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PugliaItalia
'Casa Sankara' simbolo moderno di libertà e lavoro dedicato a Stefano Fumarulo

Casa Sankara, centro di San Severo esempio di integrazione sociale e di accoglienza per cittadini e lavoratori stranieri, è stata al centro delle celebrazioni della Regione Puglia e del presidente Michele Emiliano, per la nascita della Repubblica Italiana in occasione del 2 Giugno - 72°anniversario della Repubblica, per affermarne le radici nella dignità del lavoro.

2 giugno 2017
 

“Oggi - ha detto Emiliano - qui festeggiamo la festa nazionale italiana e la festeggiamo in un luogo che secondo noi è il simbolo della liberazione dallo sfruttamento del lavoro. È un luogo pubblico che era stato abbandonato come azienda agricola e che è stato rimesso in piedi da una serie di lavoratori della terra che man mano noi abbiamo sottratto ai caporali. Hanno cominciato a produrre, a lavorare e in questo modo hanno potuto restituire la libertà a moltissime persone, a decine e decine di persone".

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"L'idea di far nascere Casa Sankara - ha ricordato Emiliano - è stata di un nostro amico, di un nostro collaboratore, di un dirigente molto importante della Regione Puglia che si chiamava Stefano Fumarulo. E quindi noi oggi dedicheremo questa azienda agricola a Stefano che è stato non solo un uomo del fare ma anche un uomo dalle grandi idee e questa è una delle sue grandi idee".

"La Repubblica italiana e la sua Costituzione oggi quindi vengono festeggiati in un pluralismo di religioni, di razze, nel rispetto della persona umana indipendentemente dal suo orientamento e dalla sua origine, soprattutto garantendo la libertà del lavoro, visto che la Repubblica italiana è una Repubblica fondata sul lavoro”. 

“Questo lavoro di sottrazione dei lavoratori sfruttati ai caporali ha avuto molto successo e adesso servono nuovi posti letto", ha proseguito Emiliano, "Stiamo attendendo rigorosamente la variante di Piano regolatore che serve a posizionare i moduli che sono tutti pronti in un piazzale a disposizione della Regione Puglia. Appena la variante sarà approvata la foresteria verrà realizzata. Esistono già campi identici a Nardò dall'anno scorso e ne inauguriamo lunedì un altro a Turi per le ciliegie. 

Queste foresterie dei lavoratori agricoli ospitano nella legalità, mentre in passato questi lavoratori venivano sfruttati dalle mafie, alle quali dovevano pagare soldi per stare accampati in campi senza acqua, senza igiene, esposti allo spaccio di droga e prostituzione, mentre adesso vengono ospitati in luoghi che offrono una dignitosa accoglienza. Ricordo che senza questi lavoratori l'agricoltura pugliese non potrebbe mai funzionare”.

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L’evento di questo 2 giugno  a San Severo (Fg), presso l’Azienda agricola regionale “Fortore” – Casa Sankara (via Foggia - SS16 km 657,33) ha al centro della giornata i dibattiti: “La Puglia per una inclusione di qualità”, e quello su “Azienda agricola regionale Fortore: criticità e buone pratiche per proseguire il percorso di crescita”, a cura della stessa Regione Puglia, con il saluto dell’Ambasciatore a Roma della Repubblica del Senegal, Mamadou Saliou Diouf.

Una giornata che registra anche il confronto tra le associazioni e le istituzioni, che lavorano sul territorio, sul tema dell’accoglienza: non più solo come emergenza, ma come integrazione culturale e sociale nel territorio.

Il Centro presso Casa Sankara sarà intitolato a Stefano Fumarulo, dirigente regionale prematuramente scomparso, con la piantumazione di un albero nel “Giardino della Dignità”.

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Progetto “Azienda Agricola Fortore - Associazione Ghetto out Casa Sankara” - Con la Delibera di Giunta Regionale n.596 del 26 aprile 2016, la Regione Puglia ha provveduto all’affidamento della gestione temporanea dell’Azienda agricola di proprietà regionale “Fortore” (comprensiva di 20 ettari di terra) all’Associazione di immigrati “Ghetto Out – Casa Sankara”, al fine di sperimentare nuove pratiche di inclusione socio-lavorativa e per far fronte all’emergenza abitativa dei lavoratori migranti della Capitanata.

Il progetto in questione assume una valenza molto particolare perché viene portato avanti in un territorio dove, indubbiamente, molteplici e problematiche sono le dinamiche legate all’immigrazione.

Oggi l’azienda agricola “Fortore”, attraverso il lavoro svolto dall’Associazione “Ghetto out –Casa Sankara” e la “Cooperativa Africa Di Vittorio”, nonché grazie al supporto diretto da parte della Regione Puglia, incarna appieno il concetto di speranza. Il Fortore, ormai, rappresenta un simbolo nazionale nella lotta di contrasto al caporalato e nel processo di autodeterminazione dei lavoratori migranti stagionali.

Fumarulo Stefano
 

Un gruppo di persone che ha creduto, fin da subito, nella possibilità di costruire percorsi inediti, inclusivi, solidali. Strade e strumenti fortemente alternativi a quei modelli di coercizione che costringono i lavoratori migranti a “sopravvivere” nel degrado e nell’emarginazione.

In questo luogo, infatti, e già da tempo, si cerca di praticare quotidianamente il pieno riconoscimento dei diritti umani e della dignità di quei lavoratori extracomunitari, tanto vessati, quanto, però, indispensabili al mantenimento di un settore trainante della nostra terra, l’agricoltura.

Fortore è un progetto nato sulla base di una grande sinergia intercorsa tra Istituzioni e Terzo settore. Una risposta di dignità e di legalità atta a realizzare una filiera di qualità nella produzione agricola, finalmente libera dalla triste piaga del caporalato e dello sfruttamento lavorativo.

Non è un caso che 300 lavoratori migranti fuoriusciti  dal “Gran ghetto” nel marzo 2017 abbiamo deciso, alla fine, di affidarsi all’Istituzione Regione Puglia e agli operatori di Casa Sankara e della Cooperativa Di Vittorio. E questo perché nutrono una profonda speranza che non può e non deve essere disattesa in alcun modo.

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Azienda Fortore - Il progetto sperimentale dell’azienda agricola “Fortore” si pone diverse ed articolate finalità. Tra queste, l’istituzione di campi dimostrativi capaci di promuovere un’agricoltura a basso impatto ambientale ma ad alto impatto sociale, come l’agricoltura biologica e integrata. Sono previste, ancora, diverse azioni progettuali mirate al recupero della biodiversità. Attraverso, ad esempio, l’introduzione e valorizzazione di specie o varietà ormai poco coltivate, poiché considerate poco remunerative, ma che presentano, comunque, un loro “mercato di nicchia” e un valore ambientale-culturale da recuperare.

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L’Azienda agricola “Fortore”, quindi, rappresenta a tutti gli effetti un modello sperimentale dove è possibile portare avanti un percorso di legalità legato al lavoro stagionale in agricoltura, attraverso il quale realizzare una filiera “regolare” fuori dalle dinamiche criminali che contraddistinguono il “caporalato”.

Il Fortore attualmente ospita circa 200 persone, tra queste vi sono anche alcune famiglie con bimbi (regolarmente iscritti nelle scuole), che provengono dalla difficile “esperienza di vita” consumata all’interno del “Gran Ghetto”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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