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Bif&st, 'La Tenerezza' di Amelio nelle
trame di una Napoli post Eduardo

Antonio V. Gelormini

Esordio serale al Bif&st in anteprima del nuovo film di Gianni Amelio "La Tenerezza" alla presenza al Petruzzelli dell'intero cast

Il Bif&st è stato un ottimo viatico per "La tenerezza" di Gianni Amelio, il film che ha aperto la ressegna delle anteprime serali, al Teatro Petruzzelli, del Bari International Film Festival: l'appuntamento cinematografico di Primavera in Puglia ideato da Felice Laudadio e Ettore Scola.

Bifest Amelio cast
 

L'ultima fatica del regista calabrese, che divide il giorno di nascita (20 gennaio), ma non l'anno ovviamewnte, con Federico Fellini, ha subito scalato la classifica per spettatori ed incassi di questi primi giorni di proiezione, attestandosi nelle posizioni di testa, insieme a film in sala già da settimane come Fast & Furious o i Guardiani della Galassia - Vol. 2

Bifest Tenerezza
 

Torna con "La tenerezza" il controverso rapporto tra padre e figli: che il regista ha più volte esplorato, essendo cresciuto in assenza del suo, a suo tempo emigrato in Argentina: la stessa terra ai confini del mondo,  che aveva accolto un altro illustre cantore di questo stesso sentimento - la tenerezza - già prima che un Conclave lo portasse al soglio pontificio con l'Immacolato nome di Francesco.

Liberamente ispirato al romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone, il film fa perno su un dialogo "muto", perso con i bambini diventati grandi, e reso ancora più complicato da una quotidianità affollata di problemi, che distoglie l'attenzione dei grandi proprio quando i ragazzi avrebbero più bisogno di interloquire e interagire.

Una sorta di tragedia intima di una pluralità di "solitari", cresciuti in famiglie con genitori "forti solo in apparenza ", costantemente alle prese con la gestione di situazioni angosciose di incomunicabilità,  e con i relativi fardelli che si appesantiscono di "vuoto" fino a diventare vere e proprie zavorre.

Bifest Tenerezza2
 

Per cui la tenerezza diventa - alla lunga - un valore da recuperare, come "soluzione" diversa e adeguata a una società post-eduardiana: incapace di sciogliere dolore e risentimenti nelle lacrime della disperazione o di una sensibilità comunque viva, anche se soverchiata dal "gelo" di un pragmatismo diffuso, tipico del primo boom economico negli anni difficili del dopoguerra.

In una città-realtà, Napoli, che fa dell'espediente una ragione di vita, l'avvocato (Lorenzo) non dirime controversie, ma le provoca per raggiungere un accordo. Per cui, "avvocato e onestà" diventano paradigmi non integrabili, ma antitetici; nonostante "l'avvocato non giudica", ma assiste: tanto da diventare - in moltissimi casi - un vero e prorpio Assistente sociale del quartiere. In tal senso, l'eredità professionale raccolta dalla figlia (Giovanna Mezzogiorno), reduce da un'esperienza sentimentale in Egitto che l'ha caricata di un figlio, trova sbocco nell'esercizio di interprete giudiziaria araba: che rappresenta anche una sorta di trait d'union ​con i temi cari ad Amelio relativi alle migrazioni (Lamerica).

Padre, avvocato, complice silenzioso e scontroso, Renato Carpentieri dà anima e carattere a un Lorenzo superlativo. In una Napoli dove il sale della compagnia e il disordine creativo, diventano approdo terapeutico per una Trieste incupita dal rigore degli egoismi, e indebolita - fino alla tragica esasperazione - dal soffio incessante di venti, che minano qualsiasi tipo di equilibrio. Interpretata e rappresentata dalla coppia/famiglia sbrindellata del Nord in cerca di sorrisi e calore al Sud (Elio Germano e Micaela Ramazzotti).

Bifest Amelio Mezzogiorno
 

La lotta quotidiana senza quartiere, soffocata dai sensi di colpa assunti come grido silenzioso per richiamare l'attenzione, la reazione alla standardizzazione razionale - sia essa rappresentata dall'arredo replicato di una nave da crociera o dalle lezioni nozionistiche di una didattica obsoleta - spingeranno Lorenzo prima alle lezioni in strada, alla ricerca di un dialogo col nipotino all'insegna della differenza tra "stinto, istinto e estinto", e poi dopo il calvario di una tragedia familiare che devasta gli affetti appena ravvivati, al recupero di una labile fiamma di tenerezza, che la figlia come una vestale aveva ostinatamente e caparbiamente tenuto in vita.

(gelormini@affaritaliani.it)