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Bat, Spina si dimette. Boccia:
“Il Partito non è di Emiliano”
Bari – Francesco Boccia lascia il Consiglio Comunale di Bisceglie: “Abbiamo assistito alla trasformazione delle istituzioni in strumento per scalare i partiti. Questo nel Pd non è consentito, l’ho spiegato più volte al segretario Emiliano ma, dai problemi che ci sono, da Foggia a Lecce, mi pare che questo aspetto non venga considerato”, si toglie un ultimo sassolino dalle scarpe.
Lo fa nel giorno in cui la querelle con il Sindaco centrista Francesco Spina, in attesa del lasciapassare definitivo per l’ufficialità contesa all’approdo nel Pd, arriva nella massima assise cittadina. Lo stesso nel quale i quindici consiglieri di maggioranza del primo cittadino scrivono al capogruppo dem per comunicare l’adesione al gruppo del partito “in coerenza con il percorso politico intrapreso con l’appoggio alla candidatura di Michele Emiliano a presidente della Regione Puglia nelle scorse elezioni regionali e in continuità con la costituzione del gruppo unico dei Democratici e popolari per Bisceglie”, recitano le argomentazioni citate nella nota.
Di mezzo, la scomunica sibillina sfoderata dal premier Renzi, nel pieno della direzione nazionale, e la contraerea di comunicati per smentire il riferimento diretto al caso Bisceglie. Da una parte i pompieri, dall’altra il fuoco di fila di big come Elena Gentile. Non è l’ultimo round, se si conta la direzione provinciale Pd convocata per oggi, ma neppure un semplice incrocio di spade tra il Gladiatore e il suo ex assessore al Bilancio, ai tempi della prima Giunta: “Il partito e le istituzioni non sono nella disponibilità né di Emiliano, né mia, né di nessun’altro. Abbiamo solo avuto l’onore di servirli e rappresentarli e dobbiamo farlo nel modo più trasparente ed efficace possibile”, lascia cadere l’onorevole, che già alla vigilia non aveva voluto rinunciare alla simbolica mozione di sfiducia all’indirizzo di Spina.
Non ci sono i numeri ma il gesto è tutto politico. E vale anche per il titolare della fascia tricolore. “C'è un punto di partenza da cui non si sfugge: il rispetto delle nostre regole di convivenza. Da noi si chiama Statuto. Se lei lo rispetta, e con lei il segretario regionale Emiliano, io pur non condividendo nulla della sua idea e visione della politica,accetterò le regole democratiche. Ma se lei calpesta le nostre regole e confonde il partito per l'ennesimo taxi, il settimo in quindici anni, io non potrò che restare fermo oppositore. E come me tutti quelli che amano questa idea di politica”, chiosa Boccia, accusato dai detrattori di fare ostruzionismo temendo che l’ex coordinatore Udc, una volta accasatosi tra i democrats, gli soffi lo scranno parlamentare alle prossime Politiche.
Molto prima di allora, il presidente della Bat - ancora in carica ed eletto con il centrodestra – promette di sanare anche il vulnus rappresentato dalla fascia azzurra, in virtù della quale resta da una parte e dall'altra della barricata. Contemporaneamente. “Ho chiarito di aver affidato le mie dimissioni da Presidente della Provincia Bat nelle mani del segretario regionale del Partito Democratico, Michele Emiliano”, fa sapere, giocandosela all'attacco.
“Innaturale è il continuo sostegno reciproco che continuano a darsi una parte del Pd e Forza Italia anche all'interno del consiglio comunale", prosegue Spina: "È bene che questo inciucio presto finisca”, manda quindi a dire, parlando di scelta “naturale e coerente”, corroborata dalla presenza di consiglieri a lui vicini nelle liste alleate del partito democratico alle Regionali.
“Non capisco ora perché, con ritardo di circa un anno e mezzo, ci sia questa preoccupazione per l'adesione di duecento nuovi soci avvenuta in modo trasparente attraverso il ritiro personale della tessera”, chiosa. Pd di opposizione e di governo allo stesso tempo? E quanto pesa la dichiarazione di passaggio dei transfughi, senza il placet del capogruppo e con metà partito sulle barricate? Il Consiglio va avanti fino a tarda notte. E oggi si riaprono le danze in casa dem.
(a.bucci1@libero.it)