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De Sarlo: 'Le vie della seta e il Porto di Taranto perduto'

Pietro De Sarlo

La grande occasione perduta dal Porto di Taranto lungo "Le nuove vie della seta" e quello che in campagna elettorale non si dice.

Ho letto l’intervista di Alessandro Spalletta all’ambasciatore italiano in Cina Ettore Sequi su AGI del 2 febbraio u.s. ( https://www.agi.it/estero/via_della_seta_italia_porti-3434786/news/2018-02-02/ ) .

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Vi confesso che ho rischiato un infarto coronarico da incazzatura violenta e profonda. L’intervista verte sul progetto “Le nuove vie della seta” varato dal governo cinese e si parla della complementarietà dei porti di Genova e Trieste al porto del Pireo in questo progetto.

Leggo: “Con il raddoppio del Canale di Suez, il Mediterraneo ha acquisito nuova centralità … Il governo italiano ha offerto ai cinesi una via complementare alla ferrovia che Pechino ipotizza di costruire per collegare il porto greco all’Europa attraverso i Balcani … i cinesi hanno fatto forti investimenti nel porto greco, ma il governo italiano non considera il Pireo in contrasto con l’offerta dei nostri porti, anzi, sono complementari.  Non solo perché abbiamo acquistato le ferrovie greche e lo sviluppo di flussi commerciali ci fa comodo. Dal Pireo per arrivare all’Europa centrale e occidentale, bisogna costruire infrastrutture che hanno un costo elevato …”

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E Taranto? È mai possibile che un giornalista, degno di tale nome, possa dimenticare di chiedere come mai i cinesi hanno deciso di investire al Pireo e non a Taranto?

Ve lo spiego io.

Nel 2009 LiKaShing voleva investire su Taranto per farne il terminale dei commerci con la Cina di tutte le merci che passano da Suez. Vendola prima e Emiliano poi non lo hanno filato di striscio. E neanche De Filippo e Pittella, governatori lucani ossia di una terra che dallo sviluppo di Taranto avrebbe avuto enormemente da guadagnare.

Non se li è filati Berlusconi, all’epoca capo del governo, che invece si divertiva per pura polemica elettorale a dire che i comunisti cinesi bollivano i bambini. Nel 2012 LiKa Shing voleva scappare da questo Paese ma Fabrizio Barca riuscì a firmare con lui un contratto di programma per lo sviluppo di Taranto. Nel 2013 i cinesi vararono il progetto ‘Le vie della seta’.

Seta Li Ka Shing
 

All’epoca l’alternativa Balcani - Pireo, descritta nell’articolo, era una seconda scelta. La prima scelta era Taranto. Passò il governo Monti, il governo Letta e con il governo Renzi Li Ka Shing e i cinesi si stufarono definitivamente delle chiacchiere e decisero di investire sul Pireo.

Di Taranto ne scrivo spesso, perché è un progetto che avrebbe potuto cambiare per sempre il volto di gran parte del sud Italia. Ci ho scritto un libro nel 2011, poi su invito di Fare l’ho presentato, sempre nel 2011 a Bari, presente Michele Emiliano. Prima lo avevo presentato a Potenza, nel dicembre 2009, a De Filippo e non ricordo più in quante occasioni e a quanti politici.

Confessate! Quante volte avete sentito dal 2009 a oggi parlare delle opportunità dello sviluppo del porto di Taranto? Quante volte avete invece sentito parlare di spending rewiew, di job act e di taglio delle pensioni? Avete mai sentito parlare il Fondo Monetario Internazionale di infrastrutture utili per lo sviluppo? Mai!

Quello che Monti, Cottarelli e il FMI distribuiscono come ricetta salvifica è, sempre e ovunque, urbi et orbi l’allungamento dell’età pensionabile. Floris, che intervista Cottarelli e Monti una puntata sì e l’altra pure, dimentica sempre di sottolineare, o di ricordare, a Monti che, prima di mandare sul lastrico decine di migliaia di esodati, alla sua già lauta pensione aggiunse il vitalizio di senatore a vita. A Cottarelli potrebbe chiedere, una volta almeno, quali sono i piani pensionistici dei dipendenti FMI e renderli pubblici. O il rigore vale solo per gli altri?

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Qualcuno dirà ora che sono populista. A me sembra che tutto questo sia senza pudore. Come di uno squallore senza precedenti mi sembra quello che dice Cottarelli all’Hufington Post (http://www.huffingtonpost.it/2018/02/13/silvio-berlusconi-cottarelli-lho-sentito-e-disponibile-per-il-nostro-governo-lex-commissario-alla-spending-review-non-commenta_a_23360218/).

"Ringrazio i partiti e i movimenti che mi hanno contattato in proposito, tuttavia la partecipazione ad un'attività di governo richiede la condivisione dei programmi concreti sulle cose da fare - dice Cottarelli -. Tale condivisione non può avvenire che dopo le elezioni. Vorrei quindi chiarire di non aver dato la mia disponibilità a nessun schieramento a partecipare in qualunque forma a un futuro governo".

Seta Taranto
 

Capite? I programmi non si sottopongono agli elettori ma a Cottarelli. E quando? Dopo le elezioni! Anche perché prima di farlo sbilanciare con qualcuno gli volete almeno fare sapere chi ha vinto? Dei sondaggi non si fida! Sapete com’è? “Franza o Spagna purché se magna!”

Fra una ventina di giorni si vota. Io voglio sapere invece prima di votare chi offrirà un posto a Cottarelli. Credo che sia giusto! Come voglio che qualche giornalista decente chieda conto a Emiliano, Vendola, De Filippo, Pittella, Renzi, Letta, Monti, Berlusconi, Gentiloni del perché invece di investire sul porto di Taranto l’Italia ha comperato le ferrovie greche! Come accidenti ha fatto, o cosa non ha fatto, chi da decenni governa Italia, Puglia e Basilicata per lasciarsi sfuggire una occasione come questa?

Non vi aspettate che sulle TV blasonate qualcuno chieda conto di tutto questo, ma per fortuna c’è la rete. Fate circolare. Chiedetene voi conto sulle vostre bacheche …  hai visto mai?

Grazie se lo farete, ma non per me. Solo per sapere chi dobbiamo ringraziare quando vediamo, specialmente al Sud, partire i nostri figli.