Canosa di Puglia, ‘Uva di Troia, le radici storiche di un futuro nobile’
I giochi di sponda si rinnovano, lungo le antiche rotte tracciate da Diomede, da Annibale e dai pellegrini d'ogni credo, per ridare linfa e consolidare le radici storiche di un futuro ricco di fermenti, riflessi, esperimenti e sentori: segnati dalla passione e dal gusto di un sano, autoctono e infinito Amor loci.
E’ il contesto in cui a Canosa (BAT), nei Laboratori della Farmalabor, Venerdì 26 ottobre alle ore 18,30 si dipanerà l’incontro organizzato dalla Pro Loco e dal Comune di Canosa di Puglia su “Uva di Troia, le radici storiche di un futuro nobile”, patrocinato dalla Regione Puglia e da Pugliapromozione.
In programma gli interventi del Presidente della Farmalabor, di Confindustria BAT e di Confindustria Albania, Sergio Fontana, del sindaco di Canosa di Puglia, Roberto Morra, dell’Assessore alla Cultura, Mara Gerardi, del Food Blogger e giornalista di Affaritaliani.it, Antonio V. Gelormini, con la relazione tecnica di Flavia Laforgia su “Le proprietà salutistiche dell’Uva di Troia: i progetti di ricerca e sviluppo”. A cui farà seguito una degustazione plurale all’insegna del Nero di Troia, proposta da Ristorante Varrese - Canosa, Passionata - il dolce di Troia (Fg) e Cantina Diomede - Canosa di Puglia.
L’occasione per delineare meglio le peculiarità di una preziosa eccellenza di Puglia, i cui acini grossi, prodotti in collina, danno vita al vero e proprio Nero di Troia; mentre quelli più piccoli - in cui sono particolarmente prevalenti tannini e polifenoli - sono da tempo oggetto di sperimentazione farmaceutica, in Farmalabor, per la produzione di integratori nutrizionali ad alta concentrazione di antiossidanti, utili a curare e prevenire alcune devastanti malattie.
Un’uva da sempre richiestissima, in larga misura ancora in forma anonima, dai fornitori dell’industria vinicola nazionale (piemontese e veneta) e internazionale (Francia, Germania, USA), per l’apporto di longevità e il rinforzo di struttura garantito ai vini locali.
Tempi maturi anche, per le numerose etichette di Nero di Troia, di entrare in sintonia e cominciare a fare fronte comune, riconoscendosi in un elemento storico-simbolico unico: andando al di là delle ipotesi ancestrali di primogenitura territoriale, per guardare ai riflessi della luce nuova che le virtuose proprietà dell’Uva di Troia sono in grado di proiettare, certamente lungo la frontiera enoica, ma anche verso gli orizzonti del benessere, della cura e della salute delle persone.
Ingresso libero.
(gelormini@affaritaliani.it)
Commenti