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Coro solidale per l'ANPI di Lecce dopo le frasi choc di Pippi Mellone
Le imbarazzanti dichiarazioni del sindaco di Nardò (Le), Pippi Mellone, e le reazioni di Emiliano, Casili (M5S) Pellegrino (IinC) e della Segr. Reg. PD.
Michele Emiliano ne avrebbe fatto molto volentieri a meno, di questa nuova polemica che lo coinvolge - suo malgrado - e che vede al centro della vicenda, ancora una volta, il sindaco di Nardò (Le), Pippi Mellone: cuore decisamente a destra, anche se si professa simpatizzante del Governatore pugliese, con trascorsa militanza nei movimenti Casa Pound.
Il sindaco del Comune salentino, in occasione del Giorno del Ricordo, si è lasciato andare a dichiarazioni che hanno provocato immediatamente vibrate reazioni: “Oggi, 10 febbraio, la comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata – scrive il sindaco sul suo profilo social - chi, ancora oggi, rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l'oblio per Norma Cossetto e tante altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi”.
“Mi riferisco, in particolare, all’anonima Anpi Lecce - continua il primo cittadino di Nardò - una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà. L'Anpi Lecce dev'essere chiusa al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia”.
“Oggi il Consiglio Comunale di Nardò - aggiunge Mellone - ha onorato con un minuto di silenzio la memoria di questa tragedia, mentre la fontana di Piazza Castello è stata illuminata con i colori della bandiera. Onore all'Italia, onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell'odio”.
Il primo a reagire è stato lo stesso Presidente della regione Puglia, con una nota diffusa: “L’Anpi si è guadagnata il diritto all’esistenza perenne col sangue dei partigiani di tutti gli orientamenti politici che lottarono e vinsero la guerra di Resistenza, una guerra civile contro chi aveva per vent’anni tolto la democrazia agli italiani e precipitato il nostro Paese nella vergogna delle leggi razziali e nell’orrore della alleanza con il Nazismo, e della guerra. Una guerra ingiustamente scatenata contro gli alleati che ci avevano sostenuto nel corso della Prima Guerra mondiale”.
“L’espressione da parte di chiunque e quindi anche di Anpi Lecce di una opinione libera (e quindi come tale anche opinabile) - prosegue Emiliano - non può avere mai come conseguenza la negazione della libertà di opinione. Non si chiude la sede e non si spegne la voce di chi non si condivide, ma solo di coloro che ricostituiscono il partito fascista e usano la violenza come metodo di lotta politica”.
“La guerra civile è finita da 75 anni - continua il Governatore - ed ha vinto la democrazia contro la dittatura. La democrazia ha la forza di riconoscere il martirio anche degli italiani che furono massacrati dai comunisti titini senza alcuna ragione legittima. La giornata della memoria per il Presidente Mattarella è giornata di riconciliazione e di pace, non adatta a riattizzare controversie nelle quali ribaltare il giudizio storico sul fascismo o scusare le nefandezze di chi precipitó innocenti nelle foibe”.
“L’intitolazione di una strada di Lecce a Norma Cossetto - insignita della medaglia d’oro al valor civile da parte del Presidente Carlo Azeglio Ciampi - decisa dalla giunta del sindaco Salvemini si inserisce nel solco delle ragioni che ci hanno fatto ricordare come Regione Puglia il martirio delle foibe”.
“Liberissimi di non essere d’accordo con questa intitolazione - sottolinea Emiliano - liberissimi di essere a favore. Questo il debito di gratitudine verso i partigiani che morirono per consentirci la libertà di opinione e che non avrebbero certo immaginato polemiche come quelle che hanno determinato questa vicenda. Chi ha giurato di osservare lealmente la Costituzione deve conoscere l’art. 21 della Costituzione ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’: si può polemizzare con Anpi quanto si vuole – conclude Emiliano - ma non se ne può chiedere la chiusura”.
Anche il consigliere del M5S, Cristian Casili, interviene sulla vicenda: “Nessuno può permettersi di chiedere la chiusura di un presidio di democrazia come l’Anpi di Lecce. Tanto meno può farlo il sindaco di un importante Comune. Spero che il sindaco Mellone chieda scusa per il rispetto dei principi di democrazia e libertà di pensiero garantiti dalla Costituzione. Penso che le tragedie storiche, causate da ideologie politiche folli, non debbano essere utilizzate per avvalorare nuove ideologie, altrettanto folli e antistoriche. Si ritorni con toni più seri alla realtà. Abbiamo vissuto periodi storici drammatici - conclude il consigliere pentastellato - e la politica non può alimentare divisioni su temi che devono unire tutti i cittadini, senza alcuna distinzione e al di là dell’appartenenza politica”.
Dalla Segreteria del PD Puglia ancora una nota a proposito: “Desideriamo esprimere la ferma condanna rispetto alle dichiarazioni del Sindaco di Nardò, che ha invocato la chiusura dell’ANPI di Lecce. Una esternazione estremamente grave, che svilisce il ruolo fondamentale che l’ANPI svolge in tutta Italia di pratica della memoria di un pezzo cruciale della storia nazionale, come ricordato oggi anche dal Presidente della Regione Michele Emiliano”.
“Spiace riscontrare - continua la nota - che questa sia una nuova occasione per attaccare il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione da parte di figure che hanno scelto di non partecipare alle primarie e che non stanno accogliendo i positivamente i messaggi di apertura inviati dalla coalizione. La campagna elettorale del centrosinistra per le elezioni di maggio è pienamente ispirata ai valori dell’antifascismo, della libertà e della giustizia sociale. È un impegno costante per impedire che l’ottimo lavoro di questi anni venga annullato da un ritorno delle destre al governo regionale: chi si oppone a questo sforzo quotidiano della coalizione non fa altro che agevolare il fronte del centrodestra”.
E fa sentire con forza la sua voce, anche il presidente del gruppo regionale Italia in Comune, Paolo Pellegrino: “Le parole social del sindaco di Nardò Mellone sono molto gravi. Soprattutto se dette da un giovane amministratore, che dovrebbe avere il buon senso di non veicolare simili e inutili messaggi su un revisionismo storico fuori luogo e illogico. Specie se così pubblicamente tramite un post Facebook”.
“L’Anpi di Lecce, così come l’Anpi di ogni angolo d’Italia ribadisce Pellegrino - sono il baluardo costante di chi, con impegno e costanza, ci aiuta a non dimenticare pagine buie della nostra storia e a farne tesoro per non ripetere più simili orrori. Come presidente del gruppo regionale Italia in Comune rivendico con forza la scelta del partito, tra i pochi in Italia, di aver inserito nel proprio statuto il termine antifascista. Grazie alle donne e agli uomini della Resistenza siamo un Paese libero e democratico. E non dobbiamo dimenticarlo mai”.
(gelormini@affaritaliani.it)