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Ceglie del Campo (Ba), 750 valide ragioni
per scoprire recitando Dante Alighieri

Antonio V. Gelormini

"Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura....."

La selva nella quale la Scuola Manzoni-Lucarelli è piombata, senza smarrirsi, è quella dei quartieri difficili e decentrati - forse bisognerebbe dire "relegati" - di Ceglie del Campo e di Carbonara, nell’interland barese.

Una selva urbana fatta di cemento, bitume e umori nauseanti, e non certo di arbusti, torrenti o piante e fiori profumati. Una selva dove la "legge della giungla" regna sovrana, e dove leoni e gazzelle - quando corrono - lo fanno al ritmo intermittente e assordante di “sirene” senza coda e senza squame.

Dante Scuola Manzoni
 

Il disagio diffuso, da queste parti, lo si legge negli occhi spenti - se non indispettiti - delle donne, dei bambini e degli anziani. Tutti figli di un Dio minore e tutti attori di un dramma collettivo, che va in scena dall'alba al tramonto e, solo apparentemente, prende fiato nell'intervallo a luci spente della notte.

In questa selva a bagliori alterni, dove il fenomeno di dispersione scolastica tocca apici imbarazzanti, a causa di un livello socio culturale spesso disagiato, ci sono ragazzi abbastanza problematici, che a loro volta incarnano il medesimo disagio di situazioni disperate (assenza di valori, carenza di spazi sociali, padri in carcere o agli arresti domiciliari).

In questa selva la lotta per la sopravvivenza della Scuola Manzoni-Lucarelli si fa ogni giorno più dura: negli ultimi anni l’istituto ha perso circa 11 classi ... e attualmente, come Scuola Media resistono 7 classi (2 prime, 3 seconde e 2 terze).

Tra spine, rovi, inciampi, rifiuti e sterpaglie urbane, il raggio di luce di un sole - comunque insistente - si fa spazio, e grazie alla caparbietà di docenti, alunni e famiglie si tenta un esperimento “audace”: la scuola laboratorio, attraverso la musica e il teatro.

Dante Scuola Ceglie
 

Forse col “coraggio della disperazione” e in una sorta di appendice alle celebrazioni per i 750anni dalla nascita di Dante Alighieri, dove meno te l’aspetti si prova a coinvolgere i ragazzi con la drammatizzazione della Divina Commedia (in chiave moderna, su testo di O. De Santis), intervallata e vivacizzata da brani musicali moderni e contemporanei, tratti dal musical originale di M. Frisina.

Non è un miraggio. E’ la scuola che torna ad essere fucina di meritevoli azioni educative e didattiche sul territorio. Un miracolo? Se volete chiamatelo pure così. Dopo prove, impegno, resistenze ed entusiasmi finalmente manifesti, il 3 febbraio si debutta con “Studio Dante a scuola e imparo la vita”.

Un coro di voci che trasforma la selva in giardino e che diventa appello alla società, per la ricucitura di trame “sfilacciate” nella città e tra le comunità urbane, con la giustificata ambizione di tornare “a riveder le stelle”. Le autorità presenti e non lo raccolgano. Carpe diem, avrebbe suggerito Virgilio!

(gelormini@affaritaliani.it)