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Bif&st, Francesca Archibugi
'Non pensavo a Mastroianni'
"Avevo lavorato per due anni sul personaggio del mio secondo film, "Verso sera", avendo davanti a me l'immagine di Vittorio Gassman, che ritenevo l'archetipo dell'intellettuale. Gassman era stato sondato e si era mostrato interessato a interpretare il film ma il mio produttore di allora, Leo Pescarolo, insisteva perché io facessi una scelta meno scontata, prendendo in considerazione Marcello Mastroianni. Io non ero d'accordo, a mio avviso lui non sarebbe stato credibile nel ruolo di un intellettuale, quantomeno del personaggio del Prof. Bruschi che tra l'altro era un violoncellista ed aveva dunque mani molto diverse da quelle da 'ciociaro' di Marcello. Poi lo incontrai, passammo mezza giornata chiusi in un ufficio e proseguimmo a parlare a cena. Otto grappe dopo mi aveva convinta che lui poteva interpretare il personaggio".
È solo il primo degli aneddoti che Francesca Archibugi ha regalato al pubblico che ha affollato il Teatro Petruzzelli, seconda regista dopo Liliana Cavani chiamata a raccontare, in una Masterclass, il suo rapporto con l'attore cui è dedicato il Bif&st 2016. Moderato da Enrico Magrelli, l'incontro è stato appunto preceduto dalla proiezione di Verso sera, il film che Francesca Archibugi realizzò nel 1990 dopo il grande successo ottenuto, due anni prima, con l'esordio di Mignon è partita.
Mastroianni, nelle parole della regista, amava il ruolo del Prof. Bruschi perché "gli piaceva sperimentare e gli piacevano molto i dialoghi che avevo scritto". Ventisei anni dopo quell'esperienza, la Archibugi ammette che più passa il tempo e più si rende conto di quanto sia stato importante l'incontro con l'attore.
"Mi ha insegnato tanto, ad esempio su come affrontare il mondo della cinematografia, tra serietà e leggerezza, ambizione ed umiltà. Aveva un grande amore per il suo lavoro, il set era la sua vita. E aveva un rapporto speciale con tutti: il primo giorno lo trattavano tutti con reverenza, si rivolgevano a lui come al Sig. Mastroianni che dopo qualche ora divenne 'Marcè'. Era uno di noi. Spesso, nella pausa di pranzo, ci ritrovavamo in tanti della troupe nel suo camerino o nella roulotte a mangiare gli spaghetti che gli cucinava la sarta.".
Com'è stato dirigerlo? "Mastroianni apparteneva a quel tipo di attori che non creano alcun tipo di problema al regista, ai quali piace essere diretti nei minimi dettagli. Lui voleva sapere tutto sui movimenti del personaggio e poi faceva esattamente quello che gli dicevo di fare. Era come se mi stesse dicendo: 'io mi sono fidato di te, e tu ora puoi fare di me quello che vuoi'."
Come preparaste il personaggio? "La costruzione del Prof. Bruschi avvenne giorno dopo giorno nelle fasi precedenti alle riprese; lo seguivo alle lezioni di violoncello e lì, parlando di musica, definivamo meglio i contorni del personaggio, proseguendo dal sarto Saraceni per la prova degli abiti e magari finendo a cena a casa di Suso Cecchi d'Amico che era sorda da un orecchio proprio come lo era il mio Prof. Bruschi. Marcello pensava che potesse essere utile osservarla". I suoi film preferiti di Mastroianni: "La notte" di Antonioni, "La Dolce Vita" dove era bello più che mai e poi ancora mi è molto caro il personaggio del "Dramma della gelosia" di Scola. Ultimamente, però, mi piace molto rivederlo proprio in Verso sera, perché è uno dei suoi ultimi film in cui lui appare veramente bello, quando altri registi successivamente lo avrebbero volutamente imbruttito, ciò che peraltro lo divertiva molto".
Tra le domande del pubblico a Francesca Archibugi, anche una sul prossimo progetto della regista, un film tratto da "Gli sdraiati" di Michele Serra: "che non è un vero romanzo ma una lunga lettera a suo figlio, dunque con lo sceneggiatore Francesco Piccolo abbiamo dovuto inventarci una trama, ci abbiamo messo un anno e mezzo".
Le Masterclass dedicate a Marcello Mastroianni proseguiranno domani, martedì 5, con un incontro con Marco Bellocchio e Claudia Cardinale, regista ed interprete di Enrico IV.
(gelormini@affaritaliani.it)