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CoR: 'La democrazia d'Emiliano
Prima decido e poi ascolto'

Michele Emiliano incontra i sindaci, per affrontare il tema e il percorso legislativo sul "Reddito di dignità" e dopo la Sanità, l'approdo del TAP e i referendum sulle trivelle, si apre un altro fronte polemico, che ha sullo sfondo il braccio di ferro in atto col Premier e Segretario del PD, Matteo Renzi, e in primo piano gli attacchi delle opposizioni in senso lato.

Emiliano Barletta
 

Dal gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti (Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola) è doppio l'affondo portato al cosiddetto "bersaglio grosso". Nel mirino partecipazione e tariffe dell'acqua in Puglia: “Con Emiliano stiamo sperimentando una nuova forma di democrazia partecipata, per molti versi anche innovativa: prima io decido, poi una volta presa la decisione ascolto le parti socio-istituzionali per sentire cosa ne pensano".

"Francamente - sottolineano i consiglieri CoR - eravamo abituati diversamente, in maniera più classica: prima l’ascolto e poi la decisione. Ma si vede che Emiliano la pensa in modo diverso, visto che sia per il Piano di Riordino ospedaliero e ora con il Reddito di Cittadinanza prima ha deciso tutto, con pochi fedelissimi, poi ha proceduto all’ascolto dei sindaci per sapere cosa ne pensano".

"Chiaramente - aggiungono - qualsiasi cosa possano pensare i Sindaci, sia il Piano che il Red non muteranno, ma a mutare è sicuramente la Democrazia, che così di Partecipazione non sa proprio che sapore abbia!”.

acquedottopugliese
 

Poi a mettere il carico ci pensa il presidente dello stesso gruppo dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo, dopo la pubblicazione degli indici regionali relativi alla media delle tariffe pubbliche per l'acqua: “Altro che acqua gratis! I pugliesi l’acqua la pagano a caro prezzo. Nel Sud abbiamo la tariffa più alta e in un solo anno, dal 2014 al 2015, l’aumento è stato addirittura del 5,6%. Così come certificato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.

"Eppure - aggiunge Zullo - il centrosinistra sia durante la battaglia referendaria per l’Acqua Bene Comune, sia durante le Regionali ha sempre fatto credere ai pugliesi che solo il loro governo  avrebbe garantito non solo la gestione pubblica dell’ente, ma anche l’acqua a basso prezzo se non gratis. E, invece, ogni famiglia pugliese ha annualmente un costo superiore in bolletta di almeno 50 euro (il costo annuale dell’acqua in Puglia è di 435 euro a fronte di 376 di media). Assurdo, come è assurdo che le tubature baresi perdano il 51% dell’acqua immessa e a Lecce il 46".
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Quindi il quesito centrale: "E allora a cosa sono serviti gli aumenti? Se i cospicui fondi europei servono per le opere strutturali, i cittadini vengono tartassati dall’Acquedotto Pugliese per coprire altre falle che non sono quelle nei tubi, ma nella gestione. Allora, Emiliano farebbe bene a porvi subito rimedio individuando, magari, negli sprechi amministrativi dell’ente o nelle consulenze inutili ma abbondanti più delle acque, il motivo degli sconsiderati aumenti. E già che c’è Emiliano verifichi anche gli impianti di depurazione, anche quelli super tassati in bolletta, ma che danno più lavoro alla magistratura che ai manutentori".
 
La conclusione del capogruppo Zullo: "L’Acquedotto pugliese non può essere l’ennesimo carrozzone da mantenere, tassando oltre modo i pugliesi sui quali ricade il peso economico di una Regione, che negli ultimi dieci anni ha dato più “poltrone” agli amici che servizi ai cittadini”.
 
(gelormini@affaritaliani.it9