PugliaItalia
Disastro treni in Puglia: scontro in
Salento e rifiuti su Lecce-Roma
Ancora uno scontro tra treni su binario unico, stavolta in Salento. Solo feriti, e incalzano le polemiche sulla gestione trasporti
Ancora un incidente sui binari unici pugliesi e le polemiche scoppiano tra accuse, censure, ammonimenti e sopiri di sollievo per la piega fortunosa degli eventi, che questa volta registra solo feriti. L'Assessore ai Trasporti, Giovanni Giannini, viene preso di mira dal Movimento 5 Stelle e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, non risparmia critiche al Governo.
“Lo scandalo delle Ferrovie Sud-Est i cui sviluppi giudiziari mi auguro possano accertare le responsabilità dei tanti - dichiara con foga Emiliano - che hanno spolpato una società, della quale è stato azionista unico per decenni il Governo della Repubblica italiana, ha oggi contribuito oggettivamente alla mancata realizzazione, anche su quel tratto ferroviario, di sistemi di sicurezza per i quali la Regione Puglia aveva già messo a disposizione delle Ferrovie Sud-Est il denaro necessario".
"Su questa questione - dice fermo il Governatore - chiedo che la Procura della Repubblica di Lecce indaghi sino in fondo, perché non possiamo accettare che il Salento in particolare e la Puglia in generale rimangano strette in una morsa nella quale le difficoltà della mobilità incidono non solo sullo sviluppo del territorio, ma anche sulla sicurezza dei cittadini".
"Solo un miracolo - prosegue Emiliano - oggi non ci consegna un bilancio grave e inaccettabile come quello del 12 luglio dell'anno scorso. Anche in quel caso la Regione Puglia aveva totalmente finanziato lavori di messa in sicurezza che avrebbero potuto evitare un bilancio così grave".
"La mia vicinanza e il mio pensiero in questo momento va ai passeggeri ed al personale di bordo delle Ferrovie Sud-Est, oggi di proprietà dello Stato e gestita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiano, che hanno subito l'incidente e patito lesioni".
"Dobbiamo registrare ancora una volta - continua Emiliano - che le complesse vicende economiche, in questo caso di natura fallimentare e pre fallimentare, sono venute prima della sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo. In una normale situazione di dissesto aziendale può essere normale sospendere i pagamenti ad un fornitore, ma se quest'ultimo sta realizzando su una linea ferroviaria un lavoro di messa in sicurezza questa sospensione non può essere accettata ed a nulla vale in compenso il limite di velocità di 50 km orari imposto solo di recente dall'Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria".
"È assurdo che le Regioni italiane non abbiano alcun potere di vigilare ed eventualmente bloccare quelle linee ferroviarie che non risultino assolutamente sicure. Neanche la attribuzione all’ANSF della competenza sulla sicurezza delle linee ferroviarie regionali, ha risolto questo drammatico problema. Le Regioni purtroppo ancora non hanno per legge organi tecnici idonei alla vigilanza delle linee e poteri di sospensione dell’esercizio in tutti i casi di mancanza di adeguate garanzie di sicurezza".
"Accentrare questi poteri e queste facoltà solo in capo ad organi statali centrali - conclude Michele Emiliano - crea un ingorgo di pratiche e di verifiche che non contribuisce adeguatamente alla massima sicurezza del trasporto ferroviario regionale nonostante che il danaro necessario agli adeguamenti sia quasi esclusivamente di provenienza regionale”.
"Chiediamo le dimissioni immediate dell’assessore ai Trasporti Giovanni Giannini”, dichiarano in una nota i consiglieri del gruppo M5S in Consiglio regionale, "E’ solo un miracolo che non vi siano state vittime, ma solo una quindicina di feriti. Ma questa è una situazione che non può più andare avanti. A nulla sono servite le nostre numerosissime segnalazioni sulle carenze anche strutturali e sui numerosi disagi creati dalle nostre ferrovie, il Governo regionale non si è degnato neanche di rispondere ad una nostra mozione, nella quale chiedevamo risposte su tutte le tratte ferroviarie pugliesi dopo il disastro del 12 luglio in cui hanno perso la vita 23 persone".
"Che fine fanno i soldi destinati all’agenzia regionale per la mobilità?", incalzano i pentastellati, "Che fine fanno i soldi delle tasse dei pugliesi? Passaggi a livello che rimangono aperti, treni fatiscenti e in ritardo, personale carente e ora siamo arrivati ad un punto davvero inaccettabile, due gravissimi scontri di questo tipo sono davvero troppi: non è possibile che i cittadini debbano arrivare a temere per la loro vita ogni volta che salgono su un treno. Per questo chiediamo le dimissioni immediate dell’assessore ai Trasporti Giannini”.
Non tarda la reazione dello stesso assessore ai Trasporti, Giovanni Giannini, che ricorda: "Con la rogrammazione 2007-13 dei Fesr la Regione Puglia stanziò 83 milioni per la sicurezza ferroviaria, in particolare per il montaggio degli SCMT a bordo treno e a terra. Alle Ferrovie del Sud Est furono assegnati 36 milioni che la società ha utilizzato solo in minima parte, non avendo rispettato il termine di scadenza per l’utilizzo dei fondi POR. Le somme sono state quindi implementate fino a circa 60 milioni di euro e riprogrammate con i Fesr 2014-2020 e serviranno a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria gestita da FSE".
E poi aggiunge: "Insieme a questi 60 milioni sono state programmate - sia con fondi europei che statali - le risorse necessarie a mettere in sicurezza l’intera rete ferroviaria pugliese, anche con la soppressione dei passaggi a livello”.
“La linea ferroviaria interessata dall’incidente è a binario unico", segnala Giannini, "ma è attrezzata con il sistema di sicurezza “conta assi”, che in caso di linea già impegnata da un convoglio, fa scattare il semaforo rosso per altri treni sulla linea”. Anche per questo l'assessore ha richiesto alle Ferrovie del Sud est una dettagliata relazione sull’accaduto e sulle cause che lo hanno determinato.
Ma c'è anche un altro fronte di polemiche e proteste, sul quale si posiziona il senatore Dario Stefàno, presidente de La Puglia in Più, in una interrogazione indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, a seguito della situazione incresciosa che si è verificata a bordo del Frecciargento Lecce-Roma: "Per far sì che non si ripetano mai più insopportabili violazioni, è necessario che il governo si adoperi affinchè Trenitalia osservi e garantisca, in modo cogente, il rispetto degli standard minimi di qualità per il trasporto delle persone".
"Gli spazi interni del treno - spiega Stefàno - erano colmi di rifiuti, una condizione di disagio imbarazzante immortalata dai passeggeri attraverso alcune foto, pubblicate, poi, sui social network, accompagnate da legittime e comprensibili lamentele nei confronti dell'azienda. A quanto si apprende da fonti di stampa e dal personale di bordo, il Frecciargento 8302 che sarebbe dovuto partire ha subìto un guasto ed è stato rimpiazzato da un'altra vettura giunta a Lecce poco prima, per la quale non sono state assicurate le operazioni di preparazione al viaggio".
"Il diritto alla mobilità deve essere garantito, anche e soprattutto attraverso modalità che rispettano standard di sicurezza, pulizia e igiene. Non è possibile che chi viaggia, a fronte di biglietti che partono da 70 euro per tratta, si debba ritrovare al cospetto di carrozze e servizi igienici in disordine e sporchi oltremisura".
(gelormini@affaritaliani.it)