Brexit, l'inquietudine dei cittadini pugliesi nel Regno Unito
Brexit, la Gran Bretagna lascia l'Unione Europea: pugliesi oltre Manica preoccupati
Il 'Leave' ha ottenuto il 51,9% dei voti e il 'Remain' il 48,1%, un risultato che "divide" in due il Regno Unito e che vede Scozia e Irlanda del Nord schierati invece sul fronte fedele all'UE. Per la Brexit hanno votato 17.410.742 elettori, mentre per restare nell'Ue i voti sono stati 16.141.241. L'affluenza al referendum è stata del 72,2%.
"Mi auguro che la Scozia e l’Irlanda - ha aggiunto Emiliano - abbiano la forza di raccontare al resto degli inglesi quanto invece è stata importante l’Unione Europea".
"Bisogna però anche dire - ha proseguito - che il carrozzone europeo così come è fatto, è impresentabile e ha determinato una reazione popolare, sicuramente irrazionale, ma che avremmo potuto evitare facendo un lavoro più coerente con i fini dell’Unione europea".
“Sono quasi 12mila i pugliesi che oggi vivono in Gran Bretagna - ha dichiarato Loredana Capone - e il Regno Unito è al settimo posto tra i partner della Puglia per le esportazioni, più di 369 milioni il valore dell’export pugliese verso questo Paese. Oggi, dopo il Brexit, non sappiamo più quale sarà il futuro di queste relazioni né come vivranno lì i nostri connazionali e soprattutto i nostri giovani”.
“C’è grande preoccupazione tra i pugliesi che vivono in Gran Bretagna per l’uscita dall’Unione Europea", ha aggiunto, "Da cittadini europei adesso si sentono apolidi: né italiani, né inglesi, né europei. Abbiamo incontrato una rappresentanza di essi a Londra, imprenditori e manager provenienti soprattutto dal settore bancario e finanziario”.
“Mentre scoprivano una Puglia per loro inedita che oggi offre tante opportunità per chi vuole investire - ha proseguito - mostravano apprensione rispetto all’esito del referendum e per come sarebbero stati trattati nel tempo restando lì. I pugliesi che risiedono nel Regno Unito da oggi si sentono diversi".
"Nel nostro incontro di networking a Londra - ha quindi concluso la Capone - si avvertiva in pieno il senso di precarietà e di incertezza per il futuro. Un problema che ci poniamo anche noi, alla vigilia di un’altra importante missione per l’attrazione degli investimenti in Puglia, la partecipazione al Farnborough International Airshow, la più importante manifestazione internazionale dedicata all’aerospazio, che si svolgerà a Farnborough (nel Regno Unito) dall'11 al 17 luglio 2016. Noi che promuoviamo i settori di punta della Puglia in tutto il mondo, Gran Bretagna inclusa, oggi non possiamo non interrogarci su quale sarà il prosieguo delle relazioni con questo Paese”.
Anche Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e Riformisti - in una nota diffusa - commenta i risultati del referendum britannico: "E' evidente che si apre una fase complessa, ma il coro cupo di queste ore (di chi non aveva capito nulla per mesi, e ora ci spiega tutto) è fuori luogo. Gli elettori inglesi hanno deciso, e la democrazia è sacra".
"Da David Cameron è venuto ora un discorso onesto", aggiunge Fitto, "che gli fa onore, come è stato suo merito dare la parola ai cittadini. L'Inghilterra ci dà una lezione di come una democrazia dovrebbe funzionare, anche in termini di ricambio delle leadership. Ovviamente non esulto e non sottovaluto rischi e le incognite. Però la Brexit non è un disastro, ma - al contrario - può essere una opportunità".
"Cameron aveva seguito la via giusta con la rinegoziazione - ricorda Fitto - chiedendo di cambiare regole e trattati. Ma a Bruxelles hanno fatto orecchie da mercante. Lui, allora, ha mantenuto la promessa e ha dato la parola agli elettori, cosa che burocrati e "Palazzi" non gradiscono mai. Occorre dunque una nuova rinegoziazione complessiva, che riguardi tutti, Italia inclusa. Naturalmente l'Italia deve stare attenta: il peso del nostro debito pubblico è una fragilità che dobbiamo sempre considerare, e che ci offre minori margini di movimento rispetto al Regno Unito".
E quindi conclude: "Come Conservatori e Riformisti, il 30 giugno prossimo organizziamo a Roma, con esponenti dei Conservatori inglesi, un appuntamento di analisi e proposta, proponendo un percorso:
1. Basta cessioni di sovranità a istituzioni che sono fuori controllo per i cittadini.
2. Basta all'accordo costante PPE-PSE, che è sempre più insopportabile per i cittadini europei.
3. No al ministro dell'economia unico europeo: sarebbe la "gabbia" finale, con le attuali regole assurde rese ancora più rigide.
4. Basta con un'ingiustizia per cui la Germania (e fa bene, per se stessa!) può respingere le norme europee con la propria Corte Costituzionale, mentre noi (i nostri Parlamenti) ci siamo autoimpediti questa possibilità. Rinegoziare tutto, e rinegoziamo anche noi".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Già pubblicato: La Puglia aggira 'Brexit'. A Londra per attrarre investinenti