PugliaItalia
Biblioteca Prov.le di Foggia
con altre: Urge salvataggio!
Non resta che invocare la Protezione Civile, per salvare la Biblioteca Provinciale di Foggia, così come tante altre a rischio chiusura "sciagurata".
I musei, le biblioteche, le scuole, i monumenti antichi, i centri storici, il paesaggio non sono degli inutili orpelli che ci causano fastidio o impedimenti e che normalmente ci costano risorse, ma sono invece il contesto che qualifica, identifica e determina la realtà del mondo in cui si nasce e in cui continuiamo a vivere, insomma si espleta la parte cosiddetta umana.
Considerare una istituzione come la Biblioteca Provinciale Foggia solo come una struttura di cui oggi per una questione meramente normativa (le norme passano e/o si modificano nel tempo) non si sa a chi attribuirne la gestione o peggio ancora considerarla solo come un costo che le casse pubbliche devono sopportare non è solo un paradosso istituzionale, ma è una “catastrofe umanitaria”.
Infatti, non sono solo le guerre i terremoti o le alluvioni a distruggere parte di quello che la storia ci tramanda, ovvero della parte più specificatamente
I “tratti” di una cultura si possono fare esplodere con la dinamite come fanno quelli dell’ISIS o si possono dissolvere, smembrare, diluire, polverizzare a causa della burocrazia, dell’indifferenza, dell’irresponsabilità, dell’ignoranza, della cecità culturale, dei conflitti di competenza e di potere, delle mode economiche, dei modelli sociali.
Tutte cose che hanno lo stesso esito di un evento naturale (terremoto, alluvione, incendio, etc) con conseguente “catastrofe umanitaria” (intesa come perdita di umanità), infatti a causa di queste situazioni traumatiche un pezzo della storia dei luoghi e del loro trascorso umano si perde.
Ora, al di là, delle normative improvvide, oltre le controversie istituzionali, sopra i conflitti di potere, insomma molto più in alto delle “miserie” contabilizzate dai bilanci economici e dalle carenze finanziarie che questo “frame” di storia quotidiana sta riservando alla città di Foggia nonchè alla Capitanata tutta, ci dovrebbe essere qualcosa di ben più importante e prezioso da tutelare.
Infatti, andrebbe tenuto in conto, non solo, del grande patrimonio librario, quanto della potenziale capacità di produrre nuova cultura e ancora di più del valore simbolico circa le priorità che la comunità provinciale sceglie di promuovere.
Non fosse altro per il messaggio che si dà alle generazioni future, c’è una bella differenza tra il conservare e valorizzare una istituzione come la Magna Capitanata ed il suo implosivo azzeramento.
È come dire: “venite ragazzi leggete, studiate, ricercate, ricostruite, rielaborate, innovate, incontratevi a partire dai vostri sedimenti culturali” oppure dire: “cari giovani lasciate perdere, fate tutto, trovate tutto sul web poiché solo nella virtualità e nella inattendibilità della rete che troverete contemporaneamente la narrazione del passato, del presente e del futuro. È tutto su di un touch- screen, bastano pochi gesti, ovunque voi vi troviate”.
Se tutto questo non fa la differenza e allora è bene che diamo fondo alle miopie culturali, alle contrapposizioni, alle disposizioni delle nuove leggi, cancellando in un amen, senza rimorsi, una delle più ricche e prestigiose biblioteche di tutto il meridione.
In questi giorni si dice che si stiano muovendo in tanti, ma a parte i pochi Soliti Noti nessuno se n’è accorto, eppure ci si sarebbe aspettato che il Sindaco di Foggia, Landella (ma anche gli assessori Regionali Piemontese e Di Gioia), magari in occasione della firma per la cessione dei suoli per “Il Parco urbano e archeologico: Campi Diomedei”, che potrebbe bellamente inglobare il palazzo della Biblioteca Provinciale, prendesse posizione e per sovrappeso qualche impegno. Ci si aspettava che tante istituzioni culturali presenti in Capitanata si mobilitassero, ci si aspettava che tutte le amministrazioni comunali della ex Provincia proponessero soluzioni e assicurassero disponibilità per salvare un patrimonio che appartiene all’intero territorio dei dauni.
Ci si aspettava che le altre biblioteche come quelle comunali o quelle diocesane esprimessero solidarietà, ma fino ad oggi a parte tenui lamentele, labili proteste, vaporose dichiarazioni niente si è visto e altrettanto poco si è fatto.
Ricordo a tutti che di questo passo si può abolire qualsiasi cosa come si è fatto per: Comunità Montane, Province, Tribunali, Scali Ferroviari, Ospedali, Scuole, lo stesso si può fare per le biblioteche i musei e via dicendo.
Tra vent’anni tutti rimpiangeranno la perdita di una qualificata istituzione che irradiava sapere e conoscenza utili a produrre sempre nuova cultura. Una delle tante efficaci e reali opportunità per far crescere le comunità provinciali, una risorsa nel novero delle disponibilità da offrire alle giovani generazioni daune.
Tutti si batteranno il petto e si mortificheranno per l’abolizione della Biblioteca, declamando il loro vano impegno profuso all’epoca dei (mis-)fatti, ma sarà troppo tardi; e poi che volete? Contro i “disastri naturali” l’umanità può solo soccombere o tutt’al più può mitigare gli esiti invocando l’intervento della Protezione Civile.
Allora! Perché non provare ad invocarla prima che le cose accadano? Ora che si è ancora in tempo, adesso che si può intervenire evitando il danno, senza il rimpianto di chiedersi se qualcuno fosse intervenuto prima. Insomma, senza cercare le cause dopo che il disastro è avvenuto e tutti si domandano il perché, il percome e l’inevitabile per chi?
Io ci provo, hai visto mai?: “Protezione civile! Protezione civile!” Se ci sei vieni adesso, subito, immediatamente, mo’, mo’, prima che la biblioteca chiuda. Ci conto, ci contiamo.
A pensarci bene basterebbe anche solo il “civile” magari senza la “protezione”. Civile! Civili!
(ennio.tangrosso@virgilio.it)
---------------------------
Pubblcato sul tema: Biblioteca Prov.le di Foggia Rischio smantellamento
Biblioteca Prov.le FG, Emiliano: "Va assolutamente salvata"
Biblioteche, Pennuzzi: "Fare cultura non è solo fare turismo. e il…