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De Sarlo: 'Lo Stato piange
miseria e tassa le pensioni'
Lo Stato con le pensioni: con una mano dà e con l'altra prende
Un mio amico portò la moglie in pizzeria. Alla fine della cena pagò tirando fuori dalla tasca della giacca 50 euro con la mano destra. Con la mano sinistra mise il resto di 30 euro nella tasca dei pantaloni. Alla moglie che gli chiese quanto avevano pagato rispose “50 euro”. La moglie con aria triste replicò: “Non possiamo più permetterci di andare in pizzeria”.
Quanto spendiamo per le pensioni?
Sul Corriere della Sera del 14 dicembre 2017 Alberto Brambilla, uno dei massimi esperti di previdenza in Italia, afferma che la spesa pensionistica nel 2016 è stata di 218 miliardi di euro comprendendo in tale importo circa 10 miliardi di spesa per assistenza. Questa spesa è stata coperta per 197 miliardi di euro dai contributi previdenziali. Sulle pensioni pagate i pensionati pagano tasse per 50 miliardi. Quindi non è vero che la spesa pensionistica in Italia grava sui conti pubblici ma contribuisce sui conti pubblici per circa 40 miliardi (218-10-197-50=39).
Insomma lo Stato fa come il mio amico. Dice ai cittadini italiani, la moglie della storiella, che le pensioni mangiano il futuro dei nostri figli, dimenticandosi di mettere nel conto anche quello che si infila zitto zitto nella tasca dei pantaloni: i 50 miliardi di tasse pagate dai pensionati. I cittadini italiani si sono così convinti che non possiamo più permettercele. Discutono e litigano in famiglia, tra padri e figli, e entrano in depressione. Insomma ci sarà un motivo per cui il Censis fotografa un Paese sfiduciato e rancoroso?
Ad aggravare il quadro il fatto che noi il costo delle pensioni al resto d’Europa lo comunichiamo al lordo delle tasse mentre il resto dell’Europa ragiona sulle pensioni al netto delle imposte e al netto della spesa per assistenza.
Quindi noi comunichiamo all’Europa una spesa pensionistica del 18%, la media della Spesa in Europa è del 15%, ma se noi comunicassimo la spesa pensionistica all’Europa in modo omogeneo a quello che fanno gli altri Paesi europei avremmo una incidenza del (udite udite!) 13%!!!
Non c’è quindi da meravigliarsi, come dice sconsolato Brambilla, che l’Europa ci chieda di spendere meno in pensioni!
Se tutto questo non avesse conseguenze drammatiche sulla vita delle persone sarebbe semplicemente ridicolo!
Ragionieri e contabili
Se nel passato eravamo, come si legge sul Palazzo della Civiltà all’ Eur, un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori oggi siamo un popolo di ragionieri e contabili.
Questi ragionieri e contabili si sentono ovviamente più furbi dei tedeschi, e degli altri europei, che le pensioni le pagano, e le espongono nei conti pubblici, al netto delle tasse a carico dei pensionati e che considerano queste tasse una inutile partita di giro e una inutile complicazione contabile.
I nostri furbissimi ragionieri ritengono invece che le tasse a carico dei pensionati facciano parte della fiscalità generale e che non c’entrano nulla con il bilancio pensionistico, che anzi per essere in equilibrio deve essere finanziato con i trasferimenti dalla fiscalità generale.
Eh! Che finezza di pensiero: i pensionati versano alla fiscalità generale 50 miliardi e la fiscalità generale prende 21 miliardi per mettere in equilibrio il sistema pensionistico ergo il sistema pensionistico mangia risorse pubbliche.
Verrebbe voglia per dispetto a questi geniacci di dire loro: “Sapete che c’è? Cancelliamo INPS, pensioni e i relativi contributi.” Secondo voi si accorgerebbero che in questo modo il deficit corrente complessivo dello stato si aggraverebbe di 40 miliardi?
Perché allora parlano tutti di pensioni?
Perché i modelli sulla spesa pensionistica futura mostrano un incremento significativo dell’incidenza delle pensioni sul PIL. Anche in questo caso ci si dimentica di dire qualcosa, ossia che si tratta di proiezioni inerziali. Sapete cosa sono le proiezioni inerziali? Sono delle proiezioni di linee di tendenza utili per capire come andranno le cose in futuro e su quali variabili intervenire se i risultati della proiezione non sono soddisfacenti.
Proiettando le linee di tendenza demografiche italiane, e il livello di occupazione attuale, il rapporto tra la spesa pensionistica italiana e il PIL italiano peggiora significativamente. Inerziale significa se non faccio nulla per modificare le linee di tendenza e, nel caso in specie, se non faccio nulla per modificare l’attuale livello di occupazione e se non faccio nulla per modificare i trend demografici.
In altri termini in Italia siamo in piena denatalità e abbiamo, come ci ricorda ancora una volta Alberto Brambilla sul Corriere della Sera del 22 gennaio 2018, un livello di occupati del 58,1% contro una media OCSE del 70%, in sintesi dovremmo avere una decina di milioni di occupati in più.
Quindi i nostri amici ragionieri e contabili proiettano i dati delle pensioni al lordo delle tasse pagate dai pensionati, proiettano la denatalità attuale e l’occupazione attuale e gridano al disastro.
A una persona normale verrebbe in mente che occorre iniziare a pensare seriamente a politiche per invertire i trend demografici (integrazione dei migranti e o politiche per la famiglia per esempio) e politiche per lo sviluppo (come il porto di Taranto e le infrastrutture logistiche ad esse collegate o il terzo valico o a tutte quelle infrastrutture necessarie per fare passare i commerci con l’oriente dall’Italia per esempio). Invece delle opportunità perse con i cinesi per fare parte di quel colossale investimento mondiale di un trilione e mezzo di dollari sul progetto chiamato “le nuove vie della seta” che avrebbe generato centinaia di migliaia di occupati, veri, in più al sud e al nord nessuno parla ma ai nostri geniacci di ragionieri e contabili liberalrigoristi cosa viene in mente di proporre? Ovvio: tagliamo le pensioni!
Giornalisti: se ci siete battete un colpo!
Mi piacerebbe che qualche giornalista chiedesse, a Monti, alla Fornero, a Cottarelli o a Cazzola o a qualsiasi altro liberalrigorista, nell’ordine:
· la spesa pensionistica fornita dal 2011 a oggi all’Europa è al netto o al lordo delle imposte pagate dai pensionati?
· il grido salvifico “lo chiede l’Europa!” era basato su questi dati delle pensioni?
· la riduzione dello spread è effetto della riforma Fornero o del quantitative easing di Mario Draghi? Senza il quantitative easing di Draghi, pur avendo effettuato la riforma Fornero, quanto sarebbe oggi lo spread?
· quali proposte avete per contrastare la denatalità e quali per aumentare l’occupazione?
· cosa avete detto e fatto per fare in modo che i cinesi invece di investire sul porto del Pireo investissero sul porto di Taranto?
· quanto l’inefficienza del nostro sistema giudiziario e fiscale frena gli investimenti stranieri in Italia?
· come andrebbero riformati il fisco e la giustizia?
· Visto che è stato detto che la riforma Fornero è stata fatta per le future generazioni siete in grado di dimostrare con dati di fatto, verificabili e certificabili ,quanti posti di lavoro per i giovani si sono creati con la riforma Fornero? Quanto sarà la loro pensione se non riescono a entrare nel mondo del lavoro?
· quanti posti di lavoro a tempo indeterminato si sono creati con le varie riforme del lavoro degli ultimi 20 anni?
· perché continuate a dire che tagliare la spesa corrente, che per voi significa pensioni, serve per trovare risorse per gli investimenti quando non riusciamo a investire i fondi per 70 miliardi che la comunità europea mette a disposizione per lo sviluppo? Perché non riusciamo a investire le risorse che abbiamo?
· secondo voi abbiamo un problema di carenze di risorse da investire o di visione su quali risorse investire?
· quali sono gli investimenti infrastrutturali necessari per rimettere in moto lo sviluppo?
· quali delle infrastrutture considerate strategiche dal governo sono funzionali allo sviluppo e quali alle clientele politiche?
· insomma quale è la visione strategica del futuro del nostro Paese che avete?
State tranquilli, nessuno chiederà nulla a questi signori.
Ma tutti i giornalisti, che da troppi anni tessono il peana di questi liberalrigoristi che da troppi anni forniscono invece ricette che stanno distruggendo questo Paese, continueranno invece a tesserne le lodi e a considerare un verbo indiscutibile le loro proposte … sulle pensioni ovviamente!
Questi sono però i competenti. Forse è arrivata l’ora di affidarsi agli incompetenti, purché giurino di non avere contabili e ragionieri liberalrigoristi tra le proprie fila e tra i propri consulenti.