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Cantine San Marzano - EDDA 2016
Grande debutto a Borgo Egnazia
Anteprima Cantine San Marzano a Borgo Egnazia con l'autenticità originaria del Primitivo di Sessantanni 2014, e le intriganti note floreali di Edda 2016
L'autenticità originaria del Primitivo, in chiave inedita e moderna, di Sessantanni 2014, e le intriganti note floreali di Edda 2016 - vera rivelazione e protagonista "vanitoso" della serata - hanno convinto il pubblico di appassionati e giornalisti che si sono dati appuntamento in Puglia a Borgo Egnazia, per scoprire le due anteprime di Cantine San Marzano.
Non un nome, ma un riferimento - pudico e divino - essendo sintesi di uno, nessuno e centomila: EDDA (Lei, in dialetto sia pugliese che siciliano), ha affascinato occhi, sguardi e nasi, nonché conquistato i palati degli ospiti convenuti e, tra di essi, anche di quelli più scettici.
EDDA ha l'eleganza narrativa di Donna Tartt, il cesello espressivo di Benvenuto Cellini e la modernità impressionista e meridiana di Giuseppe De Nittis. Un vero e proprio trionfo di raffinatezza e nobiltà di carattere: destinato a consolidarsi nelle sue espressività autoctone, man mano si riuscirà a contenere l'impronta dello Chardonnay ed esaltare l'influenza del Moscatello Selvatico e del Minutolo.
A farle degno corollario - oltre gli "a soli" del presidente delle Cantine San Marzano, Francesco Cavallo, e del Direttore Generale, Mauro di Maggio - un quartetto eccellente di SESSANTANNI dal taglio chiaramente "Primitivo", che abbiamo provato ad abbinare ad altrettanti autori e compositori: un 2006 - Sándor Márai, un 2009 - Italo Calvino, un 2011 - Wolfgang A. Mozart e un 2014 - Fabrizio De André.
“Siamo soddisfatti di aver presentato le nostre nuove punte a un parterre d’eccezione, per la prima volta, in questa location unica - Francesco Cavallo - nostra intenzione è mostrare la bellezza della Puglia e del vino, oltre naturalmente al lavoro di recupero e valorizzazione del patrimonio vitivinicolo pugliese che portiamo avanti da sempre”.
Recupero e tutela dell’alberello alla base della nascita del progetto Sessantanni Primitivo di Manduria Dop, bandiera aziendale al centro della degustazione con la nuova annata 2014, insieme a tre precedenti (2006, 2009 e 2011), tenuta dagli stessi Francesco Cavallo e Mauro di Maggio, sotto la preziosa regia della Federazione Italiana Sommelier Puglia (FIS), nella persona del suo Presidente, Giuseppe Cupertino, e Alessia Borrelli, sommelier. Tra i presenti in sala anche Luca Maruffa, Responsabile Comunicazione, Caterina Bellanova, Responsabile qualità e produzione, Davide Ragusa, Enologo, e Tommaso Galiotta, Agronomo di Cantine San Marzano.
Punto di riferimento internazionale per il Primitivo di Manduria, ottenuto da “vecchie vigne” ad alberello, la prima bottiglia di Sessantanni nasce, grazie all'intuizione del Presidente Cavallo, nel 2003, dalla vendemmia del 2000. “L'idea - come ha spiegato il presidente - si è concretizzata con il rilevamento di un vigneto di 20 ettari con viti ad alberello di oltre sessant’anni di età, altrimenti destinate all'abbandono, negli anni ribattezzato Valle del Sessantanni”. Il vigneto è sito a San Marzano di San Giuseppe in suoli di terre rosse residuali, a tessitura fine, con generoso substrato calcareo e radi affioramenti rocciosi e con un’intensa presenza di ossidi di ferro che conferiscono la nota e riconosciuta tinta rossa.
Accanto al successo consolidato di Sessantanni, si sta facendo largo il bianco top di San Marzano: Edda Bianco Salento Igp 2016, alla sua terza annata. “Una sfida continua capace di farci misurare con un terroir senza tradizione per i bianchi”, ha detto il Direttore Mauro di Maggio, legato particolarmente alla nascita di questa etichetta. “Edda - ha svelato di Maggio - è il sogno di mio padre, Mario di Maggio, storico socio viticultore della cantina: quello cioè di produrre un grande bianco in una terra da sempre casa di grandi rossi".
"Mio padre - ha ricordato il Direttore - ha sempre amato passeggiare tra i vigneti alla ricerca di varietà autoctone a bacca bianca meno conosciute. Questo gli ha permesso di recuperare vecchie cultivar, come il Minutolo, il Moscatello Selvatico o la Passulara, che oggi ritroviamo, unite alle uve di Chardonnay, in un vino 'senza ricetta': aromatico, elegante, fresco, delicato e minerale". Un vino che nasce in un vigneto di 6 ettari, a Monteparano, in provincia di Taranto (azienda Li Marini), in terreni costieri di medio impasto, tendenzialmente sabbiosi, poco profondi a tessitura media fine e ben strutturati; molto ossigenati e drenati, con prevalenza di scheletro di origine tufacea, ricco di minerali.
Un piccolo focus è stato poi dedicato a Masseria Samia, un gioiello architettonico risalente al XVI-XVII secolo sito in località Torre Ovo, a due passi dal Mar Ionio, ora in fase di restauro. Qui nascerà un vero e proprio “giardino mediterraneo”, con un vigneto sperimentale, per la riscoperta di vecchie varietà autoctone in via di estinzione, oltre a un frutteto, uliveto e flora mediterranea, per un percorso nella biodiversità pugliese, in quel patrimonio genetico dimenticato negli ultimi decenni. Un progetto agronomico e culturale che ben rappresenta l'idea di futuro di Cantine San Marzano: una ricerca costante basata sulla condivisione di conoscenza e bellezza.
Una realtà operosa che, non ci stancheremo mai di ripetere, dovrebbe essere "modello" per la qualificazione dell'assetto agro-economico di Puglia. Un grande alveare, ricco di una miriade di piccoli produttori che sembrano seguire ancora il dettato degli antichi cenobi benedettini e cistercensi. Sarà anche per questo, che da queste parti, il vino - in particolare il Primitivo - è da sempre chiamato 'lu mieru'!
(gelormini@affaritaliani.it)