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Confagricoltura: 'Taranto, servono investimenti e cultura d'impresa'
il convegno "Taranto riparte dall'agricoltura", a cura di Confagricoltura TA, il presidente nazionale Massimiliano Giansanti e l'assessore Donato Pentassuglia.
Serve programmare il futuro del territorio e specializzare la produzione altrimenti gli agricoltori tarantini e più in generale italiani saranno sempre ostaggi delle fluttuazioni dei mercati. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha così tirato le somme del convegno "Taranto riparte dall'agricoltura", organizzato da Confagricoltura Taranto.
Presenti al tavolo con lui Donato Pentassuglia, assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Gianpaolo Cassese, componente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto e Puglia.
Lavori dunque incentrati sul futuro dell’agricoltura nel territorio ionico aperti dal saluto del commissario della Camera di Commercio Gianfranco Chiarelli, nella cui sede si sono svolti i lavori: “Non si può pensare – ha detto Chiarelli - che ogni nuova iniziativa debba necessariamente dipendere dalle sorti dell’acciaieria. L’agricoltura ha tante potenzialità che vanno valorizzate con interventi che riguardano la infrastrutturazione, soprattutto se pensiamo alla internalizzazione”.
Taranto rappresenta delle grandi eccellenze dell’agroalimentare italiano: il Primitivo di Manduria oggi è la DO più importante della Puglia e del Mezzogiorno con circa 17 milioni di litri e 23 milioni di bottiglie; per l’uva da tavola Taranto la prima provincia produttrice in Italia. L’occupazione, anche in un periodo particolare come quello attraversato, ha mostrato segnali di crescita.
I lavori sono stati aperti dal presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro: Oggi dobbiamo colmare il divario fra il Nord e il Sud del Paese. A Taranto siamo noi agricoltori che abbiamo il compito di contribuire a costruire la nuova economia e la nuova cultura di questa terra. Confidiamo molto nel lavoro che stanno facendo a livello nazionale il nostro presidente Massimiliano Giansanti e in Puglia l’assessore Donato Pentassuglia che oggi sono qui con noi”.
Presente all’incontro Gianpaolo Cassese, componente della Commissione Agricoltura della Camera e imprenditore agricolo ionico: “Per rilanciare il settore - ha evidenziato Cassese - occorre sopperire ad una serie di criticità. Anche per questo il treno del PNRR rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio. A tal riguardo non deve più verificarsi quanto di recente accaduto con l’assegnazione dei fondi per la gestione delle risorse idriche. Non aver presentato progetti adeguati di ammodernamento delle infrastrutture idriche equivale alla condanna del settore in termini di competitività per i prossimi 20 o 30 anni”.
Ha preso quindi la parola l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Donato Pentassuglia: “Chiameremo a raccolta i tecnici per scrivere il Psr - ha evidenziato Pentassuglia - oggi è necessario accorciare i tempi di espletamento delle pratiche e per fare questo serve che la macchina burocratica segua di pari passo quella politica. In Assessorato stiamo portando avanti un grande sforzo per scrivere il Psr e per assicurare l’acqua all’agricoltura, acqua che in Puglia è una risorsa preziosa e rara e la cui scarsità provoca danni nella competitività. La Xylella è un problema con cui dobbiamo convivere ma non sottovalutare. Abbiamo triplicato gli sforzi e stiamo cercando le risorse economiche. Ma la lotta va portata avanti con la Scienza e non con il fatalismo".
Nelle conclusioni il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha messo in risalto come “In Italia da più di 50 anni non si fanno scelte, non si decide su cosa puntare nella produzione agricola. In questo modo continuiamo ad esporre gli agricoltori alle fluttuazioni internazionali invece di programmare come fanno in altri paesi dove si adattano gli impianti alle esigenze dei mercati. Nel Paese serve un progetto di strategia per il rilancio. Abbiamo una responsabilità importante, quella di garantire un futuro alle aziende agricole italiane. Per fare questo deve cambiare l’approccio al modello di distribuzione e al digitale, se non cambia questo approccio altre nazioni arriveranno prima di noi”.
(geormini@gmail.com)