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Ceglie Messapica, 'Apologie Magistrali - Elogio della parola' di Augusto Conte

Ceglie Messapica (Br), Augusto Conte: 'Apologie Magistrali - Elogio della Parola' Edizioni Grifo, Lecce, 2025.

Il libro, attraverso la pubblicazione di apologìe, è una esaltazione della parola, prodigio universale che infonde umanità alla vita, svelandone i misteri e l'essenza del pensiero che diviene logos, verbo, manifestazione della mente.

La parola esprime la sua magìa nelle apologìe, laddove diventa difesa, mediante il ragionamento discorsivo nel campo del diritto, persuasione, nella competizione politica, convinzione, nella esaltazione del coraggio, piacere nelle orazioni celebrative, ispirandosi all'arte creativa della retorica, in una dimensione intuitiva e dialettica, nelle difese (in judicis), nelle deliberazioni assembleari (in suadendo), nelle orazioni epidittiche celebrative (in laudando).

Le letture delle apologie classiche, greche e latine, consentono di attualizzare e contestualizzare i fatti e gli avvenimenti, interpretando il nostro tempo, per approfondire e coltivare un pensiero profondo. L'eloquenza riveste un ruolo decisivo all'interno del processo persuasivo e dell'efficacia della parola, in quanto strumento volto a produrre convinzione ed emozione, essendo fondata sul principio che ha validità su quello che si dice, il come si dice, con le parole e la connessione delle parole.

Le apologìe si ispirano e adottano l'arte della retorica, con tesi e antitesi, ponendo i fatti accaduti, e anche da accadere, in una concatenazione degli argomenti, in un disegno ragionevole, umanizzandoli, in una dimensione artistica della attività giuridica, della occupazione politica, dell'onere di comandare, nel dovere di celebrare.

Le descrizioni dei personaggi storici sono precedute da aforismi, espressioni e pensieri che caratterizzano gli autori delle apologie che vengono riproposte con commenti individualizzanti i periodi storici in cui vengono pronunciate o scritte.

La antologia propone la apologìa di Caino, scritta nella Bibbia e riscritta da Andrea Camilleri; quella di Apollo, in difesa di Oreste, uccisore della madre Clitennestra e del suo amante Egisto per vendicare l'omicidio di Agamennone, nella tragedia Le Eumenidi di Eschilo; le logografie di Lisia, in difesa di sé stesso, contro l'usurpatore Eratostene e quella scritta in favore di Eufilèto, per sostenere il delitto per causa di onore, non punibile. 


 

La apologìa di Enone in difesa della promessa sposa Antigone, condannata a morte per avere dato sepoltura al fratello Polinice disobbedendo all'ordine del tiranno Creonte, nella tragedia di Sofocle; la apologìa di Socrate, in difesa di sé stesso, avendo rifiutato la difesa di Lisia per osservare la legge che la vietava, riprodotta da Platone, che insieme a Senofonte, insieme e ad altri discepoli aveva assistito al processo; le “filippiche” di Demostene contro Filippo II di Macedonia e di Eschilo, autore di tragedie e suo acerrimo avversario politico. 

La apologìa di Marco Tullio Cicerone, in difesa di Milone, nel quale sostenne l'esimente della legittima difesa, dettandone i principi informatori; l'autodifesa di Caio Giulio Cesare, descritta nel De Bello Civili, dinanzi al Senato per giustificare la marcia su Roma; la difesa di Publio Orazio in favore del figlio Orazio, vincitore sui Curiazi, accusato di perduellium per la uccisione della sorella Orazia, che gli aveva negato l'osculum, il bacio al vincitore, essendo la fidanzata di uno dei Curiazi ucciso del fratello, in De Urbe condita, di Tito Livio. 

Le apologìe di Ulisse e Aiace Telamonio, nella “causa” per ottenere le armi di Achille, e in particolare lo scudo, nel quale erano descritti momenti della vita in Grecia e in particolare il primo processo della storia descritto da Omero, nelle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone; le apologie di Calcago e di Giulio Agricola per ispirare alla battaglia, il primo per la difesa del suolo inglese da parte degli invasori, e il secondo per spingere le milizie romane alla conquista della Inghilterra, di Publio Cornelio Tacito; la apologìa in propria difesa di Lucio Apuleio, accusato di circonvenzione di incapace e magìa per avere sposato la anziana vedova Pudentilla per sottrarle il patrimonio e in difesa di Lucio, nelle Matamorfosi, o L'Asino d'oro, di Lucio Apuleio.

Questo libro si prefigge la finalità di risvegliare l'interesse e la passione per la dialettica e l'oratoria, e nel conmpo a ridare parola e vita ai grandi retori e oratori, a esaltare il ministero del giurista, del politico, del governante, per condurre il cuore e la ragione di chi ascolta ad azioni virtuose, facendolo riflettere e affascinare.