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Confesercenti: 'In Puglia a rischio chiusura oltre 4mila imprese'
Confesercenti Puglia: "Tra pubblici servizi e settore moda, i consumi delle famiglie sono andati indietro di un quarto di secolo"
Da emergenza sanitaria a catastrofe economica. Il passo è segnato. Dal primo lockdown alla seconda ondata, le imprese a rischio chiusura sono oltre 4mila suddivise in pubblici esercizi (-2998) che hanno abbassato le saracinesche ben oltre i 123 giorni da marzo ’20 a marzo ’21, ed il settore moda (-1081).
Tale situazione è documentata dal report di Confesercenti ‘Le imprese nella pandemia: marzo 2020 – marzo 2021’, che fotografa la crisi generata dall’emergenza Covid 19. "Abbiamo fatto un balzo indietro di un quarto di secolo, siamo tornati ai livelli della fine degli anni ’90 quando i consumi delle famiglie erano molto più ridotti", ha commentato Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia, che aggiunge: ‘La causa del calo dei consumi e del Pil è da attribuire a diversi fattori".
"In primo luogo - precisa - alle restrizioni delle attività e del movimento delle persone al fine di contenere la diffusione del virus. Considerando solo i servizi di mercato, durante questo anno di pandemia in Puglia, ben oltre 4mila imprese potrebbero non aprire, e le più coraggiose, se dovessero continuare l’attività, certamente non recupererebbero gli introiti persi durante i 123 giorni di chiusura completa. Inoltre, la situazione drammatica è stata aggravata dall’eccesso di ‘pandeburocrazia’, che conta oltre 1000 tra atti e provvedimenti nazionali e locali emanati per contrastare la diffusione del virus".
"Una mole di disposizioni che ha generato ritardi e confusione - sottolinea ancora Campobasso - gli aiuti diretti alle imprese (in media 3.000 euro), inoltre, si sono rivelati insufficienti a coprire le perdite sostenute dal tessuto produttivo. Tra crisi prolungata - e ristori ancora insufficienti – le attività economiche sono ormai al collasso e bisognose di una terapia intensiva".
"La ripresa non può prescindere dalla normalizzazione della spesa delle famiglie e dall’entità delle restrizioni, che saranno applicate alle attività economiche", ha concluso Campobasso, "Da non trascurare - infine - l’esito della campagna vaccinale, il quale se dovesse essere positivo potrebbe far registrare stabili recuperi di attività nella seconda parte dell’anno",.
(gelormini@gmail.com)