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Consiglieri regionali
con contrassegno...

di Rocco Boccadamo

Qualche giorno addietro, insieme con moglie, figlia e nipotina, sono andato a cena in una trattoria - che, a quanto sembra, e ciò mi fa piacere, sta diventando di moda - di un paesino dell’entroterra poco distante dal mio, dove, da secoli, il 22 di luglio, ha luogo la fiera di S. Maria Maddalena, una volta conosciuta come fiera delle cipuddre (cipolle), cui, da bambino, i nonni paterni mi conducevano puntualmente, da Marittima, a bordo di un traino.

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Nel corso della serata, a un certo punto, ho visto entrare nel locale un noto politico - amministratore della zona, il quale, fra l’altro, fino alla legislatura conclusasi nello scorso maggio, ha ricoperto l’incarico elettivo di Consigliere Regionale della Puglia.

All’uscita dall’esercizio, guarda caso, mi si è parata innanzi, parcheggiata a pochi metri di distanza, una lussuosa autovettura nera, che, invero, non mi ha colpito più di tanto come tale, giacché, in barba alla crisi, di automobili di prestigio ne circolano parecchie.

E però, mi ha fatto strabuzzare gli occhi il vistoso contrassegno “Consiglio Regionale della Puglia” esposto dietro il vetro del cruscotto.

Domanda: se la personalità di che trattasi non è più Consigliere di questa Regione, come mai ha ancora a sue mani il prezioso accessorio privilegiato che deve agevolare e favorire gli eletti in carica? Non è che l’uso del contrassegno finisce con l’assumere le caratteristiche di vitalizio? Può il nostro nuovo Governatore Emiliano, magistrato sospesosi, dare un’occhiata alla situazione?