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Covi-19, le imprese femminili baresi resistono alla pandemia

Raffaella Altamura, presidente Comitato per l’Imprenditoria femminile della CCIAA Bari: "Per l’empowerment femminile ci attendiamo sostegni dal Recovery Found"

Una maggior necessità di supporto economico e finanziario e una minore fiducia rispetto agli uomini su un rapido rientro alla produttività pre Covid. E’ quanto emerge dalle più recenti analisi realizzate nell’ambito del Rapporto nazionale Impresa in genere di Unioncamere, diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere.

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Dopo anni in cui in ogni trimestre le imprese femminili segnavano crescite superiori alle imprese maschili, tra aprile e settembre questa maggiore velocità a livello nazionale si è praticamente annullata.

"In terra di Bari le imprese femminili hanno tenuto: nel 2018 erano 27.842, nel 2019 27.486, nel primo semestre del 2020 sono 27.508 - afferma Raffaella Altamura, presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Bari - abbiano dovuto subire la crisi, la contrazione dei consumi, ma anche barcamenarci nella complessa gestione dei tempi di vita, fra famiglia e lavoro".

"In occasione del 25 novembre – prosegue - dobbiamo ricordare che, attraverso l’indipendenza economica, a volte si riescono a superare ostacoli che in altri tempi sembravano insuperabili. Ricordiamo che in Camera di Commercio c’è una panchina rossa, a perenne memoria di queste considerazioni".

panchina rossa nella Cdc

"Anche in quest’ottica le imprese femminili vanno sostenute e la proposta di legge per un Fondo per l’imprenditoria femminile è un tassello di questa strategia, che deve vedere investimenti nelle infrastrutture sociali, la riforma del congedo di paternità, la parità salariale".

"L’accesso al credito per le donne che scelgono di fare impresa è difficile, come dimostra l’indagine di Unioncamere, ma ancora più complicata è la persistenza di una visione ancora troppo maschile dell’attività imprenditoriale".

"Almeno metà delle risorse rese disponibili dal Next Generation EU - conclude la Altamura - è  vincolata al superamento del gender gap. Il mondo della scuola può fare molto in tal senso e  il resto devono farlo le politiche governative per facilitare, anche economicamente, le imprese femminili che, dato non di poco conto, sono quelle più attente alla sostenibilità ambientale. Dal canto nostro appena cesseranno le restrizioni ripartiremo con le iniziative formative e informative del Comitato barese e speriamo che le politiche per l’empowerment  femminile  trovino impulso dai fondi del Ricovery Found".

(gelormini@gmail.com)