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Brindisi, ENI vuol chiamarsi fuori dalla Chimica di Base
Versalis - Brindisi, Claudio Stefanazzi (PD): "Dismissione incomprensibile. Si consegna Italia a dipendenza verso Asia per esigenze di cassa".
La nota di Claudio Stefanazzi, deputato del Partito Democratico, sulla vicenda di Eni Versalis Brindisi: "La chiusura anticipata dell’impianto di creaking di Eni Versalis Brindisi accelera la scelta, pare irreversibile, di Eni di uscire dalla chimica di base. La scelta è incomprensibile e anticiclica".
"In un periodo storico in cui l’Europa sta provando ad accorciare le filiere di approvvigionamento e di dipendenza da fornitori esterni al mercato, Eni consegna l’Italia ad una dipendenza duratura verso i mercati asiatici. Peraltro alla vigilia dell’adozione da parte della Commissione Europea di misure che rendano più costoso l’arrivo in Europa di prodotti ad impronta ecologica alta".
"La chimica di base è fondamentale per quasi tutta l’industria manifatturiera italiana. Praticamente quasi tutti i settori di largo consumo utilizzano materie prime derivanti da processi chimici che Versalis ha sempre, fino ad ora, garantito al sistema industriale italiano. È necessario che il Governo dica se questa è una scelta condivisa sotto il profilo di programmazione industriale, ovvero una esigenza di brevissimo respiro".
"Il dubbio è che le drammatiche esigenze di cassa spingono la Meloni ad assecondare misure finanziarie, come la produzione di utili più alti e la messa sul mercato, che riguardano le grandi partecipate di Stato. Una scelta miope che mette in discussione, tra diretto ed indotto, circa 20 mila posti di lavoro, tra Puglia, Sicilia, Lombardia, Veneto, Sardegna. Il disastro di questo governo nelle politiche industriali è senza precedenti."
(gelormini@gmail.com)