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Dal MET al MED, l’asse tra Puglia e New York con i capitelli di Troia

Potrebbe sembrare inopportuno, dato il momento che sta attraversando il mondo intero. Penso, invece, che coltivare l'idea di cosa si potrà fare, una volta passata la bufera - perchè alla fine la bufera passerà! - per riallacciare discorsi, trame, rotte e cammini di scambio e di dialogo, possa aiutare tutti noi ad affrontare meno passivamente la crisi.

MET post 2013

In occasione dei 150 anni del Metropolitan Museum of Art di New York e nel quadro delle iniziative di promozione della Puglia e del suo affascinante patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed eno-gastronomico, l’idea-proposta che sottopongo all'Assessorato Regionale all'Industria Turistica e Culturale e a Pugliapromozione - che ha già raccolto l’adesione della Community ‘YouandItaly’ - è quella di una presentazione-evento da realizzare nel presidio americano, quale prologo a una serie di iniziative volte a far conoscere meglio i tesori nascosti di Puglia.

Al MET si trova un prezioso “capitello”, proveniente probabilmente dal Castello che Roberto il Guiscardo fece costruire a Troia (Fg) nell’XI secolo. Il cosiddetto “gemello” - per le numerose analogie che presenta - del Capitello delle Quattro Razze, conservato nel Museo Ecclesiastico Diocesano (MED) a Troia.

CapitelloNY bis

A caratterizzare entrambi i capitelli sono quattro teste scolpite, rappresentanti altrettanti tipi iconografici diversi, con lo sguardo rivolto ai quattro punti cardinali. A Troia, una donna dagli occhi sbarrati e i capelli mossi; un ‘moro’ con labbra spesse e capigliatura corta e ricciuta; una donna differente dalla precedente per via degli occhi chiusi; infine, un uomo adulto col capo coperto da una sorta di morbido cappuccio.

L’alternanza dicotomica di genere, 2 uomini e 2 donne, della scultura duecentesca pugliese - nata in periodo successivo alla costruzione del castrum - si sviluppa entro il milieu culturale di Federico II, in cui si afferma la modernità del linguaggio scultoreo di Nicola Pisano. Per cui, i capitelli potrebbero trovare una verosimile spiegazione nell’ottica stessa federiciana della rappresentazione delle diverse genti che popolavano il Regno.

Capitello TR1

A New York infatti, inserito tra le sculture d’ambito gotico del Metropolitan, il capitello con la rappresentazione delle diverse etnie, ha invece quattro teste maschili: due mori ricciuti, di cui uno glabro; due saraceni, di cui uno con turbante; che mostrano i segni dell’età e testimoniano le caratteristiche etniche del contesto artigianale e artistico di provenienza.

MED Troia

Essi rappresentano una delle più emblematiche e delle più famose testimonianze della produzione scultorea pugliese di epoca sveva, e non è un caso che entrambi i capitelli siano stati, in più occasioni, accostati ad analoghi esemplari comparsi nei cantieri federiciani di Matera, Bisceglie, Monopoli e Lucera (Calò Mariani 1973, 44).

met 150

Per questa straordinaria opportunità “plurale” di promozione culturale, l’idea-proposta è quella di presentare al MET di New York - a giornalisti, appassionati, esperti, opinion leader e tourist blogger - il capitello troiano, accompagnato da speciali ambasciatori del territorio come i Rosati da Nero di Troia (coinvolgendo naturalmente i principali produttori pugliesi e le Associazioni di settore: ELDA, DECANTO, PIRRO, PLACIDO&VOLPONE, CASALTRINITA’, D’ARAPRI’, D’ALFONSO DEL SORDO, AIS, etc.) e “la Passionata, il dolce tipico troiano, nelle sue diverse declinazioni, e in particolare nelle versioni Elena al Nero di Troia, Extasi al Moscato di Trani, EVO all’Olio Extravergine d’Olivo, Eraclio al sambuco ed Enea al mandorlo in fiorre.

MED Troia2

Acceso l’interesse, l’evento sarà prologo all’organizzazione di un Eductour e di un Presstour per portare a Troia e in Puglia i protagonisti del Tour Operating, della comunicazione e della promozione culturale americani.

Il tutto finalizzato, magari, a creare le premesse per una grande Mostra Internazionale, che preveda la presenza contemporanea dei capitelli, Prima negli USA e poi in Italia - o viceversa - in una sorta di “promozione erratica” della Puglia. Perché, ancora una volta, “Il futuro è nelle radici!”.

(gelormini@gmail.com)

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