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C'era due volte la città di Taranto... (di Mario Pennuzzi)

Se si potesse attribuire  ad una città un segno zodiacale, Taranto sarebbe la città dei gemelli...

di Mario Pennuzzi

C'era due volte la città di Taranto.

Se si potesse attribuire  ad una città un segno zodiacale, Taranto sarebbe la città dei gemelli, la città di Castore e Polluce, gemelli nati dalla stessa madre ma figli di due padri diversi , uno con un destino da immortale, l'altro umanamente dalla vita  limitata: "nascentes morimur..."


 

Fatto sta che in questa città ogni cosa è duplice contraddittoria, estrema un nodo inesplicabile. Due sono i mari di questa città. Duplice l'aspetto del suo  territorio caratterizzato dalla grande bellezza, ma insieme una città segnata dal degrado. 

Ogni cosa è doppia e quindi ambigua: due sono le colonne dell'antico tempio greco di piazza municipio, sono li a mostrare la grandezza dell'antica città ma insieme sono una ferita, la cicatrice di una demolizione che fu operata per estrarle. Ma eccole lì che guardano da un lato al mare ed ai suoi stupendi colori, dall'altro ad una vecchia città che non si è riusciti a restaurare. 

Due sono i marinai dall'altra parte del canale , simbolo del destino militare che questa città ha avuto nel XX secolo e che forse avrà ancora (ma nessuno lo sa ) nel XXI. E' in una posizione stupenda, ma guardate quanto è ambigua, non ha nulla di marziale, i marinai non sembrano a guardia e protezione delle coste,(qualcuno oggi direbbe a difendere i confini della Patria) salutano, paiono dare il benvenuto ai nuovi arrivati (immigrati? ).


 

Sembrano danzare, e pensare che qualche tempo fa una giovane donna - ufficiale di marina - dovette subire un processo perché nell'entusiasmo di una cerimonia di giuramento (una festa, dunque), aveva condotto il reparto ad accennare ad alcuni passi di danza.

A guardarli bene, i due marinai, appaiono come i personaggi di qualche film commedia americana del passato (Marinai donne e guai, il sommergibile rosa). Ed infine l'ambiguità della scritta posta alla sua base,  che si iscrive nella corrente di pensiero del revisionismo storico: i caduti in mare della guerra dal 1940 al 1943. Per fortuna, questa scritta nessuno la legge.