Brindisi, Art'n Heart
L'Odisseo al teatro Eden
di Carmen Vesco
Lunghi minuti di applausi a conferma della convincente riuscita del secondo appuntamento della rassegna Art’n Heart del Teatr
Sul palco Maurizio Ciccolella, anche direttore artistico del nuovo contenitore culturale pugliese. Contenitore culturale che si fregia, inoltre, di essere Residenza Artistica Internazionale, grazie al progetto “Teatro EDEN - Puglia Residency CORNERS 2016”.
Il progetto è, infatti, risultato vincitore dell’avviso emanato dal Teatro Pubblico Pugliese nell'ambito dell’intervento di ”Internazionalizzazione della ricerca teatrale e coreutica 2016”, finanziato dal Fondo di sviluppo e coesione FSC 2007-2013 – APQ rafforzato “Beni ed attività culturali” della Regione Puglia.
A dimostrazione del seguito che la nuova realtà culturale e artistica brindisina sta riscontrando, a poche settimane dall'avvio della prima stagione teatrale, è il folto numero di presenti di tutte le fasce d'età, che hanno scelto di assistere a uno spettacolo impegnativo quale è “Odisseo".
Maurizio Ciccolella, padrone di casa, ma anche e soprattutto della scena, ha regalato al suo pubblico momenti di interpretazione magistrale, muovendosi dentro il non facile testo di Omero con l’agilità di un attore maturo e talentuoso.
L’episodio di Circe, la partenza di Odisseo dal Paese dei Feaci e l’arrivo a Itaca, il ritorno di Telemaco in città e il cane Argo, il colloquio di Odisseo e Penelope, le Sirene, il riconoscimento di Ulisse da parte di Penelope sono stati i momenti salienti della rilettura eseguita dallo stesso Ciccolella.
Uno spettacolo che poteva essere frammentario per i salti all’interno dell’opera di Omero, si è invece condensato attorno a temi caldi dell’opera, costruendo un senso unitario e coerente. Su tutto si è levata la maestria attoriale in grado di dare vigore alla narrazione e di asciugare i momenti elegiaci e sentimentali, senza perdere la pregnanza emotiva.
Una prova a 360° che ha visto Ciccolella come attore solista e regista, ma che non ha ceduto all’eccesso di narcisismo lasciando molto spazio al violino di Vera Andrea Longo, dalle molte qualità musicali. Grazie all’interprete, ai cambi ritmici e a un’istallazione multimediale efficacissima, la performance ha tenuto una tensione drammaturgica in grado di coinvolgere il pubblico.