PugliaItalia
Card. Matteo Maria Zuppi - CEI da Bari: "Su di te sia Pace, Ucraina!'
Veglia per la Pace organizzata dalla CEI e dall’Arcidiocesi di Bari-Bitonto sulla tomba di San Nicola a Bari nell'omonina Basilica Pontificia.
Veglia per la Pace organizzata dalla CEI e dall’Arcidiocesi di Bari-Bitonto sulla tomba di San Nicola a Bari nell'omonina Basilica Pontificia.
Zuppi Pace1Guarda la gallery
Omelia del Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI alla Veglia di Preghiera per la Pace. Bari, Basilica di San Nicola, mercoledì 21 dicembre 2022
Che gioia trovarsi assieme a Bari, città porta di accoglienza e dialogo, che dimostra come il mare può essere davvero nostro, dove “nostro e vostro” si uniscono e il fatto di attingere alle medesime risorse può significare unione, non competizione, conoscenza, non violenza. L’amore di Dio non rimane un’entità senza forma ma presenza, un bambino figlio di Dio, perché l’amore non sia un’indicazione generica e facile per maestri che dispensano verità prive di amore. Lo capiamo in questo luogo privilegiato insieme a San Nicola, che tanta devozione raccoglie in Ucraina e Russia.
Il nostro Dio è “molto geloso di Sion”, perché è amore, amore vero, non elisir di benessere per individualisti che riducono tutto alla propria personale convenienza. Gesù piange guardando Gerusalemme della quale ne vede la distruzione. Gesù non condanna, non si compiace di avere ragione: piange e affronta il male perché il male non sia l’ultima parola e perché in ogni croce gli uomini vedano il suo amore. Il sogno di Dio è che “diventiamo vecchi e vecchie” in piazze che “formicoleranno di fanciulli e di fanciulle”. Vecchi e giovani, la vita protetta dall’inizio alla fine. Per realizzare questo sogno che è suo e nostro, Dio ci dona e ci affida “il seme della pace”. Gesù è questo seme, pagato a caro prezzo, tutt’altro che un richiamo senza volto e senza corpo, entità generica e falsamente rassicurante, ridotta a cura del nostro benessere individuale. Dio è felicità, ma ci chiede di amare, cioè di donare non di possedere.
Si può forse essere felici e amare da soli? Amarsi senza amare rovina la nostra vita! La pace è un seme di amore, irriducibile, perché non c’è vita senza pace. È affidato a noi. Dipende da noi: non prediamocela con Dio! Lui la pace l’ha pagata a caro prezzo. Adesso dipende solo da noi. È un seme: contiene già tutta la pace, ma deve crescere. Cristo, principe della pace, vieni! Vieni ad illuminare chi vive nelle tenebre.
Zuppi Pace4Guarda la gallery
Siamo qui per consegnare al Signore, che è il Principe della pace, il desiderio di pace che riempie i nostri cuori e che alimenta la speranza di tante sorelle e di tanti fratelli. Siamo qui per affidare all’intercessione di San Nicola le lacrime di tanti il cui dolore è il nostro dolore, le cui lacrime sono le nostre.
L’ansia della pace è il nostro grido che diventa preghiera: vieni Gesù, porta il Natale della pace in Ucraina! Il seme della pace possa crescere nelle crepe di cuori induriti e che il Signore possa toccarli con la forza della sua grazia. Che possano vedere presto i piedi «del messaggero che annuncia la pace» (Is 52,7). È un sogno? No. Una guerra tra cristiani umilia e scandalizza, offende il nostro unico e comune maestro che la spada ordina di rimetterla nel fodero, ricordando che chi di spada ferisce di spada perisce e che la violenza segna la vita della vittima e dell’assassino, sempre.
Cosa può pensare San Nicola se non rattristarsi e chiedere nel nome di Dio di fermarsi? San Nicola non vuole la violenza e ordina la pace! Non si dica che non ci sono le condizioni! Quelle si trovano! Smettiamo combattimenti che portano solo alla distruzione! La pace non è un sogno è l’unica via per vivere! È la scelta, non una scelta. E la pace diventa preghiera, sofferta, per certi versi drammatica invocazione. Ma la pace è solidarietà, scelta concreta di aiutare chi è colpito, perché la guerra vergognosamente e senza nessuna pietà distrugge tutto, perfino gli ospedali, le scuole e la guerra uccide di freddo, di malattie non curate, di disperazione. Non smettiamo di aiutare, accogliere, mandare di sognare che le spade si trasformino in vomeri.
Un profeta di questa terra di Puglia, un instancabile operatore di pace, don Tonino Bello, trentasei anni fa, in giorni in cui si assisteva a una crescente militarizzazione di questa regione, scriveva: «Incombe su di noi la dissolvenza in negativo del testo di Isaia che dice: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci, e non si eserciteranno più nell’arte della guerra. Ci sovrasta l’ombra di un minaccioso anti-Isaia, dove sono i vomeri a trasformarsi in spade e le falci in lance».
emiliano veglia per la pace (4)Guarda la gallery
Cosa porta il possesso del nucleare? Facciamo nostra la sua preoccupazione, che supera il tempo e ci aiuta a vivere nel nostro, perché ciascuno di noi non si stanchi mai di coltivare, come può, ma sempre con la forza dell’amore, sogni di speranza e di pace. Senza visione di pace non la si cerca e non la troviamo. Certo, un seme sembra piccolo, inutile. In esso è nascosta, però, tutta la pace. Ed è affidato a noi. Se lo teniamo per noi non serve a nulla. Possa ciascuno di noi, artigiano com’è di pace, gettare il seme della pace con il perdono, con la conoscenza, praticando la solidarietà e l’attenzione a ciascuno. Tutti possiamo fare tanto. È la famosa goccia che riempie l’oceano. E noi vogliamo esserci e non fare mancare la nostra. Anche perché, non dimentichiamolo, in una goccia qualcuno vedrà tutto l’oceano! C’è tanto bisogno di pace. Vogliamo che tanti vedano la luce del Natale riflessa dalla nostra umanità e solidarietà.
Maria corre verso Elisabetta. Noi vogliamo sollecitare, nella nostra umiltà, ma anche con la ferma risoluzione chi può e deve fare qualcosa per la pace perché, anche in maniera esplorativa, sia avviato un cammino che conduca al dialogo. Non ci saranno mai le condizioni, se non la sconfitta! Quanta distruzione di persone e cose dobbiamo aspettare?
San Nicola, uomo di pace, volge le spalle a chi non ascolta l’invito di pace. Spingiamo perché sia preparata una conferenza che, come saggiamente avvenne a Helsinki ormai troppi anni fa, possa risolvere tanti conflitti e creare le basi di una convivenza pacifica.
Rinnoviamo l’appello perché nei giorni di Natale non si compiano azioni militari attive, sia permesso ai cristiani di onorare il Dio della pace, non si profani quel giorno distruggendo le tante Betlemme dove vuole nascere il Signore. San Nicola ispiri la saggezza e il coraggio di questa scelta. Non ci abituiamo alla guerra e facciamo nostra la stessa trepida attesa del Papa per commuoverci anche perché speriamo che ogni giorno sia l’ultimo di guerra e attendiamo con ansia, con la fretta di Maria, che venga il Natale della pace. Che tutti noi, come Maria, senza chiederci se tocca o meno a lui, senza indugi, faccia crescere il seme della “pace”! La pace non è un ideale astratto o un dono che cade dal cielo: richiede fatica, tenacia, creatività. Lo facciamo perché non abbiamo pace senza la loro pace.
Zuppi Pace2Guarda la gallery
Desidero far risuonare ora quanto il Santo Padre disse quattro anni fa, sul sagrato di questa Basilica, senza aggiungere, al termine, alcun’altra mia parola, perché ritengo che le sue parole restino oggi purtroppo di drammatica attualità: «La pace va coltivata anche nei terreni aridi delle contrapposizioni, perché oggi, malgrado tutto, non c’è alternativa possibile alla pace. Noi ci impegniamo a camminare, pregare e lavorare, e imploriamo che l’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro, che all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi. [...]
Per fare questo è essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! [...] L’anelito di pace si levi più alto di ogni nube scura. I nostri cuori si mantengano uniti e rivolti al Cielo, in attesa che, come ai tempi del diluvio, torni il tenero ramoscello della speranza (cfr Gen 8,11). [...] «Su te sia pace» (Sal 122,8) – insieme: “Su te sia pace” [ripetono] –, in te giustizia, sopra di te si posi la benedizione di Dio. Amen»2.
Bari, 21 dicembre 2022
✠ Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna - Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Prima del rito liturgico, a fare da corollario alla Preghiera per la Pace, sono stati gli interventi del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e del Sindaco di Bari e Presidente della Città Metropolitana, Antonio Decaro.
emiliano veglia per paceGuarda la gallery
“Questo momento di preghiera era una necessità dell’anima" ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, portando il suo saluto ai vescovi impegnati nella veglia di preghiera organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall'Arcidiocesi di Bari-Bitonto nella Basilica di San Nicola, per invocare la pace, che ha visto la partecipazione del Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.
“Questa città si è sempre sentita coinvolta - ha proseguito il presidente Emiliano - questa basilica è il simbolo del dialogo. Sin dalla visita di Papa Giovanni PaoloII nel 1980, ci chiesero di costruire atti concreti, lo chiesero a questa comunità, per favorire il dialogo ecumenico.Noi eravamo consapevoli che il dialogo ecumenico, che era certamente un'importante tappa teologica, era soprattutto un tentativo forte di dare una risposta a ciò che evidentemente questi nostri Papi avevano intuito come una necessità della storia".
"Questa necessità della storia è arrivata sino all’assurda situazione di farci scorrere davanti agli occhi ciò che temevamo da anni ed anni che si è ineluttabilmente verificato. E questo ha a che fare col maligno dal mio punto di vista. Ha a che fare con quella dimensione che è dentro gli uomini, i singoli uomini ma anche le nazioni, che spesso ci fanno risolvere determinate questioni secondo una prospettiva sbagliata, nella quale evidentemente non riusciamo a costruire le ragioni della pacifica convivenza e del rispetto dei diritti di ciascuno. E quando è il maligno a prendere in mano la situazione non resta che pregare. Pregare con sincerità e dando a questa preghiera un significato non formale. È un momento difficile della storia, nel quale la Chiesa ancora una volta sta svolgendo il suo ruolo come ha fatto in moltissime altre occasioni qui nel nostro paese ma anche nel resto del mondo. E quindi nel concludere il mio discorso e nel fare a tutti gli auguri per il prossimo Natale voglio ribadire che questa scelta di preghiera per la nostra comunità da parte della Chiesa cattolica e di tutte le altre Chiese che sempre ci accompagnano nei momenti di festa e di celebrazione, è una scelta della quale noi siamo consapevoli. La nostra comunità è consapevole. Quindi contate su di noi. Buon Natale”.
Zuppi Pace7Guarda la gallery
Il sindaco Antonio Decaro ha portato il saluto della città ai vescovi impegnati nella veglia di preghiera: “Sono qui non solo per darvi il benvenuto nella città di Bari - ha detto Antonio Decaro - ma anche per ringraziarvi della vostra presenza, per ringraziare la Conferenza Episcopale Italiana, il suo presidente don Matteo Zuppi, e l’Arcidiocesi di Bari Bitonto, con la sua guida monsignor Giuseppe Satriano, per aver voluto organizzare un momento di incontro e di preghiera per la pace qui, nella città di San Nicola".
"La città che un sermone russo dell’XI secolo definisce “Felice Bari”, la città luogo simbolo dell’incontro e del dialogo, la città terra di cerniera tra popoli e culture, la città ponte tra Oriente e Occidente".
"Oggi, purtroppo, Bari non è felice, non può essere felice nonostante l’approssimarsi del santo Natale, momento di gioia per tutti i cristiani, per tutti coloro che credono che la parola di Dio sia portatrice di verità e giustizia, di pace e di fratellanza. Nessuno può gioire al pensiero che da più di 300 giorni una tragedia umanitaria si sta consumando nel cuore dell’Europa. La follia dell’uomo ancora una volta sta spezzando vite, distruggendo città, seminando terrore, annientando speranze e gettando ombre oscure sul futuro".
"Proprio ieri sera Andrey Sadovy, sindaco di Leopoli, mi ha inviato una lettera con una richiesta di aiuto per sostenere le attività di “Unbroken”, un centro di riabilitazione mentale per bambini, perché la guerra non solo uccide fisicamente ma devasta anche psicologicamente. Come fiori piegati dalla violenza, vengono uccisi, feriti, subiscono soprusi, non hanno cibo o non possono essere curati, non possono andare a scuola. Solo coltivando la pace possiamo proteggere davvero il loro futuro. Questo è il messaggio straziante che arriva da Leopoli alla vigilia di questa veglia di preghiera rivolta a San Nicola, il santo dei bambini. E per loro noi invochiamo la sua protezione".
"Trecento giorni fa, mentre speravamo che il buio della pandemia fosse stato superato, una terribile sciagura si è abbattuta nuovamente sull’umanità, un altro flagello. Questa volta, però, causato da scelte umane colpevoli e criminali".
"Non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo. Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi nel mondo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera. Come ha scritto Sua Santità, Papa Francesco, nel messaggio per la giornata mondiale della pace, “mentre per il Covid si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato”.
Zuppi Pace9 DecaroGuarda la gallery
"Per questo oggi affidiamo a San Nicola, il santo cristiano più venerato al mondo, che accomuna nella fede il mondo cattolico, ortodosso e protestante, le nostre preghiere davanti alla lampada uniflamma, simbolo della devozione comune alle chiese orientali, che arde costantemente nella cripta in cui sono custodite le reliquie del vescovo di Myra".
"Invochiamo il santo delle imprese audaci per far sì che si compia il miracolo più grande, quel cessate il fuoco che possa far vincere, finalmente, la pace cioè “la somma delle ricchezze più grandi di cui un popolo o un individuo possa disporre”. Così la definiva don Tonino Bello, beato costruttore di pace, vescovo che in questa terra ha esercitato il suo magistero pastorale e che ancora oggi è per tutti noi fonte di ispirazione. Con il cuore pieno di speranza, Bari si unisce alle vostre preghiere”.