D'Ambrosio Lettieri e Liuzzi
Ferragosto tra le sbarre
Ferragosto tra i detenuti per i senatori di Direzione Italia, Luigi d’Ambrosio Lettieri e Piero Liuzzi
Allarmante e ricca di contrasti la fotografia scattata dai senatori di Direzione Italia, Luigi d’Ambrosio Lettieri e Piero Liuzzi che il giorno di Ferragosto, come consuetudine ormai da diversi anni, hanno visitato i penitenziari di Taranto e Bari, recandosi anche nel carcere minorile “Fornelli” del capoluogo pugliese.
"Il sistema carcerario in Puglia, con particolare riferimento ai penitenziari di Bari, e Taranto, è in forte sofferenza", si legge in una nota diffusa da Direzione Italia, "A Taranto si registra una forte criticità sia sul fronte del sovraffollamento che degli organici. Resta, infatti, fortemente critica, anzi si aggrava, la situazione degli organici della polizia penitenziaria, con un deficit importante anche sotto il profilo del progressivo invecchiamento degli operatori che, per circa il 50%, ha più di 50 anni. La carenza di organico e anche l’età avanzata, determinano sugli agenti in servizio eccessivi oneri di lavoro, esponendoli maggiormente a rischi di aggressione".
"Oltre al grave deficit di organico, i senatori hanno riscontrato diverse criticità sul fronte dell’attuazione delle procedure sanitarie - continua la nota - con particolare riguardo ai pazienti di interesse psichiatrico, ma anche alla rotazione eccessiva del personale medico- infermieristico ogni due mesi e alla carenza specialistica in psichiatria e sul fronte dei sistemi tecnologici, insufficienti e inadeguati, soprattutto in merito alla video sorveglianza".
“Occorre implementare il fondo destinato alla giustizia perché si investa sia sul turn-over del personale che sulla innovazione tecnologica”, sottolineano d’Ambrosio Lettieri e Liuzzi, “Ora valuteremo le iniziative parlamentari idonee con i colleghi del gruppo, perché si deve intervenire con fatti concreti nel più breve tempo possibile. Il concorso previsto per gli agenti di polizia penitenziaria distribuirebbe sul territorio aumenti di personale, oseremmo dire, ridicoli. Occorre potenziare gli organici, costruire nuove carceri vivibili senza perdere tempo in interventi svuota carceri che aggravano le situazioni di sicurezza al di fuori e, non ultimo, bisogna attivare servizi adeguati di recupero di chi ha sbagliato".
"La cella - segnala d'Ambrosio Lettieri - è attualmente al centro del sistema carcerario. Invece, assodato che chi sbaglia deve pagare il suo conto con la giustizia, al centro del sistema devono essere certezza della pena, celerità nel giudizio, lavoro e studio all'interno del carcere per offrire opportunità di cambiamento positivo e reinserimento nella società".
"Le risorse finanziarie devono essere adeguate alle necessità e andrebbe riaperta la pagina sulla irrisolta questione della detenzione preventiva - aggiungono d’Ambrosio Lettieri e Liuzzi - rilevando come il problema del sovraffollamento è drammatico nel carcere di Taranto, che ospita 505 detenuti rispetto ad una capienza di 306 e resiste a Bari con 377 detenuti su una capienza di 299".
"Ma paradossalmente - fanno presente i senatori DIt - è la qualità della vita del personale e degli agenti penitenziari a non conoscere neppure un minimo miglioramento, anzi peggiora. A Taranto c'è il 20% di personale in meno rispetto all'organico previsto e tra due anni, quando sarà completato il nuovo padiglione, ci vorranno almeno 100 agenti in più. Ma anche Bari non ride con circa 40 operatori che mancano all'appello".
“Gli operatori si fanno carico con grande competenza e abnegazione di affrontare le emergenze diventate ormai croniche”, affermano d’Ambrosio Lettieri e Liuzzi, "Siamo di fronte ad un lavoro usurante, sotto il profilo della salute fisica e mentale: superati i 50 anni gli operatori godono, ad esempio e giustamente, del diritto a non svolgere turni notturni. Al lavoro di per sé logorante, si deve aggiungere l’alto indice di rischio cui vanno incontro gli operatori, se si considera che i livelli di risposta alle esigenze sanitarie dei detenuti non trovano riscontro nella piena realizzazione dei dispositivi legislativi, legati al profilo sanitario quanto alla sicurezza. E ci riferiamo in particolare ai detenuti psichiatrici che dovrebbero essere assistiti in maniera specifica e in spazi idonei. Cioè nelle Rems dove invece non c'è posto”.
"Diversa la situazione del carcere minorile Fornelli di Bari. I problemi del Fornelli - ribadiscono i senatori di Direzione Italia - sono legati a tutta la normativa e tutto il sistema carcerario minorile soprattutto in riferimento al "dopo". Ricevute infatti tutte le attenzioni concrete relative ad un percorso sia sul piano umano e psicologico che culturale e formativo, ai ragazzi, una volta riaperte le porte del carcere, non resta, in molti casi, che ritrovare il deserto che avevano lasciato. Al percorso interno, quindi, deve essere associata una politica di prevenzione, recupero e reinserimento in continuità che, purtroppo, oggi, non trova concreto riscontro nella realtà”.
(gelormini@affaritaliani.it)