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Consorzi bonifica pugliesi
Radiografia del debito
Il debito presunto accumulato dai quattro Consorzi di bonifica -Terre d’Apulia, Stornara e Tara, Arneo, Ugento Li Foggi - è ingente: 274 milioni di euro.
Venerdì scorso la maggioranza politica del Consiglio regionale - Pd, Noi a Sinistra per la Puglia,Udc-Realtà Italia, Emiliano sindaco di Puglia) - ha elargito altri 8,5 milioni di euro in favore dei Consorzi pugliesi.
Dunque si sceglie di non risolvere il problema. Lasciando migliaia di pugliesi alle prese con le famigerate cartelle pazze (inviate dai Consorzi dopo le elezioni regionali del 31.05.2015), pretendendo il pagamento del balzello a fronte di lavori riconducibili a “bonifica fondiaria” non realizzati.
Appena il tempo che il presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, nonchè segretario regionale Pd ha dicesse, in Consiglio regionale: ”Dobbiamo entrare in connessione sentimentale con i nostri concittadini e tentare di rendere la vita, spesso faticosa, migliore”. Già, la migliore vita.
Per tornare alla triste realtà, ecco alcuni dettagli della debitoria in capo ai Consorzi di Bonifica, commissariati dalla Giunta regionale Pd-Sel il 4 luglio 2011 e di proroga in proroga fino al 31.12.2015, e che molto probabilmente ricadrà,per l’ennesima volta, sulle spalle dei pugliesi purtroppo in gran numero disinformati.
Terre d’Apulia
E’ il consorzio più esteso delle Puglie, con 569.802 ettari, che abbracciano i Comuni della provincia di Bari e 5 della provincia di Taranto. Gestisce la diga del Locone, servizio irriguo, acquedotto rurale, forestazione.
Proprietario degli immobili adibiti a uffici: a Bari valore presunto dell’immobile è 300 mila euro, a Gravina e Martina Franca non risultano accatastati. Numerose partite di terreni, varie superficie sono intestate al Consorzio. I dipendenti sono passati da 220 agli attuali 82. Distribuisce acqua potabile a 7 mila utenze in un’area di 400 mila ettari. Le condotte adduttrici principali sono in acciaio e ghisa sferoidale, quelle distributrici in ghisa, acciaio, pvc.
La lunghezza totale delle reti idriche supera i 1.500 chilometri. Lo stato di efficienza delle infrastrutture “... è molto bassa a causa di una incidenza di guasti agli impianti elettromeccanici, sottoposti a usura da decenni e ancor più in dipendenza delle perdite nelle condotte adduttrici in acciaio, interessati da fenomeni di corrosione”.
Il precario stato delle strutture determina un notevole spreco di risorse idriche immesse in rete: la differenza tra acqua sollevata e acqua fatturata è del 50%. Al fine di diminuire i costi il Consorzio ha predisposto il progetto, sottoposto alla Regione, in cui si prevede la sostituzione di tutte le condotte in acciaio.
La debitoria certa è di 62.275.589,08 euro destinata a crescere fino a 72.177.952,15 stante il contenzioso in corso, più 47.132.124,28 euro anticipati dalla Regione nel periodo 2007-2010, che dovrebbero essere restituiti.
L’elenco dei debiti, fra l’altro, racconta: 6.466.172,20 euro a Enti quali Inps, Scau, Enpaia; 5 milioni e 200 mila all’Inps di Bari per il mancato pagamento di contributi per i dipendenti del Consorzio negli anni 1997-2004; 4 milioni e 900 mila dovuti al Comune di Bari poichè non ha sborsato l’Irap sugli stipendi dei dipendenti e i compensi al Collegio dei revisori e commissari straordinari dal 1998-2004; 2.882.712,84 riferiti all’apertura linea di credito con Unicredit spa e i cui interessi passivi, dall’anno 2000 a 2010, fanno 816.884,64 euro; 9.943.509,06 nei confronti di Meliorbanca spa concernente il mutuo stipulato ad aprile 2000;9.963.127,63 di somme non rendicontate relative alla costruzione della diga Locone e 440.316,98 quale contributo dovuto alla Regione Basilicata per gli impianti di captazione acqua del fiume Ofanto.
Ci sono i crediti vantati dal Consorzio:47.325.560,83 euro. “Invero -si legge in un documento che si è potuto consultare - le due voci che sostanziano il credito sono una di molto dubbia vigenza e l’altra piuttosto teorica”.
Nello specifico, il primo è il credito di 23 milioni di euro addebitato a Acquedotto Pugliese, ma nel rapporto credito-debito la posta tende a compensarsi. Pertanto anche se la posizione del Consorzio dovesse risultare in vantaggio, sarebbe di modesta rilevanza. L’altro credito, 19 milioni e 800 mila euro, è il contributo consortile da parte di chi usa i servizi del Consorzio, sospeso nel 2005 e la cui possibilità di riscossione si dimostra più o meno aleatoria.
Stornara e Tara
Ha sede a Taranto in un fabbricato valutato 2 milioni 320 mila euro. Sessantadue dipendenti e 28 stagionali. Comprensorio servito di 132.825 ettari, 23 Comuni tarantini e il Comune di Bernalda in provincia di Matera.
L’acqua erogata dal Consorzio proviene dal sistema lucano del Sinni, proprietà dell’EIPLI, ente irrigazione Puglia Lucania e Irpinia, che richiede una tariffa di 0,154 euro al metro cubo più 0,0796 al metro cubo in favore della Regione Basilicata per ristoro danno ambientale.
Il bilancio della gestione irrigua, ultimi 3 anni, è negativo di 6 milioni di euro. Parte dello squilibrio costi-ricavi è imputabile alle perdite di acqua che si verificano lungo il tragitto: evaporazione, falle nelle condotte, altre cause. L’acquedotto rurale ha tubazioni per 400 chilometri, 850 gli utenti: 340 agricoli e 510 extragricoli.
Al 15 novembre 2011 i debiti raggiungono la vetta di 70.806.092,70 euro: 44 milioni riconducibili alla gestione e 26 milioni quali anticipazioni della Regione da gennaio 2007 ad agosto 2011. Più l’esborso che comporterà la definizione ultima del contenzioso. Tra le poste rilevanti: 11 milioni nei confronti della Regione Basilicata per ristoro danno ambientale,13 milioni a Meliorbanca spa per rate di mutuo scadute(10.711.218,82 euro) e interessi di mora.
Un credito non trascurabile è quello dell’avv.Pancallo che ha rappresentato il Consorzio in 300 giudizi nell’arco di 20 anni. Sarebbe in corso una transazione. Altri giudizi i cui importi sono modesti però complessivamente il contenzioso comporterebbe una spesa di 9.959.918,00 euro.
I crediti del Consorzio sono nella misura di 35 milioni di euro derivanti dal “Tributo 630” da riscuotere,presumibilmente, per gli anni 2006-2010.
Arneo
Comprende 250 mila ettari nelle province di Lecce Brindisi e Taranto. Sede a Nardò in una casa cantoniera ristrutturata. Ha in dotazione 15 autovetture di cui due prossime alla rottamazione, autocarri, escavatori, moto barca. 350 chilometri di condotte interrate per irrigare 4.700 ettari.
Bilancio deficitario dato che nell’ultimo triennio i canoni incamerati coprono circa il 15% della spesa. I dipendenti sono 53 e un dirigente per un costo annuale di 3.620.833,00 euro.
Al 31 ottobre 2011 il disavanzo è pari a 45 milioni, di cui 24 sono anticipazioni della Regione. I debiti nei confronti di terzi: 10 milioni banche, 3 milioni concessionari diversi per quote inesigibili, 500 mila a Equitalia spa, 1 milione in spese legali e compensi professionali. Il maggior debito bancario, 7 milioni e 100 mila, sono due mutui contratti nel 2000 con Centrobanca spa, a seguire due mutui nel 2003 con Banca Popolare Pugliese attuale tesoriere del Consorzio. Una spesa, diciamo così, nascosta (e che interessa anche gli altri tre Consorzi) è quella inerente le procedure espropriative per eseguire i lavori in capo al Consorzio. E’ stato valutato che occorre reperire ben 8 milioni di euro.
In merito ai crediti la voce più significativa è il contributo non riscosso dal 2007 al 2011 pari a 36 milioni di euro. Esigibili? Improbabile.
Ugento Li Foggi
Si trova a Ugento e una sezione distaccata a Lecce. 78 Comuni serviti per un raggio di 189.494 ettari. Servizio irriguo tramite 85 pozzi, profondità 100 metri, l’emungimento dell’acqua comporta alti costi di energia elettrica per gli impianti di sollevamento. Lo sviluppo complessivo delle reti irrigue è di 970.693 metri, di cui 337 mila in cemento amianto, 69 mila in acciaio e 314 mila in pvc. La tariffa acqua applicata: 0,24 euro al metro cubo. Sono 33 i dipendenti, 25 gli operai stagionali.
L’unico Consorzio che non ha debiti per fatti di gestione ma deve dare conto delle anticipazioni ricevute dalla Regione, gennaio 2007-agosto 2011, che assommano a 26 milioni di euro e un mutuo di 395 mila euro con la Cassa Depositi e Prestiti. Ha un credito presunto di 38 milioni di euro rappresentato dai “ruoli non riscossi” per i servizi forniti dal 2004 al 2011.