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Crisi energetica, torna l'ipotesi del rigassificatore per la Puglia
rigassificatore (1)

La crisi energetica e i venti di guerra scompaginano il dibattito politico e provocano ripensamenti trasversali, sia a corta che a lunga gittata.

Solo qualche giorno fa la levata di scudi contro l'ipotesi di un rigassificatore a Cerano o Capobianco nel brindisino, che a seguito dell'inasprimento della situazione bellica sul fronte Russia-Ucraina innesca prese di posizione più 'possibiliste'.

“Se la Puglia è una regione votata alla pace e alla prosperità - ha dichiarato  il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati - dovremmo candidarci a ospitare un rigassificatore da costruire in tempi brevi. La riduzione della dipendenza dal gas russo comporta l’obbligo di diversificare i fornitori e perciò realizzare le infrastrutture più adeguate. Verificheremo la fattibilità con l’audizione in Commissione dei Presidenti delle Autorità portuali”.

"Tutta l’Europa si sta indirizzando verso la realizzazione di nuove infrastrutture energetiche - ha sottolineato Amati - e anche l’Italia sta provando a vivere con protagonismo questa fase. La Puglia ha il diritto e il dovere di partecipare a questo programma, però alla luce di dati tecnici obiettivi, idonei a resistere a ogni tentazione di parlare a vuoto o per mere suggestioni. Per questo reputo opportuno che il processo di eventuale programmazione di investimenti infrastrutturali in ambito energetico, come lo può essere un rigassificatore, cominci col considerare la sussistenza o meno di localizzazioni idonee nei siti portuali pugliesi".

"Solo a seguito di tali verifiche - ha concluso Amati - mi pare possibile avviare un dibattito pubblico che porti all’auspicabile candidatura pugliese per tali insediamenti. In questo senso l’audizione dei due Presidenti delle Autorità portuali pugliesi mi sembra un buon punto di partenza. Ora più che mai dobbiamo lavorare per la pace, la libertà, l’ambiente e la prosperità, che sono strettamente legate all’energia”.

La replica del capogruppo di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, non si è fatta atttendere: “Come non condividere la proposta del collega Amati di candidare la Puglia per un rigassificatore e non solo perché viviamo oggi una crisi energetica, che spinge l’Italia a diventare sempre più autonoma sotto il profilo energetico, ma perché un rigassificatore in Puglia fu autorizzato nel 2004, proprio a Brindisi, terra di Amati, dall'allora governo Fitto".

Ignazio-ZulloIgnazio-ZulloGuarda la gallery

"Il presidente Fitto - ha ricordato Zullo - si assunse la responsabilità di mettere attorno a un tavolo il governo nazionale e la società inglese British Gas. Tutto era pronto per avviare il cantiere, ma si scatenarono le proteste di politici, ambientalisti e associazioni che si opposero con tutte le loro forze. Poi al governo regionale arrivò Vendola, che votarono anche per questo… e furono accontentati. 

"Ma cosa sarebbe successo se quel Rigassificatore fosse stato realizzato? - ha incazato Zullo - sono mancati il senso di responsabilità e la capacità politica che purtroppo ancora oggi non ritroviamo in Emiliano".

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato in precedenza: Gas e crisi, Amati (Pd): “Rigassificatore a Cerano o Capobianco? Impossibile'

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