“La riapertura dell’Arena è stata una scelta quasi simbolica, per mandare un messaggio in attesa di settembre, per rispondere all’affetto e alla voglia di ricominciare. Di certo non per arricchirci”, spiega Santalucia, “Con questi numeri, certo, è dura continuare: le rassegne e le nostre proiezioni non possono funzionare per sempre, è necessario che tornino anche i film blockbuster, oltre che le novità del cinema italiano di qualità. Noi siamo a disposizione e ci inventeremo qualcosa per ripartire, sempre in totale sicurezza. Ora tocca ai distributori, oltre che ai produttori: le pellicole di grido americane, come l’ultima di Nolan, sono state spostate, come del resto anche quella di Verdone”.
Anche se i quattrocentomila spettatori all’anno sono ora lontani, per Santalucia c’è da imparare anche da questo tempo difficile: “Sono convinto che questo periodo abbia fatto riscoprire a tutti il piacere del cinema. Anche l’uscita sulle piattaforme digitali di alcune prime visioni ci ha fatto rendere conto di quanto la mancanza ‘fisica’ del cinema sia stata percepita dal pubblico”.
L’auspicio è, dunque, di riabbracciare presto la normalità. E di auspicio sono i contenuti scelti proprio nella programmazione estiva dell’Arena: “Non è stato casuale riaprire proiettando 8½, e la risposta è stata assolutamente positiva. Abbiamo un po’ reinventato gli appuntamenti, aggiungendo i titoli usciti direttamente sulle piattaforme, inserendo titoli come Miserabili e Favolacce e qualche anteprima”.
Alcune preoccupazioni sono state raccolte anche da Nico Cirasola, fondatore e direttore dell’Airiciclotteri, il cinema open air che vent’anni accudisce i baresi con plaid e panzerotti roventi. “Siamo stati i primi a partire a Bari, riducendo spazi e i quasi novecento posti, superando la diffidenza delle persone e, naturalmente, con tutte le precauzioni: abbiamo l’elenco di tutti gli spettatori ed invitiamo a scaricare Immuni. In più, ‘tracciamo’ anche tutti i panzerotti che distribuiamo”.
Anche quest’estate l’Airiciclotteri non punta ad essere un semplice cinema: “Pur mantenendo la centralità del film come evento serale - spiega Cirasola - stiamo cercando, al tramonto, di dar vita ad incontri musicali, presentazioni, reading di poesie. Tra gli altri, ospiteremo Gianni Ciardo e a settembre ci incontreremo per la Masseria del cinema, un appuntamento di cinque giorni che vede il pubblico protagonista: tutti portano cibo da casa, e gli artisti portano le loro opere, in una specie di pedana senza pause. Una grande sala all’aperto”.
Tra le piccole cose preziose riscoperte in questo periodo c’è anche il gusto del vecchio cinema all’aperto? “Certo, ma non è solo romanticismo è nostalgia: questo è il futuro. Elementi che prima sembravano negativi, ora rientrano nell’idea di riprendere un rapporto con la natura. La nostra arena, modellata sugli schemi delle strutture con ghiaia e con il palcoscenico che vede il faro, sposa questo principio di socialità che passa per la condivisione di cibo ed esperienze”.
La rassegna dell’Arena, per Cirasola, è un “invito alla scoperta”: “Al nostro pubblico, che è fatto non solo di affezionati, ma anche di giovani che vengono a trovarci da lontano e di coppie che trascorrono da noi la loro vacanza, proponiamo rassegne di film in bianco e nero e di cult nostrani nella nostra ventennale iniziativa di Visti, mai visti e da rivedere. Ora più che mai, poi, le pellicole di De Santis, Ferreri e Germi sono riscoperte per noi e per gli altri. È questa la nostra idea di cultura, lontana dalla movida e dalla passione per le passerelle”.