Bari, Villaggio Coldiretti: in scena
la legalità e l'allarme Xylella
Al VILLAGGIO COLDIRETTI a Bari di turno i workshop dedicati ai delicati temi della criminalità, della si curezza in campagna e dell’agricoltura sociale.
Al VILLAGGIO COLDIRETTI a Bari di turno i workshop dedicati ai delicati temi della criminalità, della si curezza in campagna e dell’agricoltura sociale.
L’incontro coordinato da Andrea Baldanza, consigliere della Corte dei Conti, su ‘LEGALITA' E MADE IN ITALY AGROALIMENTARE IN PUGLIA: LAVORO E SICUREZZA SUI TERRITORI’, ha visto alternersi gli interventi dell’ex Procuratore di Lecce, Cataldo Motta, di Roberto Rossi, Procuratore aggiunto di Bari, del Presidente della Provincia di Barletta – Andria – Trani, Nicola Giorgino, di Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare di Coldiretti, del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele ed il Presidente Nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo.
Sempre nell’area workshop Carmelo Troccoli, Direttore della Fondazione Campagna Amica, ha moderato l’incontro "A SERVIZIO DELLA LENTEZZA..L'AGRICOLTURA CHE ACCOGLIE", dedicato all’agricoltura sociale, per discuterne con Domenico Damascelli, consigliere regionale ed estensore della Legge appena passata nella massima assise regionale, con Luigi Trotta, dirigente dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia, Patrizia Lusi, presidente dell’Azienda pubblica servizi alla persona "Vincenzo Zaccagnino" di San Nicandro Garganico e Daniela Carofiglio dell’azienda agricola e sociale ‘Terra d’Incontro’ di Casamassima.
Dalle conserve di pomodoro cinesi all’olio, dall’ortofrutta sudamericana e quella africana in vendita nei supermercati fino ai fiori del Kenya, quasi un prodotto agroalimentare su cinque - che arriva in Italia dall’estero - non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori, a partire da quella sul caporalato, vigenti nel nostro Paese.
Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari consumati in Italia, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari, dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea.
“Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia dalla legge nazionale sul caporalato - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - ed è necessario, invece, che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”.
‘Caporalato invisibile’ e agromafie risultano le due facce della stessa medaglia. “Il contraffattore è un parassita rispetto a chi ha prodotto l’originale – ha detto Gian Carlo Caselli - ciò significa che il contraffattore fa sempre un bilancio costi-benefici, da qui si origina la mafia”.
“L’esigenza di una norma contro la tratta degli esseri umani è forte - ha poi sottolineato l’ex Procuratore di Lecce, Cataldo Motta - perché diminuirebbe il delinquere sia a livello di caporalato che di delinquenza comune. Rispetto alla legge sul caporalato, merita un intervento modificatorio, perché contiene alcune parti che non risultano perfettamente applicabili”.
Anche il fenomeno della micro criminalità nelle aree rurali pugliesi - secondo Coldiretti Puglia - è divenuto così pressante e pericoloso per la stessa incolumità che gli agricoltori stanno rinunciando a presentare regolare denuncia: “Ci siamo impegnati a sensibilizzare i coltivatori a presentare regolare denuncia in modo da aiutare le forze dell’ordine - ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - i furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva all’ordine del giorno".
"In questo scenario di strisciante diffusione dell’illegalità e clima di pericolosa incertezza - ha aggiuto Cantele - le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività. Per questo abbiamo richiesto da tempo che il territorio sia maggiormente presidiato anche con l’intervento dell’Esercito, auspicando una collaborazione più stringente con i Consorzi nella vigilanza delle campagne. Auspicando che non si interrompa il percorso già intrapreso di accorpamento dei Consorzi minori, al fine di incrementare ed ottimizzare il servizio di vigilanza campestre reso all’utenza e un coordinamento delle attività di presidio e vigilanza tra le forze dell’ordine e la Federazione regionale dei Consorzi di Vigilanza campestre, che annovera 2 consorzi a Taranto, 1 a Brindisi, 4 a Lecce, 12 a Foggia, 8 nella BAT e 30 a Bari”.
Metre per il Procuratore aggiunto di Bari, Roberto Rossi: “Le denunce cumulative favoriscono sempre le indagini con risultati sempre a breve termine, in due anni a Bari, infatti, sono aumentati gli arresti”. Ma tra le province maggiormente colpite dal fenomeno della criminalità nelle aree spicca la BAT, per cui l’appello del Presidente Giorgino è quello di: "Continuare a fare squadra, per contrastare fenomeni che spesso sembrano incontrollati e mettono a repentaglio l’incolumità degli agricoltori".
Altro grido d'allarme è quello lanciato dal Presidente di UNAPROL, David Granieri: “Evidentemente non ci si è ancora resi conto che la Xylella è un problema nazionale e che se dovesse continuare a ‘camminare’, non ci sarà più olio da commercializzare".
"Se la malattia degli ulivi dovesse arrivare anche a Bari e nella BAT - ha precisato Garnieri - il danno economico per il settore oleario italiano sarebbe inestimabile, perché in Puglia si produce oltre il 50% dell’olio nazionale". Avvertendo nel contempo: "La chiusura di un frantoio equivale alla chiusura di una stalla, e ci vogliono decine di migliaia di euro per poterlo riaprire’.
Anche per questo, il Commissario Ue Vytenis Andriukaitis ha denunciato la preoccupazione di Bruxelles circa l’avanzata a nord della malattia, che peggiora di anno in anno e anticipando che tornerà per questo in Puglia, preannunciando ‘un aggiornamento dell’area demarcata’.
“La zona di contenimento si è allargata pericolosamente a nord - ha ribadito il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e il fronte della malattia è molto ampio, le ‘eradicazioni chirurgiche’ vanno attuate senza se e senza ma, perché come diciamo ormai da 5 anni attirandoci gli strali di pochi irresponsabili, se fossero stati eradicati pochi alberi nel 2014, oggi la situazione non sarebbe così drammatica".
"Intanto, vanno attuate le buone pratiche agricole - ha aggiunto Cantele - in modo da contrastare l’insetto vettore, la sputacchina. Se le attività non saranno svolte con convinzione e al centimetro da tutti, l’avanzamento è certo, abbiamo 4 anni di esperienza e di prove scientifiche. In caso di inadempienza, le multe devono essere comminate a tutti, anche agli enti pubblici, a partire dai Comuni e dal Demanio, che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali”.
A tal proposito, è stato ricordato che Coldiretti Puglia sta distribuendo agli olivicoltori un opuscolo divulgativo sulle “Buone pratiche agricole per la lotta obbligatoria ed il contenimento”, contenente informazioni puntuali sugli interventi fitosanitari concentrati nel periodo primaverile – estivo e autunnale prevedono lavorazioni superficiali del terreno, al fine di abbattere gli stadi giovanili della sputacchina e sulle potature leggere ma frequenti della parte aerea delle piante di oliv, evitando tagli profondi sulla struttura portante dell’albero.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato in precedenza: Coldiretti, Bari per tre giorni Capitale dell'agricoltura italiana