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Daria Cascarano: la morte del mostro e il ricordo degli eroi
La nota di Daria Cascarano - Portavoce Osservatorio Nazionale per la verità storica 'Anni di piombo', dopo la morte di Matteo Messina Denaro.
Daria Cascarano, portavoce dell'Osservatorio nazionale per la verità storica "Anni di piombo", e candidata nella lista di Fratelli d'Italia per le Comunali a Foggia, è intervenuta con una nota a commento della morte nel carcere di L'Aquila di Matteo Messina Denaro. (ndr)
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Il mostro è morto portiamolo nell'oblio e lasciamo ai giovani il ricordo degli eroi.
Giuseppe, Nadia, Antonella, Paolo, Giovanni, e ancora tanti altri i nomi di chi è stato strappato alla vita dal mostro, che oggi finalmente ha lasciato questa terra. In questi giorni i media avrebbero dovuto ricordare i nomi e i volti delle vittime della crudele malvagità di un feroce assassino come Messina Denaro.
Un uomo senza anima che ha tolto la vita a troppi innocenti, l'artefice di dolori atroci collettivi e privati.Nel 1999 subì la prima condanna all'ergastolo in contumacia per l'omicidio di Giuseppe Montalto, agente di Polizia penitenziaria, che fu ammazzato in auto, davanti casa dei suoceri, al suo fianco la moglie Liliana Riccobene, 26 anni, che in braccio teneva la figlia Federica, appena 10 mesi, ed era incinta della seconda, Ilenia.
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Secondo le indagini fu lui a ordinare di sequestrare e sciogliere nell’acido anche Giuseppe Di Matteo, il bambino di dodici anni ucciso a seguito del pentimento del padre. Fu lui a far parte del commando che uccise Vincenzo Milazzo, capomafia di Alcamo che sembrava volersi ribellare all’autorità di Riina, e della compagna del mafioso, Antonella Bonomo, incinta di tre mesi.
Fu lui il mandante della strage di via dei Georgofili a Firenze, dove morì con la sua sorellina neonata e tutta la famiglia Nadia Nencioni, la bambina di nove anni che pochi giorni prima della morte aveva scritto la poesia Tramonto, che ha dato il nome all’operazione di cattura del boss. Fu lui dietro le stragi di Capaci e di via D’Amelio dove morirono Falcone, Borsellino e gli uomini e le donne che erano con loro: Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, e poi Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina.
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Stragi che hanno segnato la vita del nostro Paese e quella di tante famiglie che hanno perso gli affetti più cari. Il mio appello da cittadina attiva italiana e foggiana è quello di smettere di continuare a trattare "i cattivi" come dei divi da prima pagina. Bisogna finalmente andare oltre il ciò che tira di più le vendite e farsi guidare dall'etica che vuole una narrazione che dia forza alle vittime.
Diamo forza e sostegno anche a chi è sopravvissuto e diventa testimone della lotta coraggiosa alle mafie. I nostri giovani devono capire che sono loro gli eroi da imitare e da loro che devono essere affascinati. Solo così potremo superare i falsi miti creati da i "Gomorra" di turno.
Daria Cascarano
Portavoce dell'Osservatorio nazionale per la verità storica "Anni di piombo"