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Confindustria, Fontana: "La Puglia chiede solo due cose, lavoro e legalità"

Visione, Innovazione, Futuro: il discorso del Presidente di Confindustria Bari Sergio Fontana all'Assemblea di Bari. Il video dell'evento.

Confindustria Bari, il Presidente Fontana: "La Puglia chiede solo due cose, lavoro e legalità"

“Il nostro Sud e il nostro Paese hanno bisogno di progetti di grande respiro, di grandi orizzonti. Il Sud non ha bisogno di aiuti a pioggia, non ha bisogno di assistenzialismo, non vuole vivere di cassa integrazione. Il Sud non si merita un’autonomia differenziata che privilegia gli uni a discapito degli altri. Sono 150 anni che il Sud chiede altro. Il mio Sud e la terra di Bari vogliono solo due cose: lavoro e legalità".

Questo il messaggio lanciato dal presidente di Confindustria Bari e Bat e di Confindustria Sergio Fontana in occasione dell’Assemblea generale degli industriali del capoluogo pugliese alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Bari Antonio Decaro, l’Assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci, il Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, l’Amministratore Delegato del Gruppo TIM Pietro Labriola e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Ha moderato i lavori il Direttore de “Il Sole 24 ore” Fabio Tamburini.

DISCORSO DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA BARI E BAT SERGIO FONTANA

8 NOVEMBRE 2022

Autorità, Signore e Signori, Colleghi,
benvenuti all’Assemblea Generale della nostra Associazione, la nostra prima assemblea senza più restrizioni legate alla pandemia.
È una gioia rivedere finalmente così affollato questo teatro e così partecipata la nostra assemblea.

Il Paese ha superato anni in cui si sono verificati accadimenti inimmaginabili.

Abbiamo vissuto una crisi economica lunghissima iniziata nel 2008. Stavamo ancora recuperando il terreno perduto quando, nel 2020 è sopraggiunta l’emergenza COVID. Nel 2021, grazie ai lavoratori e alle imprese, abbiamo avuto una ripresa eccezionale. Il PIL nazionale è cresciuto del 6,7%.

Siamo riusciti a fare un piccolo miracolo economico anche qui a Bari e in Puglia.

Nel 2021 in Puglia la produzione industriale ha recuperato i valori precedenti alla pandemia. Il settore delle costruzioni ha persino superato il livello del 2019, spinto dal bonus del 110%. E noi ci auguriamo che questa misura così efficace venga perfezionata e resa stabile dal nuovo governo.
Nel 2021 le esportazioni della Puglia sono aumentate in quasi tutti i principali comparti, con una eccezione:
la componentistica auto, un comparto che è sempre stato il fiore all’occhiello della nostra area metropolitana di Bari, e che si trova a fronteggiare:

- la carenza di semiconduttori legata alla dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali

- e, soprattutto, le ripercussioni di una transizione ecologica, che è stata imposta in modo troppo frettoloso e ideologico.

Nel 2021 anche l’occupazione regionale ha recuperato gran parte del calo dovuto alla pandemia. Nei primi 6 mesi del 2022 in Puglia, l’occupazione ha continuato a crescere e ha realizzato un + 6, 1 %.
Un risultato eccezionale, migliore rispetto al resto del Mezzogiorno e rispetto al dato dell’Italia, tanto che le ore di Cassa Integrazione in Puglia si sono ridotte di quasi 5 volte rispetto allo stesso periodo del 2021.

Per avere più chiara evidenza del risultato di questo nostro grande lavoro, aspettiamo con estremo interesse la pubblicazione dell’“Aggiornamento congiunturale sull’economia della Puglia”, che la sede della Banca d’Italia di Bari pubblicherà il prossimo 15 novembre.
A tal proposito desidero salutare e ringraziare il direttore della sede di Bari, Sergio Magarelli, per il proficuo scambio di idee e la condivisione di informazioni.

Consentitemi un saluto particolare, alle donne e agli uomini della nostra Confindustria, la nostra grande famiglia, fatta di imprese piccole e medie, imprese grandi e multinazionali, imprenditori e imprenditrici che hanno creato e creano ricchezza per sé e per il territorio, che si rimboccano le maniche e vanno avanti, nonostante tutto.
A queste imprese, a voi, amici e colleghi imprenditori, che non vi fermate mai davanti agli svantaggi del nostro Mezzogiorno e che combattete ad armi ìmpari col resto d’Europa e del mondo, a voi voglio dire una sola parola: grazie.

Sì, ad armi ìmpari, perché se fare impresa in Italia è difficile, fare impresa al Sud è veramente un’impresa.

Guardando il mondo industriale, dal mio osservatorio di presidente di Confindustria Bari e BAT e di Confindustria Puglia, posso con certezza affermare che le aziende più resilienti e che stanno creando valore sono quelle che hanno puntato su ricerca, innovazione e internazionalizzazione.

È questa la strada da seguire. Ed è questa la strada che stavamo percorrendo con energia e ottimismo dopo la pandemia ma quando le cose iniziavano a migliorare è scoppiata  la guerra entro i confini dell’Europa.

La guerra tra Russia e Ucraina ha scatenato una crisi energetica e ha intensificato la crisi di approvvigionamento delle materie prime, offuscando con nubi minacciose il nostro orizzonte.
Le previsioni del Centro Studi di Viale dell’Astronomia stimano che il PIL dell’Italia nel 2023 sarà vicino allo zero. Altre previsioni, più negative, ci dicono che saremo in recessione.
A partire dal mese di agosto gli uffici della nostra Associazione hanno riscontrato un preoccupante segnale: sempre più aziende chiedono informazioni sulle modalità di accesso alla Cassa Integrazione: è evidente che le imprese del nostro territorio si stanno preparando al peggio.

I dati INPS parlano ancora più chiaro: nell’area di Bari e BAT nel mese di settembre c’è stata un’impennata delle ore di Cassa Integrazione. Nel solo mese di settembre sono state registrate quasi 2 milioni e 700 mila ore di Cassa Integrazione.

Una pericolosa spirale recessiva sta iniziando. Bisogna intervenire subito.

In questa situazione così complicata e perigliosa i nostri lavoratori, i dipendenti delle nostre imprese stanno pagando quella che Luigi Einaudi, economista e presidente della Repubblica, definiva come la tassa più iniqua che esista: l’inflazione.

Un’inflazione così alta (quasi al 13%) diminuisce il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti, deprime i consumi e colpisce i lavoratori e i pensionati, già vessati dall’aumento del costo delle bollette energetiche.
Le nostre imprese, fiaccate da queste situazioni contingenti, con il caro energia e l’aumento del costo del denaro, hanno avuto un colpo che potrebbe diventare mortale, se non riceveranno un intervento tempestivo e straordinario da parte del governo regionale e nazionale.
Ci aspettiamo che la Regione Puglia sappia mettere in campo, anche in questa crisi, un intervento efficace come quello realizzato durante l’emergenza sanitaria, con il Titolo II Covid.

Una Misura che è risultata così efficace, perché è stata concepita con un lavoro di squadra fra Regione, Confindustria e sindacati.
Non è sempre così. A partire dall’estate i rincari energetici sono giunti a livelli che non possiamo più sostenere. Nel settore agroalimentare e in quello del vetro, per esempio, ci sono aziende che, in alcune giornate, sono state costrette a fermare la produzione per ridurre i costi.

Occorre un piano Marshall per l’energia.Abbiamo bisogno di una politica energetica nazionale.

Una politica energetica meno ideologica e più realistica. In Puglia abbiamo assistito a troppe opposizioni ideologiche contro i rigassificatori, contro gli impianti eolici e contro il TAP, come se l’approvvigionamento energetico non fosse una necessità, per noi e per il nostro Paese.

Adesso alzi la mano chi ha il coraggio di dichiararsi NO TAP!
Anni fa abbiamo sprecato energie nella lotta fra NO TAP e SI TAP, fra i TAP lì e i TAP qui.

Nel frastuono delle contestazioni, abbiamo perso i benefici che spettavano al nostro territorio in cambio della costruzione del gasdotto, benefici che invece Albania e Grecia hanno ricevuto in pieno accordo con i cittadini.
Per questo dico che si deve avere il coraggio politico di fare delle scelte. Le imprese sono pronte ad investire per produrre energia. La politica deve, però, decidere qual è il modo giusto per farlo e i vari livelli di governo devono remare tutti dalla stessa parte. Ognuno nel rispetto del proprio ruolo e della propria peculiarità, deve lavorare per raggiungere l’obiettivo comune.

Basta a contrapposizioni tra Stato, Regioni e Comuni.

Una volta scelta la direzione giusta, la si segua, una volta per tutte. Dobbiamo avere il coraggio di scegliere e sbloccare i progetti che si ritiene giusto e necessario realizzare. Non possiamo fermarci in un limbo, e sospendere il giudizio.

Siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa.

La nostra industria va alimentata con l’energia, non con le parole. 

La guerra per l’energia si combatte e si vince con scelte strutturali. E allora facciamo le scelte che ci consentono di crescere con un impatto sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Abbiamo bisogno di una Politica energetica e industriale. Noi industriali vogliamo una Politica seria, autorevole, che sappia lavorare nelle sedi ISTITUZIONALI e sappia decidere. La Politica non va fatta né dai balconi né dalle spiagge.

La povertà non si sconfigge per decreto o con un annuncio, la povertà si sconfigge con il lavoro.

Il Sud non ha bisogno di aiuti a pioggia, non ha bisogno di assistenzialismo, non vuole vivere di cassa integrazione.

Il Sud non si merita un’autonomia differenziata che privilegia gli uni a discapito degli altri. Sono 150 anni che il Sud chiede altro.

Il mio Sud e la terra di Bari vogliono solo due cose: lavoro e legalità.

Lavoro.

A questo proposito desidero ringraziare il nostro presidente, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi per aver sostenuto la decontribuzione del lavoro nel Mezzogiorno. Una Politica attiva per il lavoro che consente agli imprenditori del Mezzogiorno di sostenere un onere contributivo più basso del 30% per ogni dipendente assunto. Queste sono le politiche che vogliamo. Lo Stato che aiuta le imprese a creare lavoro, non lo Stato che si inventa i navigator.

Quello che chiediamo al nuovo governo è di rendere strutturale la decontribuzione al Sud, che non deve configurarsi come aiuto di Stato, non solo perché è una doverosa compensazione per gli svantaggi che penalizzano il Sud, ma anche per lo stato di necessità che il Sud sta vivendo, vista l’emergenza demografica che non ha uguali in tutto il continente europeo.

La decontribuzione non è una politica del Sud per il Sud, ma del Sud per l’Italia e per l’Europa.

Presidente Bonomi,

se cresce il Sud, cresce l’Italia. Il motore dell’Italia siamo noi. 

Il Sud ha bisogno di lavoro e legalità.

Legalità.

Abbiamo necessità di vivere in uno Stato di diritto.

Ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che oggi sono qui, il Prefetto di Bari Antonella Bellomo e il Prefetto di Barletta-Andria-Trani Rossana Riflesso, perché la presenza dello Stato è una garanzia per tutte le imprese che vogliono competere con lealtà e con coraggio, nel rispetto delle regole.

A questo proposito voglio rivolgere un ringraziamento particolare al Procuratore Capo della Procura di Bari Roberto Rossi e al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Trani Renato Nitti, per il loro strenuo impegno contro la criminalità.

Criminalità che è diventata una vera emergenza, in particolare, nella Provincia di Barletta-Andria-Trani Una emergenza per troppo tempo sottovalutata. Pensate che in questa provincia, che è da anni in testa alle classifiche per furti d’auto, rapine in abitazioni, assalti ai portavalori, omicidi volontari, gli organici della Forze dell’ordine sono i più bassi di tutta la Puglia.

Renato Nitti non si stanca di ripeterlo, e noi adesso vogliamo unire la nostra voce alla sua:
chiediamo più Stato, più risorse e più uomini
per contrastare l’illegalità a Bari e soprattutto nella BAT.

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Ci troviamo ad affrontare emergenze di ogni tipo, dalla criminalità, all’emergenza energetica, alla transizione digitale, all’emergenza climatica. Tutti noi siamo chiamati a un forte impegno.

Dobbiamo osare.

Per esempio la crisi idrica che è appena emersa nel corso di quest’anno, diventerà vera emergenza nei prossimi anni. Abbiamo ancora una volta necessità di una Politica che riesca a non guardare alle prossime elezioni, ma come disse De Gasperi, alle future generazioni. “Se non ora quando?” (PRIMO LEVI). È questo il momento hic et nunc, ora e adesso.

Qui in Puglia, abbiamo le competenze per essere un punto di riferimento nazionale per la politica idrica.

Abbiamo l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa, la prima stazione appaltante della Puglia. Unita dal mare Adriatico abbiamo, qui, di fronte a noi l’Albania, un Paese ricchissimo di acqua. Con l’Albania abbiamo dei rapporti di vicinanza eccezionali. Abbiamo un’opportunità enorme per affrontare la crisi idrica, in maniera preventiva.

Possiamo dar vita a un grande e ambizioso progetto: costruire un imponente infrastruttura idrica nel Mare Adriatico tra Puglia e Albania. Noi imprenditori amiamo le sfide. Come quella, bellissima, del recupero del lungomare Sud di Bari, che il Sindaco Antonio Decaro sta portando avanti e che è nata proprio dall’idea visionaria di un imprenditore, Domenico De Bartolomeo, vice presidente nazionale di ANCE, a cui va il mio ringraziamento.

Il progetto Costa Sud è un esempio di come si può tutelare la bellezza del paesaggio in armonia con le opere dell’uomo. "L'estetica è la madre dell'etica", come disse il Premio Nobel per la letteratura Brodsky, la riqualificazione della costa porterà bellezza, crescita economica e benessere.

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Il Sud, la Puglia, Bari hanno finalmente le risorse economiche per ridurre il divario rispetto al Nord Italia e al Nord Europa. Non mi riferisco solo al PNRR, ma anche alla nuova programmazione 2021-2027 e ai Fondi di Coesione.

Ricordo a me stesso, al Presidente Bonomi e a tutti i politici in sala, che l’Europa ha dato più risorse al Sud per colmare il divario con il Nord. Per far sì che il livello essenziale delle prestazioni nel campo dell’Istruzione, della Sanità e delle Infrastrutture sia uguale a quello del Nord.

IL SUD DEVE AVERE CIO’ CHE E’ SUO. CIO’ CHE GLI SPETTA DI DIRITTO.

Lo Stato deve fare solo tre cose: spendere, spendere in tempo (entro il 2026) e, soprattutto, spendere bene. Per fare questo la Pubblica Amministrazione deve adottare criteri di velocità come quelli utilizzati per la ricostruzione del Ponte Morandi; e come stanno facendo le Zone Economiche Speciali, che ora, finalmente, sono diventate operative.

A questo proposito, auguro buon lavoro ai Commissari governativi delle due ZES pugliesi: Floriana Gallucci e Manlio Guadagnuolo. Le nostre imprese hanno fiducia nel vostro operato. Abbiamo fiducia che riuscirete a dimostrarci come può cambiare il rapporto fra imprese e burocrazia, una burocrazia amica della crescita, che detta regole chiare e procedure veloci a chi vuole investire.

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La lentocrazia nel nostro Paese, e soprattutto qui al Sud, può essere sconfitta anche grazie alla trasformazione digitale.

Il digitale può rendere più efficiente tutto il Paese, ma soprattutto può accorciare le distanze tra il Mezzogiorno e l’Europa. Il Sud non è la periferia d’Europa, ma il centro del Mediterraneo.

Le nostre aziende possono raggiungere livelli di efficienza mai visti prima utilizzando le nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale, il Multiverso, i big data, il 5G. Le imprese del territorio di Bari e BAT per cogliere queste opportunità possono contare sulla presenza di grandi Università pubbliche e private. All’Università di Bari abbiamo il più grande Dipartimento di Informatica del Mezzogiorno.

Abbiamo le competenze dell’Università privata LUM, a Bari abbiamo l’unico Politecnico del Mezzogiorno. Il primo Ateneo in Italia per tassi di occupazione dei propri ex studenti. 96,5% tasso di occupazione e 70% lavorano al Sud.

Magnifico Rettore Francesco Cupertino sia orgoglioso. Con il nostro Politecnico siamo primi in Italia, non siamo secondi a nessuno. Sul nostro territorio abbiamo un gran numero di Big Player dell’Informatica, che negli ultimi anni hanno concentrato in questa città talmente tanti investimenti, da farne un polo dell’IT di tutto rispetto in Italia.
Ed è grazie agli investimenti realizzati da grandi gruppi come TIM, che possiamo vantare in Puglia una copertura di banda ultra larga fra le più alte d’Italia. Dalla trasformazione digitale ci aspettiamo tantissimo.

Saluto Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM. Nessuno meglio di lui incarna i temi della nostra Assemblea: Visione, Innovazione e Futuro. Ma abbiamo le risorse umane e le competenze necessarie per la transizione digitale?

In tutta Italia abbiamo un livello di competenze digitali di circa 8 punti percentuali al di sotto della media europea (Fonte: Eurostat 2021).  Le figure con competenze digitali sono ricercate in tutti i settori produttivi. In questo settore abbiamo più posti di lavoro che lavoratori.

Per questo abbiamo incaricato il Centro Studi di Confindustria Bari e BAT di condurre un’indagine sulle figure professionali mancanti nella nostra area territoriale. La soluzione è investire sempre di più negli ITS, come sa benissimo Cesare De Palma, che ha la delega alla formazione. Gli ITS hanno un tasso di occupabilità straordinario, perché la loro offerta formativa risponde direttamente alle richieste delle aziende. Benissimo ha fatto il nostro Politecnico che ha istituito una Laurea biennale in Trasformazione Digitale rivolta a figure professionali con competenze diverse che vogliono integrare la loro formazione. Le tecnologie e le competenze sono in rapida evoluzione, dobbiamo investire ancora di più nella formazione aziendale.

Chiedo alla Regione di supportare con misure adeguate questa necessità. Ancora una volta si conferma centrale il tema del capitale umano. Per questo dobbiamo investire di più sulla formazione delle persone. Chi non si forma, si ferma.

E dobbiamo capire che è vero che la formazione è un diritto, qui mi rivolgo ai sindacati. è un diritto di tutti i lavoratori, di quelli che non sono nativi digitali, di quelli che loro malgrado non possiedono le risorse per essere al passo con i tempi.  Ma la formazione, oltre a essere un diritto, è anche un dovere dei lavoratori.

Siamo un Paese che ha fatto grandi conquiste in tema di diritti.  Ora è il momento di pensare ai nostri doveri. Di rimboccarci le maniche e metterci al lavoro per ripagare l’enorme debito che l’Italia ha contratto (2 mila e 800 miliardi di euro)

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Noi imprenditori siamo abituati a cambiare il mondo. Innovare è il nostro mestiere, la nostra vocazione.
Per questo abbiamo voluto titolare così questa assemblea: Visione, Innovazione, Futuro.

Il nostro Sud e il nostro Paese hanno bisogno di progetti di grande respiro, di grandi orizzonti. E noi prepareremo questo futuro, forti di ciò che ci contraddistingue: la fiducia nella conoscenza, e la nostra instancabile passione nel fare impresa.

Il futuro è nostro. Andiamocelo a prendere.