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PugliaItalia
Confindustria Bari e Barletta-Andria -Trani Assemblea Generale 2023
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L’Assemblea generale di Confindustria Bari e Bat si è svolta nel Teatro Petruzzelli di Bari, alla presenza e partecipazione, tra gli altri, del ministro degli affari europei e politiche di coesione Raffaele Fitto, del presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, del presidente di Confindustria Bari e Bat Sergio Fontana, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del Sindaco di bari e presidente dell'ANCI Antonio Decaro, moderati dal giornalista David Parenzo

“Mi ha fatto molto piacere la richiesta formale di Confindustria Puglia al ministro Fitto - ha dichiarato a margine degli interventi Emiliano - di anticipare almeno il 20% di quanto ci devono sui 4,6 miliardi del Fondo di Sviluppo e Coesione. Dalla relazione del presidente Fontana è emerso chiaro il desiderio di non interrompere i risultati straordinari che l'economia pugliese ha avuto in questi anni".  

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"Non posso che ringraziare questo blocco sociale - ha sottolineato il presidente della Regione Puglia - che qualche giorno fa ho definito ‘sistema Puglia’, che indipendentemente dal posizionamento politico, che non interessa certamente l'economia, determina una identità culturale e d'impresa pugliese, capace di ottenere risultati  tra i migliori d'Italia se non addirittura i migliori d'Italia".

"Gli incrementi dell'occupazione e del PIL, la capacità di spesa - ha cocluso Emiliano - hanno rappresentato il segreto del successo del ‘sistema Puglia’. Confindustria e il presidente Fontana l'hanno capito, adesso aspettiamo che lo capisca anche il ministro Fitto”. 

 

ASSEMBLEA GENERALE 2023

Discorso del Presidente di Confindustria Bari e Bat Sergio Fontana

Autorità, Signore e Signori,

Colleghe e Colleghi imprenditori,

benvenuti all’Assemblea Generale di Confindustria Bari e Barletta Andria Trani.

Saluto e ringrazio per aver accolto il nostro invito il Sindaco di Bari Antonio Decaro e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Oggi siamo felicissimi di avere con noi il Ministro per gli Affari europei, per il SUD, per le politiche di coesione e per il PNNR Raffaele Fitto.

Il Ministro Fitto è l’uomo che ha voluto e ottenuto la proroga della decontribuzione sul lavoro per il nostro Sud.  Grazie, Ministro, a nome di tutte le imprese che sono in questo teatro. Applauso

E grazie anche al nostro presidente nazionale, Carlo Bonomi, che ha sostenuto il tema della decontribuzione, non come una misura del Sud per il Sud, ma del Sud per l’Italia. Applauso

La presenza di questi relatori in questo prestigioso teatro, insieme a quella di tante personalità istituzionali,

del mondo accademico, economico e sindacale, è un fatto importante: insieme possiamo aprire quel confronto ampio, che è sempre necessario per costruire il futuro.

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Se guardiamo la scena internazionale, vediamo che due grandi potenze industriali, Stati Uniti e Cina, stanno mettendo in campo risorse eccezionali per sostenere i loro sistemi produttivi.

Guardiamo per esempio agli aiuti per produrre semiconduttori:

  • gli Stati Uniti hanno stanziato 77 miliardi in 4 anni
  • la Cina 150 miliardi in 10 anni
  • l’UE 12 miliardi in 7 anni               (Fonte ISPI)

Gli inglesi direbbero: TOO LATE, TOO LITTLE:

l’Europa fa troppo tardi e troppo poco.

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Pensate che solo per la transizione green gli Stati Uniti hanno varato un Piano da circa 369 miliardi di dollari. E’ il Piano noto con l’acronimo IRA (Inflation Reduction Act). Un fiume di denaro, che alimenterà l’economia molto rapidamente, perché sarà erogato con crediti d’imposta. (Fonte: Treccani.it) 

E non è tutto. Il Piano IRA è infatti solo una parte del vastissimo pacchetto di aiuti da oltre 700 miliardi di dollari che verrà concesso all’industria statunitense nei prossimi 10 anni per produrre tecnologie green.

In Europa non abbiamo interventi di questa portata e soprattutto di questa rapidità a sostegno dell’industria manifatturiera. Intanto Germania e Francia si sono mosse in autonomia e hanno chiesto alla UE una deroga agli aiuti di Stato per finanziare la loro industria. Con i loro solidi bilanci, questi Paesi hanno ampi margini di manovra per erogare aiuti all’industria nazionale. Quasi l'80% degli aiuti di Stato finora approvati dalla Commissione europea verrà utilizzato da Germania e Francia (Fonte Commissione UE).  E’ il segno che l’Europa non è capace di un’unica e coerente politica industriale.

Infatti, dopo anni in cui è cresciuta l’industria del Riciclo, in cui l’Italia ha raggiunto una vera e propria leadership europea, adesso, invece, la UE decide di sostenere solo il Riuso! Mettendo in crisi tutta l’industria italiana del packaging. E non dimentichiamo che per decenni l’Europa non ha avuto nemmeno una politica energetica. Solo grazie alla guerra russo-ucraina abbiamo finalmente capito che il nostro continente non può dipendere dalle forniture di gas dalla Russia. E soltanto grazie alla pandemia ci siamo accorti di non poter dipendere dalla Cina per la fornitura di semiconduttori!

Adesso l’Europa ha finalmente capito che deve avere una propria, vera politica industriale, perché la manifattura è la forza di tutto il continente.

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Anche l’Italia ha bisogno di una vera politica industriale. le nostre aziende, orfane di una politica industriale degna di questo nome, in balia della volubilità dell’Europa hanno fatto quasi sempre da sole. E, nonostante ciò, hanno dimostrato di avere una forza straordinaria.

Siamo stati capaci di un nuovo miracolo economico.

Abbiamo reagito alla pandemia con una crescita impetuosa nel 2021 e 2022. E quest’anno cresciamo ancora, mentre altri giganti rallentano. Infatti nei primi tre mesi di quest’anno, contro ogni previsione, il PIL dell’Italia è cresciuto ancora dello 0,3%: più di Germania, Francia e Regno Unito.

Anche a Bari e in Puglia le imprese hanno dimostrato di saper crescere. Secondo la Banca d'Italia, nel 2022 l'attività economica in Puglia è aumentata del 3,3 per cento al netto dell’inflazione Questa è la terra dove le cose si possono fare. Per ricchezza prodotta la Città metropolitana di Bari, con i suoi 41 Comuni, è la prima economia su tutta la dorsale adriatica. (Fonte: Istat 2020)

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L’Istat ci dice che, tra il 2019 e il 2021, tutta la Puglia ha dimostrato una particolare capacità di crescita.

Il tasso di crescita del Pil pro-capite in Puglia è infatti risultato più vivace sia di quello nazionale, sia di quello meridionale:

  • TASSO PIL PRO CAPITE ITALIA + 2,3%
  • TASSO PIL PRO CAPITE SUD +3%
  • TASSO PIL PRO CAPITE PUGLIA +3,6%

Ed è dal 2008 che il nostro ritmo di crescita regionale cresce più del resto del Meridione e dell’Italia.

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Noi siamo il Sud che non si arrende. L’Assemblea di quest’anno è dedicata proprio al Mezzogiorno che non si ferma, e che va avanti sempre, e nonostante tutto.

Guardate la locandina di questa assemblea, quella freccia bianca che segna una traiettoria opposta a tutte le altre.

Ecco, col linguaggio delle immagini voglio dirvi che questa giornata è dedicata a chi corre in direzione “ostinata e contraria”. E ce la fa, nonostante tutto.

Questa Assemblea È dedicata alle 700 imprese di Confindustria Bari e Barletta Andria Trani. A voi, colleghe e colleghi imprenditori, che non vi fermate mai davanti agli ostacoli. A voi che, in questa terra, avete creato aziende dal nulla, facendole diventare spesso leader di mercato. A queste nostre imprese che hanno creato lavoro, benessere e dignità è affidato oggi il futuro del Mezzogiorno, un Mezzogiorno che non vuole più vivere di assistenzialismo, di aiuti a pioggia, di cassa-integrazione a vita, di reddito di cittadinanza.

Il Sud ha bisogno di una sola cosa: lavoro. E, a proposito di lavoro, consentitemi di ricordare un uomo, un imprenditore del commercio che ha fatto del lavoro l’impegno di una vita il presidente della Fiera del Levante e della Camera di Commercio di Bari e BAT: Sandro Ambrosi.

Vorrei ricordare che Sandro Ambrosi, fra i suoi tanti meriti, ha avuto anche quello di essere stato il protagonista del rilancio della Fiera del Levante La Fiera del Levante deve tornare ad essere, un luogo dove si fa impresa, si creano scambi, lavoro e crescita.

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Molti degli imprenditori che sono oggi in questo teatro rappresentano la prova vivente che in Puglia  fare impresa si può. Qui abbiamo imprese che crescono e che innovano, in sinergia con l’Università e con il Politecnico di Bari.

La nostra associazione insieme al Politecnico di Bari e all’Ance Bari BAT, ha creato l’incubatore BINP (Boosting Innovation Poliba), che promuove progetti di innovazione e Open Innovation. In un solo anno di attività l’incubatore conta già 90 progetti di ricerca finanziati.

Questo incubatore può ancora crescere a accogliere tutti i partner, pubblici e privati, che vorranno condividerne i valori e gli obiettivi. La mia proposta è che BINP si trasformi: non più “Boosting Innovation in Poliba” ma “Boosting Innovation in Puglia”.

Noi siamo fiduciosi nella riposta del territorio. Qui abbiamo tante imprese che crescono, e che cercano nuovi talenti per innovare e crescere ancora, perché senza le competenze giuste le sfide imprenditoriali non si vincono.

Per i nostri ragazzi e per le imprese di Confindustria Bari e BAT ho chiesto e ottenuto dall’Università di Bari

un nuovo Corso di Laurea magistrale in "Innovazione, Governance e Sostenibilità". Il risultato è che il prossimo 18 luglio, nella sede di Confindustria Bari e BAT, nella Casa delle imprese, avremo il piacere di ospitare la prima seduta di laurea di questo corso. E festeggeremo i primi giovani laureati In "Innovazione, Governance e Sostenibilità" dell’Università di Bari. Le nostre imprese hanno un gran bisogno delle loro competenze, perché cercano personale specializzato che sappia accompagnarle nella trasformazione digitale ed ecologica.

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La transizione digitale ed energetica comporta uno sforzo notevole, che va sostenuto e non ostacolato con leggi sbagliate. Ed è per questo che abbiamo contestato nel merito e nel metodo la legge regionale in materia di incentivazione della transizione energetica del 2022. Avevamo visto giusto: il governo ha impugnato la legge regionale, da noi tanto criticata, e ora attendiamo il giudizio da parte della Corte Costituzionale.

 

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Lasciateci lavorare con meno burocrazia e con regole certe, e genereremo nuove occasioni di lavoro. Per questo dico ai nostri giovani che non devono emigrare. Oggi in Puglia le opportunità per loro ci sono e ce ne saranno. Qui a Bari abbiamo ad esempio un tessuto di piccole, medie e grandi aziende dell’Information Technology che cercano centinaia e centinaia di addetti con competenze digitali, ma spesso non li trovano.

Mancano anche:

  • ingegneri
  • farmacisti
  • infermieri
  • medici
  • tecnici specializzati.

Ma molti dei nostri ragazzi spesso non hanno queste competenze, non sono stati formati per svolgere queste attività. E allora formiamoli! E diamo una grande occasione per crescere a loro e all’economia della nostra terra. Tanto è stato fatto dalle Università pubbliche e private, dal Politecnico, dagli ITS. Ma tanto ancora bisognerà fare.

Confindustria Bari e BAT è pronta a collaborare per avvicinare ancora di più il mondo dell’istruzione al mondo del lavoro. Per questo bisogna inaugurare in Puglia una nuova stagione delle politiche attive del lavoro, dedicate ai nostri giovani come le misure innovative Bollenti Spiriti e Principi Attivi, varate dall’indimenticato Guglielmo Minervini Bisogna attivare misure pubbliche per rendere attrattivo lavorare al Sud, non solo per trattenere i giovani meridionali, ma anche per attirare talenti dal resto d’Italia e del mondo.

L’inverno demografico italiano renderà le risorse umane qualificate uno dei beni più rari da accaparrarsi. Per questo dobbiamo darci da fare per attirare talenti, offrendo incentivi pubblici diretti, da una parte, ai lavoratori come bonus abitativi o voucher per le trasferte, e, dall’altra, alle aziende che assumono a tempo indeterminato.

Per essere un territorio attrattivo per il CAPITALE UMANO bisogna puntare su

  • SCUOLA
  • SANITA’
  • SICUREZZA

Questa assemblea è dedicata anche a quegli uomini delle istituzioni che hanno fatto scelte coraggiose. Siamo con chi non si stanca di rivendicare i diritti del nostro territorio, come, ad esempio il diritto di avere una dotazione di Forze dell’Ordine pari ad analoghe realtà d’Italia. Dateci pari condizioni di partenza e raggiungeremo traguardi che ancora non immaginiamo.

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Come abbiamo fatto nel Turismo. Venti anni fa Bari e la Puglia erano mete turistiche quasi sconosciute all’estero. Contro ogni aspettativa, scelte politiche coraggiose hanno cambiato lo scenario. Queste scelte hanno generato quell’appeal internazionale che oggi ammanta di fascino la nostra regione. E nell’ultimo anno questa fascinazione ha “baciato” anche il nostro capoluogo di regione. Bari è stata la rivelazione turistica del 2022 con un + 8% di presenze solo nell’ultimo anno (Fonte: Puglia Promozione)

Ora tocca alla Provincia di Barletta Andria Trani, che dovrà diventare la rivelazione turistica dei prossimi anni. Barletta la città della disfida Andria con l’iconico Castel del Monte, Trani con la sua celebre Cattedrale, e i tanti siti archeologici della sesta provincia pugliese.

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Le risorse per lo sviluppo del nostro territorio ci sono. E sono ingentissime. Dobbiamo saperle investire al meglio. Apprezzo la volontà del Ministro Raffaele Fitto di compiere una operazione verità sulla spesa e sulla rendicontazione della programmazione comunitaria di tutte le Regioni d’Italia. La ricognizione del Ministro Fitto su questo aspetto è cosa buona e giusta. Trovo giusto che lo Stato intervenga laddove ci sia una manifesta incapacità di spesa. Per quanto riguarda la vecchia programmazione 2014-2020 i dati sono acclarati: la Regione Puglia, è stata fra le più efficienti d’Italia e ha attuato misure efficacissime per le imprese.

La programmazione regionale 2014-2020 ha attivato in Puglia:

  • investimenti per 8 miliardi di euro
  • con risorse pubbliche pari a circa 3,3 miliardi di euro
  • e ha coinvolto circa 19 mila imprese.

La Puglia è stata la prima regione in Italia ad attivare i Minibond, uno strumento innovativo di ingegneria finanziaria, che ha permesso

  • a 30 PMI di emettere obbligazioni del valore di 120 milioni di euro. (Fonte: Puglia Sviluppo)

Nella scorsa programmazione la Puglia ha lavorato bene. Ora però devono partire i bandi della nuova programmazione 2021-2027. Per questo chiedo alla Regione Puglia di attivarli al più presto, ricorrendo, per il co-finanziamento necessario, o a risorse proprie o a un prestito bancario.

Per quanto riguarda il Fondo Sviluppo e Coesione, auguro che la Puglia riesca a rendicontare subito e bene quanto è stato speso. E’ giusto che il governo faccia una diagnosi precisa sulla spesa di queste risorse. Ma dopo la diagnosi, bisogna passare subito alla cura, per non far morire nel frattempo il paziente.

Per questo chiedo al Ministro Fitto di concedere alla Regione un anticipo del 20% delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, con l’impegno di erogare il resto dei finanziamenti in base allo stato di avanzamento dei lavori. Comuni, Regioni e Governo nazionale devono fare squadra, dobbiamo vincere la nostra sfida. come dice Michael Jordan:

Un talento fa vincere una partita,

il lavoro di squadra fa vincere un campionato.

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Dobbiamo fare squadra. Abbiamo davanti una prova formidabile da superare: impiegare presto (entro il 2026) e soprattutto bene, le poderose risorse del PNRR. Non possiamo sbagliare. Da una stima dell’Area Studi di Mediobanca risulta, infatti, che, se spendessimo tutto ma male, il PNRR produrrebbe in Italia una quota aggiuntiva di PIL minima: appena + 0,5% nel 2040.

Ben venga, quindi, la rimodulazione del Piano, purché privilegi non solo le opere realizzabili in tempo, ma soprattutto le opere che possono generare crescita nel nostro Sud. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti possibili per mettere a terra i fondi del PNRR. Le imprese hanno dimostrato ampiamente di saper trasformare le agevolazioni fiscali in investimenti e crescita. Basti pensare al successo del Piano Industria 4.0.

E allora, contiamo sull’iniziativa delle imprese e attiviamo crediti d’imposta per accelerare la transizione green e digitale: in pochi mesi potremmo utilizzare tutte le risorse del PNRR.

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Certo, per realizzare le opere pubbliche resta comunque da compiere uno sforzo amministrativo straordinario. Guardiamo al caso della Puglia, che ha ben 9 miliardi da investire entro il 2026 (Fonte: Banca d’Italia).  Una cifra molto superiore alla media nazionale. La regione è anche fra quelle con maggior numero di progetti finanziati per i Programmi sulla Qualità dell’Abitare. Fino ad aprile di quest’anno, però, in Puglia sono state bandite gare per 700 milioni: solo il 9% delle risorse complessive.

La Banca d’Italia ha calcolato che, per impiegare in tempo tutte le risorse a disposizione, i Comuni pugliesi dovrebbero raddoppiare la loro abituale capacità di spesa annua. Lo sforzo amministrativo da compiere è gigantesco. Giorni fa l’ANCI ci ha dato una notizia incoraggiante: ha annunciato che il 91% dei 40 miliardi destinati ai Comuni sono stati già assegnati. Sul piano della progettualità Bari ha superato la prima prova.

I tempi ristretti di attuazione hanno imposto alle Amministrazioni territoriali di tutta Italia di attingere a progetti di opere pubbliche rapidamente cantierabili. Bari si è fatta trovare preparata: ha potuto attingere a un parco progetti ricco e già pronto, grazie al lavoro fatto in questi anni in materia di pianificazione strategica.

Bisogna dare atto al Comune di aver avuto lungimiranza. Abbiamo progetti di rigenerazione urbana, di mobilità sostenibile, economia circolare, edilizia scolastica edilizia residenziale pubblica.

Gran parte delle opere al momento sono in uno stadio di progettazione iniziale, ma ci conforta che nel piano triennale delle opere pubbliche l’avvio di questi interventi è previsto già da quest’anno, per un ammontare complessivo di oltre 149 milioni (un po’ più del 25%). (Fonte: Piano Triennale delle Opere pubbliche Bari)

E siamo felicissimi che, tra le procedure già avviate ci siano i bandi del progetto COSTA SUD, la riqualificazione del litorale a Sud di Bari, che è nato da una proposta progettuale di Confindustria Bari-BAT. Ne verrà fuori una città nuova. Ma il lavoro da fare è colossale. Pensate: è stato calcolato che in media ogni dipendente del comune di Bari dovrà gestire fino a 400 mila euro. (Fonte: PNRR Lab dell’Università Bocconi e Corte dei Conti) E’ evidente che c’è l’urgenza di potenziare l’organico comunale. Occorre una politica di reclutamento realmente attrattiva, che possa procurarci professionalità eccellenti.

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Risorse umane e procedure speciali: è questa la chiave per superare la sfida. In tema di procedure, devo riconoscere che il governo ha iniziato a lavorare. Ha introdotto, ad esempio, alcuni strumenti per accelerare i giudizi amministrativi legati al Piano di Ripresa e Resilienza (l’art. 12-bis del d.l. n. 68/2022). E ha fatto anche uno sforzo per introdurre nuove modalità di interazione digitale tra imprese e stazioni appaltanti.

Tuttavia, non crediamo che sia sufficiente fermarsi qui. Per la sua portata storica, infatti, il PNRR merita innovazioni più ambiziose. Una di queste potrebbe essere la creazione di Sezioni specializzate nei Tribunali amministrativi. Siamo consapevoli che questa non sarebbe una operazione facile da realizzare, ma l’eccezionalità del momento richiede interventi altrettanto eccezionali.

È giunta l’ora di compiere un deciso cambio di passo verso un modello di giustizia amministrativa che sia finalmente al servizio dello sviluppo, dei cittadini e dell’economia. Questo è il momento di cambiare.

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Dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Dobbiamo mettere da parte i particolarismi e i campanilismi. Pensiamo ad esempio ai nostri porti della Puglia. Se ci pensiamo bene, due Autorità portuali di sistema nella stessa regione sono un elemento di debolezza e non di forza. I Porti di Bari e Taranto insieme movimentano merci per 34 milioni di tonnellate: uniti i due porti pugliesi sarebbero secondi sulla dorsale adriatica soltanto a Trieste.

Con questa alleanza avremmo una massa critica e un potere contrattuale di tutto rispetto da far pesare nelle politiche nazionali e nei rapporti con le grandi compagnie di navigazione. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte.

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Dobbiamo unire le forze. La Puglia per il Sud e il Sud per l’Italia. Per questo la mia proposta è rendere l’intero Mezzogiorno un’unica, grande Zona Economica Speciale. Un territorio con meno burocrazia e con crediti d’imposta per chi investe. Finalmente, dopo anni d’attesa, le ZES hanno cominciato a lavorare e stanno funzionando. Tuttavia l’iter della perimetrazione non è stato dei migliori. Qui in Puglia, alcuni aggiustamenti sono necessari. Ma lo strumento è efficace.

In Cina e in Polonia le ZES hanno ottenuto risultati straordinari. La Banca centrale polacca ha evidenziato che per ogni 100 posti di lavoro creati all’interno della ZES, ne sono stati creati 209 nelle aree limitrofe. In Cina, Shenzhen era una cittadina di pescatori di 20.000 abitanti negli anni ‘80: grazie alla ZES oggi è una metropoli di 9 milioni di abitanti.

Noi crediamo nello strumento delle ZES e chiediamo al Ministro Fitto di potenziarle. Noi imprenditori siamo ottimisti per definizione e ci crediamo.

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Noi siamo quelli che, nonostante la carenza di infrastrutture, nonostante i rincari dell’energia e delle materie prime, nonostante l’inverno demografico, nonostante tutti gli svantaggi del Mezzogiorno, abbiamo fatto crescere l’economia della Puglia anche nel 2022.

I 60 mila nuovi posti di lavoro che sono stati creati in Puglia lo scorso anno li hanno creati le nostre imprese. E ora abbiamo davanti nuovi ostacoli da superare: primo fra tutti l’aumento del costo del denaro. L’aumento dei tassi d’interesse unito all’inflazione sta facendo contrarre la redditività delle PMI in tutta Italia, ma al Sud in modo particolare (Fonte: Rapporto PMI di Confindustria e Cerved). Ciò che è piu’ grave è che questo frena gli investimenti.

E frenare gli investimenti in questo momento significa frenare soprattutto le due transizioni epocali:

  • la transizione digitale
  • e quella ecologica.

Possiamo contare su un aiuto:

il Fondo di Garanzia per le PMI, gestito da Mediocredito centrale. Oggi abbiamo il piacere di avere con noi, i vertici di Mediocredito centrale, che saluto e ringrazio a nome degli imprenditori di Bari e BAT per il lavoro svolto. E’ importante che nella legge di Bilancio 2023 sia stato rifinanziato questo utile strumento con 720 milioni di risorse aggiuntive. Esiste però la possibilità di agire in modo più incisivo, prevedendo la gratuità delle garanzie, soprattutto per le PMI. All’orizzonte leggiamo segnali di indebolimento dell’economia italiana. La crescita è più fragile. Il calo dell’inflazione è troppo lento e il credito è sempre più caro. Ma se lo Stato ci dà la possibilità di investire, le imprese sapranno crescere ancora una volta e creare ricchezza.

Nello scenario attuale io vedo quattro certezze:

  • incertezza
  • complessità
  • velocità
  • e un debito pubblico enorme.

E vedo quattro opportunità di intervento:

  • una importante riduzione del cuneo fiscale da 16 miliardi.

Un intervento shock, che, come ha detto il nostro presidente Carlo Bonomi, darebbe enorme slancio all’economia e che non è affatto impossibile: le risorse ci sono. Basterebbe tagliare di qualche punto percentuale l’enorme spesa pubblica aggredibile (500 miliardi, quella decurtata dalle pensioni e dal debito pubblico).

E poi compiere alcuni interventi efficaci come:

  • zero contributi per le aziende che assumono a tempo indeterminato donne e giovani,

tasse ridotte per donne e giovani neo assunti con redditi bassi

  • decontribuzione sul lavoro che diventi strutturale nel Mezzogiorno
  • le riforme

In questo modo potremmo dare una sferzata al mondo del lavoro e potenziare il capitale umano delle imprese.

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Mettete le nostre imprese nelle condizioni di lavorare e di fare investimenti. Mettete la Puglia e il Sud nelle condizioni di competere ad armi pari e faremo crescere tutto il Paese. Abbiamo una straordinaria capacità di risolvere le situazioni difficili. Noi siamo la Puglia che non si arrende mai.  Siamo gli uomini che creano il futuro.

E, come disse Abramo Lincoln: “Il miglior modo di predire il nostro futuro è crearlo.”

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Molto incisivo ed apprezzato il saluto introduttivo del Sindaco di Bari, Antonio Decaro:

"Buongiorno a  tutti, è un piacere essere nuovamente qui con voi per questo importante momento assembleare annuale che vi vede tracciare le linee del lavoro fatto e gli impegni futuri, per un camparto, quello industriale che rappresenta l’ossatura di questo Paese.

So che il momento è delicato, siamo tutti alle prese con scadenze e istanze a cui dare risposte. Siamo tutti chiamati, ognuno per le proprie responsabilità ad affrontare snodi importanti da cui in tantissimi casi dipende il futuro sviluppo della propria comunità di riferimento. In fondo siamo consapevoli di essere marinai di una stessa barca a cui dobbiamo dare la giusta rotta e soprattutto le giuste energie per arrivare in porto sana e salva.

Indipendentemente dalle legittime differenze di ruoli, di posizioni politiche o di obiettivi sappiamo tutti che al traguardo ci deve arrivare l’italia ed è per questo che siamo anche qui oggi. Per condividere problemi e soluzioni, obiettivi e azioni, politiche e auspici nella consapevolezza che la straordinaria occasione che stiamo vivendo e di cui siamo protagonisti.

Le risorse del PNRR sono una straordinaria occasione per il nostro paese, imperdibile, ce lo siamo ripetuti più volte. Così come in tante occasioni ci siamo detti che siamo tutti parte di un ingranaggio della stessa macchina, se si inceppa un pezzo a ruota si ferma l’intero meccanismo. Qualche giorno fa durante l’evento Missione Italia, oragnizzato dall’Anci dove abbiamo puntualemnte fatto una verifica sull’avanzamento dei lavori portati avanti dai comuni italiani, pensate siamo l’unica associazione che si autoimpone una verifica. E non solo lo facciamo al nostro interno, ma offriamo pubblicamente la possibilità a tutti di partecipare a questa verifica, esponendoci anche all’ammissione di alcuni sbagli.

Qualcuno potrebbe dire che siamo masochisti. Noi pensiamo invece che questo sia profondo rispetto e senso del dovere nei confronti di questo Paese e dei nostri concittadini. Perché, in fondo, noi sindaci sotto esame ci siamo ogni giorno, appena usciamo di casa. Ci capita sempre di incontrare quel cittadino che ci mette davanti a un impegno presoe di questo ci chiedo conto. Quindi non abbiamo paura di mettere sotto una lente d’ingrandimento i risultati raggiunti, le difficoltà incontrate, i traguardi mancati, le risorse ancora necessarie.Pubblicamente ci diamo degli obiettivi, delle cose da fare. E altrettanto pubblicamente, davanti a tutti, poi, ne rendiamo conto. Facciamo il bilancio di quello che è andato bene e quello che è andato male, verifichiamo, dati alla mano, se gli obiettivi sono stati raggiunti, prima di darcene altri. Un po’ come fate voi nelle vostre aziende e con la vostra relazione.

Perciò permettetemi di rivendicare con un pizzico di orgoglio i risultati raggiunti dai sindaci italiani dopo mesi e mesi in cui sono stati dipinti come i responsabili dei ritardi del PNRR, il Piano assegnava ai Comuni fondi per 40 miliardi di euro, noi siamo stati in grado di presentare progetti per 80 miliardi di euro, cioè il doppio.

Ma non è finita qui. Secondo i dati pubblicati dal Governo, al 13 giugno 2023 si contano in tutta Italia, in totale, 197mila progetti finanziati dal PNRR, per un valore di 105 miliardi e 700 milioni di euro al netto dei cofinanziamenti. Bene. Di questi soldi, alla data del 31 maggio scorso ai Comuni erano stati assegnati 36,3 miliardi di euro, pari all’91% della dotazione finanziaria che era prevista per loro.

Ripeto, per farmi capire meglio: siccome i progetti dei Comuni c’erano, erano buoni e hanno superato tutte le verifiche, il 91% di essi ha già avuto le risorse assegnate.Faccio una comparazione, solo per dare un’idea non per altri motivi: a tutti gli altri soggetti beneficiari del PNRR sono stati assegnati nello stesso periodo 69,4 miliardi di euro, che è solo il 46% della dotazione finanziaria prevista per loro.Non so come pare a voi, a me pare un primo dato molto eloquente.

Noi siamo quasi al traguardo, almeno delle assegnazioni. Gli altri non sono neanche a metà strada.Ma non basta, c’è un altro dato che a me pare importante.Questo viene dall’ANAC, l’Autorità anticorruzione, che certifica che da luglio 2022 a metà giugno 2023 in tutta Italia e da parte di tutti i soggetti attuatori sono state bandite 102 mila gare d’appalto finanziate dal PNRR o dal PNC. Ebbene, l’ANAC ci dice che 52mila di queste gare – cioè, il 51% del totale - sono state bandite dai Comuni. Anche qui ripeto, per chiarezza: più della metà di tutte le gare PNRR-PNC bandite fino ad adesso in Italia le hanno bandite i comuni.Vuol dire che siamo di gran lunga la prima categoria di committenti del Paese.

Secondo i calcoli dell’IFEL, infatti, gli investimenti fissi lordi dei Comuni sono aumentati del 70% nel 2023 rispetto al 2017.In pochi anni, ci dice l’IFEL, siamo passati dai 9 miliardi di euro nel 2018 ai 14 miliardi di euro stimati (con prudenza) per il 2023, sulla base dei primi 5 mesi dell’anno.Parliamo di soldi per investimenti effettivamente spesi, per interventi conclusi o corso. soldi veri, per opere vere realizzate da imprese vere che assumono operai veri, in carne e ossa. Questo incremento si è avvertito prima nei territori del Centro-Nord, ma dal 2021 anche nel Mezzogiorno dove registriamo una ripresa molto evidente: parliamo di un più 23% rispetto al 2017, che si attesterà a più 65% a fine 2023 grazie ai lavori del PNRR.

Insomma, non è un fuoco di paglia, né un miraggio quello che stiamo intravedendo: la crescita degli investimenti da parte dei Comuni è un fattore strutturato e permanente nel quadro dell’economia nazionale. Inoltre c’è la questione sud, mezzogiorno d’italia, a cui l’Europa destinato una riserva di almeno il 40% di risorse per colmare lo storico divario con il resto del Paese sul piano delle infrastrutture fisiche, sociali, digitali.Ebbene, noi quel vincolo lo abbiamo, oserei dire, addirittura travolto: secondo i dati della Ragioneria Generale, il 54% di tutti i progetti comunali viene dal Sud Italia, a questo l’IFEL aggiunge che a questi Comuni sono destinate il 44,65% delle risorse complessivamente destinate a tutti i Comuni italiani.Qui ora mi permetterete di togliere la giacca del presidente dell’anci e indossare quella del sindaco di Bari: questo risultato del Mezzogiorno non arriva per caso, perché è il frutto di una tendenza e del lavoro fatto in questi anni.

Infatti, di fronte a una storica difficoltà del Mezzogiorno nella spesa pubblica - difficoltà che naturalmente persiste e che noi viviamo ogni giorno, - negli ultimi cinque anni c'è stato un aumento della capacità di spesa dei Comuni del Sud del 36%, e un altro incremento, del 10%, solo dal 2021 al 2022.Nessuno vuole prendersi i meriti di questa crescita, ma siamo stanchi della retorica che vuole ancora un Sud zavorra del Paese. Stiamo facendo il nostro lavoro alla pari di tutti gli altri. Lo stiamo facendo con passione, competenza e senso del dovere.

Lo facciamo perché al Sud queste risorse non le abbiamo mai viste e vi assicuro che questa occasione non ce la faremo scappare. Le difficoltà non mancano e non mancheranno ma tutti insieme i Comuni Italiani, da Nord a Sud, stanno lavorando per superarle.Problemi che abbiamo già sottoposto più volte al Governo, e col ministro Fitto come ho detto molte volte c’è una interlocuzione costante, così come con tutti i ministri titolari delle misure di nostro interesse. Abbiamo chiesto ad esempio di semplificare il meccanismo delle anticipazioni, perché ci sono troppi passaggi tra Ministeri e Comuni.

Se un’opera ha già un progetto esecutivo, abbiamo detto al Governo che allora l’anticipo deve essere automatico per un importo maggiore del 10%, perché le imprese a noi chiedono subito almeno il 30%.Poi c’è la questione dei pagamenti, su cui servono scadenze e tempi certi Si dice che la spesa del PNRR è in ritardo e poi si paga lentamente la spesa già prodotta: questo non è possibile, anche perché di quella spesa i beneficiari sono proprio le imprese.

(gelormini@gmail.com)

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