Il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino ha presentato le proprie dimissioni. Lo ha detto lui stesso, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine della riunione della Conferenza delle Regioni del 22 ottobre, aggiungendo che, su richiesta dei colleghi presidenti, le dimissioni sono state al momento congelate.
Chiamparino ha spiegato che i motivi delle dimissioni non starebbero nei tagli alla sanità, ma sono legati al giudizio dato dalla Corte dei Conti sul bilancio della Regione Piemonte. "Una Regione con un bilancio in questa situazione non può fare da guida a tutte le Regioni. Mi devo dedicare di più al lavoro nella Regione Piemonte”.
“Nessun atto polemico nei confronti del Governo sulla legge di stabilità - ha precisato Chiamparino - ma devo dedicarmi di più alla mia Regione”. Una scelta che arriva dopo il Giudizio di parificazione della Corte dei Conti che ha riscontrato un disavanzo di 5,8 miliardi nel 2014 per il Piemonte, come conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale in cui si annullava il rendiconto del 2013"-
"Da artigliere di montagna - ha spiegato - sono convinto che l'esempio sia importante e una regione che è in una situazione di bilancio di questo genere non può essere quella che rappresenta le altre. Chi rappresenta le Regioni deve poter tirar fuori il suo bilancio e far vedere che riflette il ruolo che le regioni vorrebbero avere”.
Le dimissioni restano "comunque irrevocabili" e a gennaio le Regioni potrebbero trovarsi a dover eleggere un nuovo presidente. E l'ipotesi che la scelta possa cadere sul presidente della Regione Puglia. Michele Emiliano, è da più parti indicati come quella tra le più probabili.
Un segnale a distanza lanciato al Governo su un punto che, dopo il Piemonte, rischia di mettere in ginocchio parecchie amministrazioni regionali e ripropone l'urgenza di una norma “salva Regioni".
La questione infatti non riguarda solo il Piemonte, ma il Piemonte è stato il primo a incappare nel procedimento di parificazione del bilancio. A tal proposito Chiamparino precisa: "Il decreto che avevamo concordato con il Governo non prevede né spalmature per secoli e secoli del debito, né nuovi soldi, ma delle modalità di contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità".
A chiarire la questione ci ha pensato Alessandra Sartore, coordinatore vicario e della Commissione Bilancio in Conferenza delle Regioni che ha la delega sulle materie finanziarie nella Giunta Zingaretti.: “Non c'è nessun buco, si tratta di un problema contabile. Una sentenza della Corte Costituzionale ha indicato una nuova modalità di contabilizzazione, per le anticipazioni in bilancio derivanti da mutui contratti col Ministero dell'Economia. Una modalità diversa da quanto era stato fatto in passato. Ma è materia dello Stato, è il legislatore statale che deve fare la norma, in un decreto legge o in un emendamento”.