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Distretti del Cibo in Puglia, al varo i primi 7 ma la partenza è scomposta
Via libera della Giunta regionale al varo di 7 Distretti del Cibo, per lo sviluppo delle eccellenze pugliesi nell'agroalimentare. Assenti Capitanata e Salento.
C'è il via libera da parte della Giunta regionale al varo di 7 Distretti del Cibo, per dare impulso allo sviluppo delle eccellenze pugliesi nel Settore Agroalimentare. Dal grano alle ciliegie, dall'uva da tavola all'agricoltura sociale, con significativa presenza di contesti territoriali murgiani o ambiti che superano il concetto stesso di 'distretto' per assumere la dimensione regionale, è la logica di sistema l'obiettivo dichiarato anche dall'assessore allo Sviluppo Economico, Mino Borraccino, con l'annuncio dato in una nota diffusa.
Di primo acchito, resta evidente una sorta di 'partenza scomposta', nel riscontrare l'assenza di realtà alquanto rappresentative della Puglia agroalimentare come la Capitanata, la Valle d'Itria e il Salento. In un momento in cui si annunciano risorse destinate al potenziamento (parcheggi) della Fiera di Foggia: del Tavoliere delle Puglie o Granaio d'Italia non si ha traccia nei primi tasselli di questo mosaico.
Così come non si ha traccia delle trame casearie e zootecniche ordite lungo il dedalo dei Tratturi della Transumanza, nè delle coltivazioni diffuse di pomodori, carciofi o prodotti degli arenili sub-garganici; non si notano le punte di diamante della Valle d'Itria, per non parlare delle eccellenze salentine segnate dai venti incrociati di due mari. Rilassamento da parte di quei territori o particolare spirito d'iniziativa da parte degli altri? Fatto sta che il disequilibrio, al momento, è innegabile.
“La Giunta regionale ha proceduto - ha dichiarato l'assessore Borraccino - al primo riconoscimento di sette diversi Distretti del Cibo, che rappresentano una specifica classificazione dei Distretti Produttivi previsti dalla legge regionale n. 23/2007, con l’obiettivo di promuovere, attraverso le attività agricole e agroalimentari, lo sviluppo locale sostenibile, la coesione e l’inclusione sociale, la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale".
"I Distretti che oggi hanno ottenuto il primo riconoscimento - ha aggiunto - proposti da comitati promotori costituiti a livello locale, congiuntamente a realtà associative e istituzionali, intendono valorizzare le diverse vocazioni del territorio pugliese, puntando alle filiere produttive connesse al rurale, all’agroalimentare e allo stesso biologico, in una logica di sistema in grado di coordinare le iniziative sul territorio con gli indirizzi strategici generali delle politiche di sviluppo regionale".
"I Distretti del Cibo sono, pertanto - ha precisato Borraccino - degli utili strumenti per supportare la realizzazione, in una logica di sussidiarietà orizzontale, di proficue reti tra realtà diverse, pubbliche e private, presenti sul territorio e in grado di rilanciare e valorizzare le eccellenze dell’agroalimentare pugliese in modo che possano rappresentare un volano sempre più importante per il nostro sviluppo economico".
Dopo un’attenta fase istruttoria svolta dagli uffici regionali sulle domande presentate, sono sette i Distretti che hanno ottenuto il riconoscimento:
1) il “Distretto del Grano Duro”, promosso da un comitato composto da 90 aziende che rientrano nella filiera del grano, dagli agricoltori ai molitori, passando per i sementieri e i panificatori, fino ad arrivare ai trasportatori. Il territorio di riferimento è quello di Altamura ma la progettualità, finalizzata a valorizzare questo particolare ambito di attività, coinvolge anche aziende presenti su tutto il territorio regionale sino ad arrivare anche in altre regioni limitrofe;
2) il “Distretto del Cibo Alta Murgia”, promosso dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia al quale aderiscono 80 diversi soggetti, tra imprese agricole, associazioni di categoria e di settore, e Comuni interessati, con una proposta progettuale che ha, nel perimetro del Parco, il suo ambito geografico di riferimento con l’obiettivo di promuovere la conversione alla produzione biologica e incentivare l’uso sostenibile delle risorse naturali;
3) il “Distretto del Cibo dell’Area Metropolitana”, promosso dalla Città Metropolitana di Bari, che vede l’adesione di numerose imprese, organizzazioni professionali agricole e della cooperazione, con l’obiettivo di attivare forme inedite e innovative di sinergie in agricoltura tra diversi soggetti pubblici e privati, nell’ambito di un territorio (quello dell’area metropolitana di Bari, appunto) che vede la presenza di molte realtà agricole;
4) il “Distretto Biologico delle Lame”, promosso dai Comuni di Ruvo di Puglia e di Bitonto con il coinvolgimento di diversi soggetti e imprese del territorio. L’ambito geografico di questo distretto coincide con la zona delle “Lame”, nel territorio dell’Alta Murgia;
5) il “Distretto Bioslow delle Puglie”, promosso dall’Associazione Produttori Italbio, dall’Associazione Produttori Pugliabio e dalla Cooperativa PugliaCheVai, insieme ad aziende agricole, agroalimentari e del settore biologico in generale, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra città e agricoltura, puntando a una più stretta collaborazione tra realtà agricole e attività di prossimità, a partire con l’integrazione con le imprese legate al turismo e alla mobilità dolce. L’ambito geografico di riferimento di questo distretto è esteso a tutta la regione, fino a registrare l’adesione di aziende operanti anche in altre regioni limitrofe;
6) il “Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano”, promosso da una vasta rete di imprese, associazioni e istituzioni con l’obiettivo di realizzare attività finalizzate a promuovere l’economia circolare, l’economia civile e l’agricoltura sociale, avendo come ambito geografico il bacino idrografico delle Murge e della Valle del Bradano;
7) il “Distretto del Cibo Sud Est Barese”, promosso da imprese e organizzazioni professionali e datoriali afferenti al GAL del Sud Est barese, con l’obiettivo di promuovere (nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro, Polignano a Mare e Rutigliano), le produzioni agricole tipiche del territorio quali uva da tavola, ciliegie, vino e ortaggi.
"Ora i Distretti che hanno ottenuto questo primo riconoscimento da parte della Giunta - sottolinea l'assessore allo Sviluppo Economico pugliese - dovranno predisporre e presentare alla Regione Puglia un dettagliato “Programma di Sviluppo del Distretto”, con un orizzonte temporale di almeno tre anni, che contenga la descrizione dei punti di eccellenza e degli eventuali punti di criticità del Distretto, gli obiettivi generali e specifici di sviluppo, le azioni e i progetti da realizzare con i relativi piani finanziari e temporali di spesa e l’indicazione delle risorse, pubbliche e private, necessarie".
"Successivamente la Giunta regionale, valutati i Programmi di Sviluppo presentati - continua l'assessore - procederà con la definitiva approvazione dei Distretti Produttivi del Cibo che potranno, così, accedere anche alle specifiche misure finanziarie destinate dalla Regione a queste realtà".
"Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto su questi importanti provvedimenti dal Dipartimento “Sviluppo Economico” della Regione, diretto da Domenico Laforgia - conclude Borraccino - e sono certo che questi Distretti rappresenteranno strumenti molto utili per dare impulso alla crescita dell’Agroalimentare pugliese, uno dei settori trainanti della nostra economia".
(gelormini@gmail.com)