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Belen balla alla Notte della Taranta. Le pagelle del concertone di Melpignano
Gué Pequeno – C’entra con la pizzica salentina come Conte premier in un nuovo governo con la Lega. Spaesato. Voto: 4
Elisa – Si presenta sul palco di Melpignano abbigliata come suor Cristina a Ballando con le stelle. Ottima l’interpretazione della Pizzica di Galatone. Quanto alla sua Luce, non solo stona (a tratti) ma deve sorbirsi un arrangiamento a base di tamburelli piuttosto banale. Voto: 6
Michele Emiliano – “La pizzica c’est moi”, è il motto del governatore che di questi tempi – complice l’imminente campagna elettorale per le regionali – non si perde una festa paesana, da San Rocco a Torrepaduli al Concertone di Melpignano. E quando alla vigilia, in conferenza stampa, il direttore di Raidue Carlo Freccero dice di vederlo bene come ministro in un eventuale governo giallorosso lui gongola e fa gli scongiuri. Poi, in omaggio alla politica dei due forni che di questi tempi va tanto di moda, nel suo intervento elogia il “popolo russo, colto e contadino, che è simile a quello pugliese perché si ammazza di lavoro e fa cultura popolare nelle piazze”. Della serie, non si sa mai. Voto: 6
Pier Ferdinando Casini – Nel riservatissimo backstage è stato avvistato anche lui. Da quando ha capito che la politica non si fa in Parlamento ma in luoghi un po’ così, tipo il Papeete, meglio presidiare anche gli avamposti poco istituzionali. Voto: 6+
Lucia Bergonzoni – La sottosegretaria leghista ai Beni Culturali è venuta a presidiare la campagna per il Sud. Da Romagna mia a Santu Paulu è (stato) un attimo. Voto: 5,5
Enzo Avitabile – Geniale, come sempre. In questo meticciato di suoni (anzi, metissage, come dicono a Cortina Incontra) lui si trova perfettamente a suo agio. Non è certo un caso. Voto: 7
Fabio Mastrangelo – Il maestro concertatore è l’autentica rivelazione della serata. Fa le presentazioni, duetta con i cantanti, sul palco è mattatore assoluto e i social impazziscono per lui. D’origine barese, direttore musicale della Russian Philharmonic di Mosca, è stato il primo pugliese chiamato a questo ruolo nella Notte della Taranta. L’esperimento di mettere insieme Orchestra popolare e sinfonica non risulta male nel complesso e molti brani dal ritmo ossessivo vengono quasi stemperati dalle melodie che ammiccano alle canzoni popolari russe e a Caikovskij. Premio simpatia. Voto: 8
Alessandra Caiulo – Voce straordinaria (ma non è una novità), il brano La furesta è una delle cose migliori della serata per interpretazione, grinta e personalità. Dulcis in fundo, è l’icona della bellezza salentina. Voto: 8,5
Belén Rodriguez – Assisa, con marito e figlio al seguito, sul terrazzo di una casa di Melpignano, proprio accanto al palco, verrebbe voglia di scalarlo a mani nude. Si affaccia e il pubblico le tributa un’ovazione. A fine serata, si scatena finalmente sul palco sulle note di Kalinifta e l’audience le dà ragione: con 569.000 telespettatori (6,52 % di share), Raidue è la seconda rete più vista della seconda serata. Considerato la lunghezza del Concertone, niente male. Voto: 7,5
I critici musicali – Quando sotto il palco si palesano Mario Luzzato Fegiz e Marinella Venegoni, i due dioscuri di Sanremo, decani dei giornalisti che seguono il Festival, capisci che la strada verso la sanremizzazione della Taranta è spianata. Voto: 6+
Notte della Taranta 2019 – Agosto per agosto, Salvini avrebbe potuto annunciare qui la crisi di governo, altro che Papeete Beach. Gli ingredienti c’erano tutto: il maestro concertatore che arriva da Mosca, l’elogio del “grande popolo russo” fatto da Emiliano, la diretta sulla sovranista Raidue, il profondo Sud che il Capitano ha battuto palmo a palmo in quest’estate di fuoco per raccattare i voti che gli mancano per i “pieni poteri” (cit). Poi però ti accorgi della campagna #plasticfree che la Fondazione ha voluto insieme a Legambiente, di Salif Keita che canta Africa, dell’attenzione all’ambientalismo caro ai 5 Stelle con i bidoni della differenziata disseminati ovunque e cambia quasi di tutto: perché la Notte della Taranta poteva anche essere il palco da cui annunciare la rappacificazione tra Salvini e Di Maio, con Conte relegato nel backstage, e togliere le castagne dal fuoco al povero Mattarella.